Le Generali in compo per conquistare Fina di Valeria Sacchi

Le Generali in compo per conquistare Fina Il colosso assicurativo ha pronti 23.800 miliardi per il gruppo che sta trattando col Sanpaolo Imi Le Generali in compo per conquistare Fina Roma ribatte: l'offerta è ostile Valeria Sacchi MILANO Rotti gli indugi, le Generali lanciano un'offerta pubblica di acquisto e di scambio (Opas) sul 100% dell'Ina, offerta che il presidente dell'Ina, Sergio Siglienti, definisce «ostile in quanto non e stata nò annunciata, nè concordata con il management». Per la conquista della terza compagnia italiana le Generali mettono sul piatto 23.800 miliardi, disposte a pagare per ogni azione Ina 0,83 euro in contanti e il restante 0,07 in azioni ordinarie Generali di nuova emissione, e riconoscendo un «premio» di circa il 17%. L'annuncio avviene nel primo pomeriggio al termine di una mattinata laboriosa, che vede il presidente Alfonso Desiata riunirsi in piazza Cordusio con i suoi amministratori delegati, Gianfranco Gutty e Fabio Cerchiai, poi correre al comitato esecutivo della compagnia convocato presso la sede della controllata Alleanza. Mentre in Borsa i titoli Generali, Ina e Alleanza restano sospesi dalle contrattazioni fin da metà mattina. In Alleanza, per il summit della sfida ci sono proprio tutti: il vicepresidente di Generali e presidente di Mediobanca Francesco Cingano, Luigi Lucchini, Eugenio Coppola di Canzano, Wilhelm Winterstein, Gerardo Broggini e Tito Bastianello, oltre ai vertici operativi. Il dado è tratto, l'attacco è lanciato. Imposto, come recita una nota ufficia¬ le delle Generali, dalla «rapida evoluzione degli eventi». Che tradotto in linguaggio comprensibile, significa il timore che potesse essere il San Paolo-Imi a lanciare per primo un'Ops sull'Ina con la quale sta dialogando ai fini di una «integrazione amichevole». In serata fonti vicine alla compagnia triestina faranno sapere che la sofferta decisione è stata presa dopo che l'Ina aveva «abdicato» al suo ruolo di autonomia. Mentre fonti della parte avversa chiariranno che le voci di un incontro tra Desiata e il presidente del Sanpaolo Luigi Arcuti, filtrate la sera di lunedì, erano destituite di fondamento. E' la guerra dei comunicati che inizia, preludio del duello che si profila tra due grandi sistemi finanziari italiani: Mediobanca e Generali da una parte, Sanpaolo Imi e Ina dall'altra. Lo scontro è già evidente. Il primo a uscire allo scoperto è Umberto Agnelli, presidente di Ifil e dunque grande azionista di San Paolo-Imi. Definisce la mossa di Generali «un'operazione prepotente», e spiega: «Sanpaolo-Imi e Ina stanno dialogando amichevolmente su un progetto industriale di bancassurance che rafforza le strutture finanziarie del nostro Paese. L'Opa ostile delle Generali è pertanto un'operazione prepotente, lontana dallo stile e dalla tradizione delle Generali stesse». Più neutrale la nota del comitato esecutivo di San Paolo-Imi. Nella quale l'istituto, dopo aver ricordato di essere grande azionista di Ina, riafferma la volontà di portare avanti i colloqui già avviati per definire «amichevolmente un progetto industriale e finanziario di comune interesse». E conclude anticipando che la questione sarà esaminata al consiglio convocato per il prossimo martedì. Ma appena finisce la riunione sia il presidente Luigi Arcuti che l'amministratore delegato Rainer Masera volano a Roma. Anche la Caisse Nationale de Prevoyance (2,5% dell'Ina) sostiene che «quella delle Generali sull'Ina è un'offerta non sollecitata e accolta come tale», mentre il portavoce del Crédit Suisse ricorda la recente dichiarazione di Lukas Muehlemann «favorevole a qualsiasi cosa positiva per l'Ina». Insomma i grandi azionisti sia di San Paolo che di Ina sembrano concordi nel sostenere il progetto di integrazione e pronti quindi a opporre un fronte unito all'attacco del Leone. In sintesi le possibili reazioni di difesa all'affondo di Generali possono articolarsi su tre ipotesi: completare l'aggregazione tra Sanpaolo Imi e Ina prima del lancio dell'Opa, facendone quindi saltare i parametri; il lancio di un'Opa amichevole sull'Ina da parte dei suoi grandi azionisti, magari d'intesa con i maggiori partner di Sanpaolo; una contropa dell'Ina sulle stesse Generali, sostenuta anch'essa dai grandi azionisti Ina e dai grandi azionisti Sanpaolo. In serata, forse preoccupato delle reazioni, lo stesso Desiata si è affrettato a sostenere che «il progetto non è ostile», anzi «contribuisce a creare valore per gli azionisti». Quanto alla Borsa, dopo la riammissione dei titoli piazza Affari ha premiato l'Ina con un rialzo vicino al 9% e ha punito le Generali con un calo del 4,84%. il TRIESTE ALL'ATTACCO L'OPERAZIONE L'offerta pubblica di acquisto e scambio (Opas) consente alle Generali di proporre l'acquista di azioni Ina in cambio di denaro e titoli propri, a differenza dell'offerta pubblica di acquisto (Opa) che vincolerebbe la transazione solo al pagamento in denaro. L'operazione su Ina dovrebbe partire il prossimo gennaio . CORRISPETTIVO Per ogni pacchetto minimo di azioni Ina negoziabili (2000) le Generali offriranno 1660 euro in contanti e 140 azioni Generali di nuova emissione da 2000 lire nominali ciascuna (godimento primo gennaio 1999) VALORI DELLE AZIONI INA ; Per te Generali corrisponde a 3,04 curo, con un premio I implicito del 17,7% (28,8% rispetto alla media delle | quotazioni Ina negli ultimi 30 giorni, 33,6% sugli ultimi I 3 mesi e 28,4% sugli ultimi sei mesi) CONSULENTI FINANZIARI j Mediobanca e Warburg Dillon Read. L'eventuale j finanziamento sarà organizzato dalle stesse e da Comit, [ Bancaroma, Intesa, Commerzbank, Unicredito e Credit ; Agricole Intfosuez CONDIZIONI DELL'OFFERTA L'Opas è rivolta a tutti gli azionisti ordinari dell'Ina, ma non sarà diffusa in Usa CONSEGUENZE SUL MERCATO Se l'Opas avrà successo, nascerà un polo che controllerà .1 quasi un quinto (19,34%) dei rami danni e vita del mercato assicurativo italiano: ; Generali 7,64% + Alleanza 4,24% • + Ina 4,15% + Assitalia 3,31% CHI COMANDA ALLE GENERALI | 1. Spafid 6,07% 2. Mediobanca 5,87% 3. Banca d'Italia 4,86% 4. Euralux 4,76% 5. State Street Bank and Trust Company 2,45% 6. The Chase Manhattan Bank bi.A. 2,40% Spafid ha in custodia le azioni al servizio dei warrant emessi dalle Generali con l'aumento di capitale del 1991 che, quindi, non sono legate al patto di sindacato che unisce Medichamo alla Euralux. Tale patto è in scoacnza nel 2001 CHI COMANDA ALL'INA Tesoro 9,9% del capitale (dati Consob del 17 agosto) (*) NUCLEO STABILI San Paolo Imi 5,248% Compagnia di San Paolo 2,998% Credit Suisse 3,3% complessivo (con l'I ,966% attraverso Winterthur) 1 Swiss re 2,035% Cp assurances 2,005% Fondazione Cariplo 2,5% Cassa dei ragionieri 0,50% Nurnberger 1,7% Cassa nazionale di previdenza forense 1,2% Banca d'Italia, fondo pensioni 2,5% Ina ALTRI Popolare Vicentina 2% di azioni proprie le azioni i (*) partecipazione apparente, dal momento che (a riferimento al quantitativo residuo di pen's, le obbligazioni quinquennali convertibili in azioni ina che sono stale emesse nei giugno del 96 ol momento della terza (ranche di privatizzazione. In realtà lo i quota effettiva del Tesoro è pari all'I,1%) min TRIESTE ALL'ATTACCO li presidente delle Generali Alfonso Desiata A destra, il numero uno del Sanpaolo Imi Luigi Arcuti

Luoghi citati: Canzano, Milano, Roma, San Paolo, Trieste, Usa