«Posto pubblico flessibile» di Raffaello Masci

«Posto pubblico flessibile» CONTRATTI A TEMPO O «INTERINALI» PER IMPIEGATI AMMINISTRATIVI «Posto pubblico flessibile» Piazza: un 'alternativa al non lavoro intervista Raffaello Masci roma SE si potessero applicare delle norme di flessibilità anche nella pubblica amministrazione, lo Stato sarebbe ancora in grado di dare lavoro. E' la tesi lievemente sovversiva considerando che viene dalla «madre di tutti i posti fissi», cioè il pubblico impiego che il ministro della Funzione pubblica Angelo Piazza porterà all'attenzione dei del Consiglio dei ministri in occasione della finanziaria. Dunque, signor ministro, altri posti dallo Stato a patto che non siano fissi? «Il dpef ci impone una riduzione del personale, com'è noto, dello 0,5% l'anno, e questo significa un sostanziale blocco di ogni assunzione. Esistono però esigenze temporanee oppure cicliche (le cosiddette «punte di lavoro») a cui biosognerebbe dare risposta con incrementi di personale, circostanziati e limitati nel tempo. Perché, mi chiedo, non introduciamo anche nella Pubblica amministrazione delle norme flessibili sul lavoro?» Forse perché i sindacati farebbero quadrato? «Quelli del mio settore non lo farebbero affatto, dal momento che l'alternativa al lavoro «flessibile» sarebbe il non-lavoro». E allora, quali impedimenti ci sono? «Sono gli stessi che bloccano la flessibilità nel privato. Non c'è dubbio che si va verso un mercato del lavoro che non conosce più il posto fisso, e non ha nessun senso opporsi a nuove formule occupazionali più elastiche che darebbero invece lavoro a tanta gente che non ce l'ha». Se ci fosse flessibilità, Io Stato potrebbe creare posti di lavoro? «Fissi no: sia chiaro. Però pensi ad un evento come il Giubileo, con una richiesta esorbitante e temporanea di servizi. Oppure pensi al pregresso accumulato in alcune amministrazioni. Ecco, per cose di questo genere si potrebbe ricorrere al lavoro a tempo determinato o a quello interinale». Lei sa che il suo collega del Lavoro, il ministro Salvi, è di tutt'altro avviso? «Lo so. In materia di 35 ore, di rappresentanze sindacali nelle aziende con meno di 15 dipendenti, la penso in modo diverso da Salvi: io credo che bisogna smetterla di proporre una politica occupazionale dirigista e ingessata. Questa è una strategia difensiva che fa il gioco della destra. Io credo che con Salvi, come con altri colleghi, debba esserci un confronto serio su quetsi temi: facciamo una politica per dare lavoro, e non per frenarlo con norme coercitive. Questo non significa che debba esserci un lavoro senza regole, ci mancherebbe» Una proposta concreta? «Nell'ambito della revisio ne degli ammortizzatori sociali, per esempio, si posso no studiare delle formule che agevolare gli sposta menti dei giovani in cerca di occupazione, unitamente ad una politica della casa che consenta di trovare alloggio là dove si trova lavoro. Ma penso anche a norme specifiche per la pubblica amministrazione che diano possibilità di far partire veramebnte il part-time < introducano il lavoro a tem po determinato e interinale». Il ministro della Funzione pubblica Angelo Piazza

Persone citate: Angelo Piazza, Salvi