IL NUOVO CLIMA TRA POLO E QUIRINALE
IL NUOVO CLIMA TRA POLO E QUIRINALE IL NUOVO CLIMA TRA POLO E QUIRINALE Massimo Luciani E' un nuovo clima tra Polo e Quirinale. L'incontro di lunedì fra Ciampi e Berlusconi ha confermato che le tensioni dell'eraScalfaro sono un ricordo del passato, sicché anche la sorte delle riforme istituzionali potrebbe beneficiare del cambiamento. A quanto pare, il leader del Polo hà chiesto e trovato le garanzie che cercava, e questo potrebbe riaprire il confronto tra la maggioranza e un'opposizione tranquillizzata da un più sereno rapporto con la più alta carica dello Stato. Quel che è certo, però, è che il capo dello Stato non può garantire (come si è letto in qualche commento) che le riforme si facciano con l'opposizione. In una democrazia chi decide è sempre una maggioranza, e a stabilire quanto questa sia ampia è solo il confronto politico. Quando la Costituzione ha voluto maggioranze qualificate lo ha detto espressamente, mentre in tutti gli altri casi il principio maggioritario si applica senza temperamenti. Cosa diversa (e giusta) è ritenere che sia opportuno che le riforme, incidendo sulle regole del gioco, siano condivise dallo schieramento più ampio possibile. Questo significa che lo sforzo per trovare un accordo si deve fare, ma nulla impedisce che se questo manca, magari per le richieste eccessive dell'opposizione, la maggioranza decida da sola. In questo scenario il Presidente può, tutt'al più, garantire che le riforme si discutano anche con l'opposizione, ma certo non avrebbe i poteri per ostacolare un tentativo riformatore per il solo fatto che questa non è d'accordo. In ogni caso, questa vicenda dimostra come sia oscillante la percezione che le forze politiche hanno del ruolo del capo dello Stato. Se a Scalfaro il Polo chiedeva di seguire rigorosamente il basso profilo che si diceva - era previsto dal testo della Costituzione, oggi domanda a Ciampi di essere protagonista (anche se in funzione di garanzia) del processo riformatore. Un cambiamento di prospettiva, insomma, può incidere molto sul modo in cui la politica legge il disegno costituzionale della forma di governo.
Persone citate: Berlusconi, Ciampi, Massimo Luciani, Scalfaro
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