« Basta Università libera a tutti »

« Basta Università libera a tutti » IL MINISTRO «LA MIA RIFORMA PROCEDE A PIENO RITMO» « Basta Università libera a tutti » Zecchino: l'iscrizione senza limiti, diritto fasullo intervista Aldo Camillo ROMA SI celebra il ventennale dell'università di Viterbo: toghe, tocchi.^nagnifici rettori che accolgono fCarÌ6-Azeglio Ciampi e la signora Franca, Emilio Colombo che si abbandona a rievocazioni con Andreotti. A scompigliare gli ermellini dei docenti provvede il discorso del ministro per l'Università, Ortensio Zecchino: «L'era dell'iscrizione indiscriminata all'università è finita. Su 100 iscritti alle facoltà umanistiche provenienti da istituti tecnici, 94 non sono ancora laureati dopo sette anni. Così non si può continuare». Ministro, intende dire basta con i geometri che studiano greco o i periti che si cimentano con la filosofia teoretica? «Dobbiamo riconoscere che non è stata una gran trovata. Anzi, diciamo pure che si tratta di un residuato della cultura del '63. Di demagogia. Riconosciamolo: l'apertura indiscriminata delle iscrizioni si è rivelata un diritto fasullo. Non ha contribuito alla libertà vera, ma a una libertà puramente nominalistica. E parlo per esperienza diretta». A che cosa si riferisce? «Ricordo quando insegnavo materie storico-filosofiche a Urbino, alla fine degli Anni '70. Arrivavano i diplomati dell'istituto di arti grafiche, che, non sapendo cosa fare, si iscrivevano a giurisprudenza. Poverini. Appena leggevo sul libretto la provenienza, immaginavo come sarebbe finito l'esame. Altra cosa erano quelli che arrivavano dai licei. Potevano essere più o meno studiosi, ma c'era una base, un linguaggio comune. Non a caso, più di metà degli iscritti alle facoltà umanistiche provenienti dai licei si laurea entro 7 anni, mentre, come dicevo, tra i diplomati degli istituti tecnici la percentuale crolla al 6%». Che farà allora il governo? Si ritorna al passato presessantottino? «Non sarà una restaurazione. Non sbarriamo le porte degli atenei. Ad esempio, non no condiviso l'elogio del numero chiuso di Panebianco, che ha provocato l'entusiasmo di Fini, Casini, Berlusconi. Io considero il numero chiuso un residuato del dirigismo. Bisogna introdurre limiti per qualità, non per quantità». Quali limiti? Per alcuni l'accesso resterà automatico; ad esempio per chi arriva a Lettere dal Classico. Ma non taglieremo fuori a priori chi ha fatto l'istituto tecnico industriale e avesse nel frattempo maturato una vocazione diversa. Dovrà però sottoporsi a una prova, che verifichi se ha la cultura per affrontare una facoltà umanistica. Le università dovranno organizzare corsi per poterlo preparare». E gli altri ministri sono d'accordo con lei? «Ho fatto i miei sondaggi. Qualcuno è preoccupato che la riforma possa essere letta come reazionaria. Ma nessuno dubita della sua bontà». Compreso D'Alema? «Non mi faccia dire cose riservate». Però Mussi invoca ((una spallata alle riforme in campo universitario», poiché uè lì che si registra il più netto insuccesso nel campo della formazione». «Davvero ha detto questo?». Le ho appena letto un'agenzia Ansa. «E' la vocazione negativa di alcuni Ds alla demolizione degli alleati. In 10 mesi abbiamo rivitalizzato la ricerca, rifatto il Cnr, e ora attendo il parere del Parlamento per varare il regolamento generale che definisce l'autonomia degli atenei e riforma la laurea tradizionale». Ma se gli studenti non si laureano, non sa ì anche colpa degli insegnanti? «Altroché. C'è gente che si limita alla lezione cattedratica, e poi sparisce. I doveri dei docenti sono evanescenti. Vanno ampliati. Va riformata la condizione giuridica dei professori. Che non hanno rapporti con gli studenti. E lavorano in autarchia: qualcuno aggiunge ogni anno 200 pagine al programma, e costringe i ragazzi a dedicare 8-10 mesi a un solo esame, in un anno accademico che magari ne prevede altri quattro. Il problema è che il mondo universitario è autoreferenziale. Lo Stato dà soldi a tutti - 185% delle risorse delle università viene ancora dalle casse statali -, mentre dovrebbe incentivare e penalizzare. Occorre valutare atenei e docenti. Ascoltando anche i pareri degli studenti». Vuol dire che gli allievi daranno i voti ai professori? «Non proprio: però contribuiranno a farlo. (ìli utenti sono loro, e la loro opinione andrà sentita sistematicamente». «Su cento studenti provenienti da Ite 94 a fine corso non sono laureati» «Ci vuole una prova intermedia per il passaggio dalle superiori» I RAGAZZI DEL '99 ANNI MATERNA ELEMENTARE SECONDARIA SECONDARIA TOTALE SCOLASTICI DI 1" GRADO DI 2" GRADO 1989/90 822.614 2.889537 2.266.471 2.564.774 8.543.396 [835.662] 1990/91 824.025 2.853568 2.147.223 2.577.288 8.362.104 [815.229] 1991/92 837.199 2.759.889 2.038.120 2583.959 8.219.367 [824.469] 1992/93 840.404 2.689.786 1.955.683 2560.113 8.045.986 [822.810] 1993/94 846.365 2.632.324 1.904.745 2 543592 7.926.826 [805.913] 1994/95 872.158 2.617.988 1.867.230 2.494.446 7.851.822 [792.770] 1995/96 892546 1601.914 1.832.912 2.479.345 7.806.717 [784.571] 1996/97 911.183 2.605.809 1.786.329 2.448.176 7.751.497 [762.316] 1997/98 917.881 2569582 1.712.253 2.399.094 7599.110 [730.608] 1998/99 917.396 2588.725 1.683.460 2.350575 7.540.156 [740.029] 1999/00* 922.180 2575592 1.648.871 2557.665 7534.608 822.614 ♦ - BAMBINI [74.047] •— POSTI DEL PERSONALE DOCENTE ' Gli alunni prospettali corrispondono o quelli frequentanti e sono stali stimati utilizzando i modelli previsionali messi a disposizione dal Sistema Informativo. Si precisa, comunque, che II dolo per la scuoio secondoria di 2 grado liene conto dell'innalzoment dell'obbligo scolasti' 2.180 2575592 1.648.871 2557.665 7534.608 BAMBINI POSTI DEL PERSONALE DOCENTE ettali corrispondono ntanti e sono stali ndo i modelli ssi a disposizione dal ativo. Si precisa, II dolo per la scuoio grado liene zoment lasti' Il ministro dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica Ortensio Zecchino

Luoghi citati: Roma, Urbino, Viterbo