Asinelio: niente partito unico

Asinelio: niente partito unico Asinelio: niente partito unico No aWoffertadi Quercia e Vérdi «Sarebbe sbilanciato a sinistra» Arturo Parisi ROMA. L'idea del partito unico della sinistra non convince i Democratici. Anzi, più che alla proposta di unire Ds, Verdi e Asinelio avanzata da Botteghe Oscure, gli uomini di Prodi guardano con interesse al progetto, suggerito da Achille Occhetto, di mettere insieme tutti gli ulivisti" del centro-sinistra. L'argomento è stato trattato ieri dall'esecutivo dei Democratici che, seppur a ranghi ridotti (Rutelli e Di Pietro erano impegnati a Strasburgo e Enzo Bianco doveva presiedere la riunione della giunta catanese), ha fatto il primo punto della situazioni; alla ripresa dei lavori parlamentari. Nei giorni scorsi, prima il neosindaco di Firenze, Leonardo Dominici, e poi il numero due del Bottegono, Pietro Polena, avevano suggerito un percorso comune che conducesse alla confluenza di Ds, Democratici e Verdi, in un unico soggetto politico. E sull'onda di questa iniziativa, Walter Veltroni aveva anche programmato un incontro con Romano Prodi a Strasburgo in coincidenza con il voto di fiducia del Parlamento europeo alla Commissione europea. Il "faccia a faccia" è però saltato: ufficialmente a causa di impegni sopravvenuti per entrambi. Sta di fatto che da Roma, proprio ieri, è arrivato il garbato "niet" dei Democratici all'ultima offerta diessina. «Noi non siamo di sinistra, né di centro. Noi siamo di centrosinistra - spiega Willer Bordon -. Apprezziamo quella proposta nelle sue intenzioni, nell'obiettivo di semplificare il quadro politico. Esattamente come apprezzavamo la proposta formulata la scorsa settimana da Francesco Cossiga. Ma vogliamo lavorare ad un progetto che unisca tutto il centrosinistra e non una parte». Lo stesso Bordon, «E' più ccrearlarga forrifornel bipo oerente e una mazione mista larismo» che nell'Asinelio riveste il ruolo di Coordinatore, sottolinea invece che tutt'altro interesse ha suscitato Occhetto invitando tutti gli "ulivisti" della maggioranza ad unirsi in una sola formazione. «Noi, tutti, siamo pronti - sottolinea i'esponente dei Democratici - ad offrire il nostro contenitore per ospitare chi volesse venire. Ma siamo anche disponbili a dar vita ad un altro soggetto». Un'operazione questa che rischierebbe di spaccare soprattutto i Ds e il Ppi. «Non so se ci sono questi rischi - ripete Bordon -. Crediamo, però, che l'idea di Occhetto vada nel senso di marcia che intendiamo imboccare». E così mentre Rino Piscitello dice convinto che la proposta di Polena «è vecchia e quindi non merita replica», per evitare equivoci dal quartier generale dell'Asinelio arriva anche per iscritto il no alla Quercia. Con una nota di Franco Monaco si fa sapere che unire Ds, Democratici e Verdi, significherebbe «incoraggiare un piccolo centro distinto ed au tonomo» e «accen tuerebbe lo sbi lanciamento a sinistra» della eoa lizione. Eppoi, gli fa eco Massimo Cacciari, «non si fa un partito nuovo sulla base di programmi verbab». Tiepida anche la risposta dei Verdi, gli altri interlocutori della Quercia. «Non è ancora giunto il momento - ha rimarcato Grazia Francescato, coordinatirce del movimento, - di scegliere così drasticamente i nostri futuri compagni di viaggio». Per non parlare deiComunisti italiani: per loro quell'idea è come il fumo negli occhi. «Noi - puntualizza Armando Cossutta - riteniamo utile una maggiore coesione, senza però giungere a forme organiz zative uniche». Insomma, si tor na ai blocchi di partenza, [e. t. «E' più coerente creare una larga formazione riformista nel bipolarismo» Arturo Parisi

Luoghi citati: Firenze, Roma, Strasburgo