«La battaglia è già cominciata»

«La battaglia è già cominciata» Fresco commenta l'inizio delle ostilità. Romiti: è il nuovo capitalismo. Berlusconi: D'Alema tratta con i poteri forti «La battaglia è già cominciata» Industriali e politici: deve decidere il mercato MILANO «E' presto, Troppo presto per muoversi... Sarà una maratona, non basterà avere un buon sprint». Il banchiere d'affari scruta, senza apparente emozioni, il mare inquieto della grande finanza: la Borsa premia la preda d'autunno, l'Ina, con un buon rialzo. Ma tutti scommettono che, alla fine, il prezzo andrà ancora più su. «il traguardo - continua il nostro uomo, già ingaggiato da una delle due parti - si vedrà solo a gennaio, (piando diventerà operativa l'offerta che l'assemblea dell'- Generali voterà a novembre». Tempi lunghi, quindi... «Già, e sarebbe un grave errore bruciare le cartucce migliori adesso. Per questo non posso dirle nulla di più». Ma quanto peserà la politica? «Meno che in Telecom, visto che qui non esiste una golden share. Nessuno di noi - conclude il banchiere di scuola Usa - dimentica però che siamo in Italia...». Ecco, in sintesi, lo stato d'animo con cui l'iazza Affari attende la grande battaglia di fine millennio: l'umore e alto, perché un duello di questo calibro, a suon di decine di migliaia di miliardi, si traduce in affari e buone commissioni per tulli; tutti, pero, evitano di esporsi in previsioni o giudizi arrischiati: troppo alto il rischio di cattive figure in questa corsa a ostacoli sotto i riflettori di Consob, Banca d'Italia, Isvap e Antitrust... E le sensazioni, tutto sommato, sono le stesse sia tra i grandi della scena economica italiana che tra i potenti della politica. Ci sarà battaglia, ò ovvio. Ma alla fine decida il mercato... «La battaglia ci sarà - constata il presidente della Fiat Paolo Fresco -. Ed è già cominciata, perdio l'Opa ò ostile». «Come sempre sarà il mercato - è il commento del presidente della Confindustrìa Giorgio Fossa - a dare il suo verdetto. 11 fatto che in Italia tutto sia scalabile sicuramente porta una ventata di modernità in questo Paese. Bisogna però stare attenti che non siano scalate ardite che, nel giro di qualche mese o qualche anno, portino a risultati non positivi. Ma nel complesso è sicuramente positivo che ci sia la possibilità di scalare». «Questa Opas - spiega Cesare Romiti, presidente di Rcs - fa parte dei nuovo modo di procedere del capitalismo, dove entra in gioco la competitività delle imprese». Ma come andrà a finire? «Siamo ancora all'inizio - replica il numero uno di Gemina -. Non so come evolveranno le cose. Sono qui e osservo». « Ma sia chiaro - conclude - la mia è un'opinione da cittadino...». E i politici? Da palazzo Chigi il tam tam, incessante e quasi monotono, è sempre lo stesso: il governo osserverà la più rigorosa neutralità. «Sarà - borbotta da Strasburgo Berlusconi - ma se li avessi avuti io i rapporti di D'Alema con i poteri forti avrebbero di sicuro gridato allo scandalo...». Ma la polemica, su questo punto, non supera il livello delle battute («In questo Paese - ripeteva ieri una vecchia volpe del business meneghino - esiste ormai una sola merchant bank. E sta a palazzo Chigi...»). Tutti, nel governo, sono d'accordo con l'atteggiamento di D'Alema: decida il mercato. «Non parlo di assicurazioni» taglia netto Bersani, ministro dell'Industria. «Mi aspetto una contromossa - aggiunge Micheli, ministro dei Lavori Pubblici -. C'è una bella lotta in corso. E' il gioco del mercato. Ci sono due settori strategici, banche e assi¬ curazioni, in movimento. E' un magma che deve consolidarsi». Analogo il parere di Dini («decida il mercato» è il suo commento lapidario) mentre Visco, ministro delle Finanze, si limita a ribadire che «il governo non ha alcun potere in materia. Magari ce l'ha il governatore della Banca d'Italia, perché ci sono banche coinvolte». Tace, infine, la grande finanza europea. L'Axa di Claude Bébéar, che un'abile campagna in arrivo da Mediobanca e amici ha additato come possibile «aggressore» di Trieste, ha ieri smentito attraverso il portavoce più autorevole: il ministro dell'Economia Strauss Kahn che, dopo aver aperto una porta alla possibile collaborazione tra Eni ed Elf-Total, ha bocciato come pura follia la voce di una partecipazione di Axa alla battaglia italiana. Inutile chiedere informazioni alla Banque Lazard, grande azionista delle Generali ma in rotta con Mediobanca. Per ora, è la risposta, non ci ha interpellato nessuno: né i «soci» delle Generali, né gli eventuali «difensori». Nessun commento nemmeno dal panzer Allianz, il numero uno delle polizze europee. La «guerra» italiana, ovviamente, è seguita con attenzione ma più per i riflessi che può avere sugli altri concorrenti europei che in vista di un intervento diretto. Tace anche, per ora, il Crédit Suisse Winterthur di Claus Muehleman, l'unico gruppo, per dimensioni finanziarie e collocamento strategico (è partner azionario di Ina), che può recitare il ruolo di cavaliere bianco. A Zurigo e a Londra, nel quartier generale di Cabot Square di Crédit Suisse First Boston, il dossier Ina-Generali è in bella evidenza sui tavoli. Ma c'è tempo per rispondere alla prima mossa di Trieste con la variante di Zurigo... 4 [u.b.] Micheli si attende una contromossa Visco: non abbiamo alcuna autorità ma Bankitalia sì Nessun commento dalla grande finanza europea. 11 ministro francese Strauss Kahn nega la possibilità di una partecipazione di Axa al conflitto fra i colossi italiani delle assicurazioni min EFFETTO OPAS A PIAZ£A L'fomento dei tHolidelles^^ nella giornata di ieri. Valori In Euro. Fonte: Rodiocor. 31,6 ORE 93 ORE 103 ORE 113 ORE 123 ORE 143 ORE 153 ORE 163 ORE 173