«L'intervento a Timor è urgente Santità, lo spieghi lei a Clinton» di Marco Tosatti

«L'intervento a Timor è urgente Santità, lo spieghi lei a Clinton» Mons. Belo dopo il colloquio con il Papa, mentre l'Onu è riunita per superare le ultime reticenze indonesiane sulla forza di pace «L'intervento a Timor è urgente Santità, lo spieghi lei a Clinton» Marco Tosatti CITTA' DEL VATICANO Il Papa farà pressione su Clinton affinchè la forza di pace a Timor giunga al più presto: è questo il regalo che mons. Carlos Ximenes Belo ha chiesto e ottenuto da Giovanni Paolo II. «Il Papa - ha riferito il premio Nobel per la pace - mi ha chiesto che cosa la Santa Sede può fare per il popolo di Timor. Gli ho risposto che potrebbe cercare di sollecitare il presidente Clinton per procedere immediatamente all'azione per una forza internazionale di pace». E la risposta? «Il Papa mi ha promesso che interverrà presso Clinton. Ciò sarà fatto attraverso i canali della diplomazia della Santa Sede». Un giornalista gli ha chiesto: perché Clinton? «Lui ha risposto mons. Belo sorridendo - è il padrone del mondo. Speriamo che non abbia due pesi e due misure, una per il Kosovo e una per Timor». Ma i timoresi, ha ripeuto mons. Belo, hanno il diritto di difendersi dagli attacchi delle milizie. «Non ho incitato la gente a prendere le armi, ma il diritto all'autodifesa è riconosciuto anche dalla morale cattolica», ha spiegato il presule, critican¬ do alcune forzature giornalistiche fatte nei giorni scorsi alle sue parole. «Finora ha osservato - il popolo non ha reagito alle aggressioni cui è stato sottoposto». Ma bisogna muoversi in fretta: «subito» una forza di pace internazionale, «subito» cibo, medicine e acqua per gli almeno centomila timoresi che si sono dovuti rifugiare nelle foreste e sui monti, «subito» si dovrà pensare a come far tornare i forse ottantamila abitanti dell'isola che sono stati deportati fuori dal loro Paese. Poi la comunità internazionale si dovrà porre il problema dei crimini, così come se lo è posta in altre, analoghe situazioni. A brevissima scadenza, probabilmente oggi, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite potrebbe votare l'attesa risoluzione su Timor Est; e giovedì potrebbe dare il via all'invio nell isola del contingente internazionale di pace. Lo hanno riferito fonti del Palazzo di Vetro, precisando che la riunione del Consiglio è stata rinviata per dar modo al segretario generale Kofi Annan di tornare a incontrare il ministro degli esteri indonesiano, Ali Alatas, il ministro degli esteri australiano Alexander Downer e quello portoghese Jaime Gama. I militari di Giakarta hanno ripetuto la loro contrarietà alla presenza di soldati australiani nella forza di pace; e il ministro indonesiano sembra voler giocare sui tempi lunghi, per dar modo alle milizie di continuare nella loro opera. «Voglio sapere - ha detto Alatas - la composizione della forza di pace, quali Paesi e in che proporzione la rappresenteranno, la durata della missione e molti altri dettagli, e rimarrò qui per tutto il tempo necessario». José Ramos Horta, uno dei leader indipendentisti di Timor, ha chiesto che non sia permesso ai militari indonesiani di lavorare nella regione assieme al contingente di pace dell'Onu. «Sarebbe uno scandalo se i militari indonesiani che sono criminali, ladri e stupratori diventassero ora parte della forza multinazionale». Nel frattempo la Croce Rosa ha inviato a Dili due suoi rappresentanti per valutare la situazione e le necessità umanitarie della popolazione. Il contingente internazionale di pace dovrebbe essere composto da 7 mila uomini sotto la guida dell'esercito australiano, che ha già mobilitato 2500 soldati. 1 primi lanci di viveri e aiuti potrebbero cominciare domani. Portata in salvo a Darwin, un'anziana bacia la mano a un operatore Onu: a Dili la sede delle Nazioni Unite ha sgomberato

Luoghi citati: Dili, Giakarta, Kosovo, Timor Est