Duello nel centrosinistra di Maria Grazia Bruzzone

Duello nel centrosinistra Duello nel centrosinistra Ds-Democratici, vertice aggiornato Maria Grazia Bruzzone ROMA il ministro delle Comunicazióni Salvatore Cardinali; esce prima degli altri dal vertice del controsinistra sulla par condicio e usa parole tranquillizzanti: «Si sta lavorando per arrivare a un testo della maggioranza che migliori la proposta del governo. Non ci ..uno scout ri. ma una discussione propositivo...») Eppure le grida che rimbalzano fino alle orecchie (lei cronisti assiepati nell'atrio del Senato, trapassando lo spesse porli; della sala Cavour, dove alle otto e mezza di sera il vertice non accenna a finire, lamio pensare a ben altri umori. Doveva (piasi essere una passeggiata, una riunione tecnica per mettere a punto un testo di compromesso clic accontentasse un po' tulli: dai Iischi:sponsorizzavano la proposta «proibizionista» del governo ai democratici, verdi e socialisti decisamente contrari a regalare a Berlusconi e ai suoi un'amia così potente: la possibilità di ergersi a vittima di una legge «liberticida», contro la (piale ancora ieri ha dichiaralo che - se passasse - promuoverebbe addirittura un referendum. E invero, la disponibilità manifestata a sorpresa nei giorni scorsi dal segretario della Quercia Walter Veltroni di passare da una filosofia di «spot vietati a tutti» a «spot gratis per tutti», sia pure con regole certe, faceva pensare che un accordo di maggioranza non l'osse lontano. Invece niente. V. proprio dai Ds è venuto l'irrigidimento, Con Fabio Mussi che a un certo punto se ne e uscito dicendo che «comunque dobbiamo andare avanti e presentare gli emendamenti al Senato». Un'affermazione che ha l'alto imbestialirò i democratici, consapevoli che al Senato contano poco o niente. Era come dire che delle obiezioni dell'Asinelio si poteva anche non tener conto. «Ma questo è in contraddizione con quanto ha detto Cavino Angius, il quale aveva assicurato elle non si sarebbe mosso un dito senza un accordo di maggioranza. Una contraddizione assoluta», gli ha replicato Bino Piscitello. «Capita», gli ha risposto a ruota Mussi, laconico e tagliente comi: sa essere. Ed ò lì che le urla hanno perforato le porte. Angius, il nebcapogruppo dei Ds del Senato, a questo primo vertice del rientro d'autunno, stranamente non c'era. Assente per altri impegni. Così i democratici avevano un bell'insistere: «Entriamo nel merito». Mussi teneva duro e la situazione era allo stallo, tanto che il popolare Antonello Soro ha azzardato: «Alla fine una soluzione bisognerà pure trovarla». Trovarla e in breve. Su questo tutti si sono detti d'accordo. Anche perché le regionali non sono alle porte, ma quasi. E arrivarci senza par condicio «significa correre il serio rischio che Berlusconi vinca», ha detto qualcuno. Suscitando nuove obiezioni dei democratici: «Vincerà certo se si insiste nel proibizionismo». Non è stata l'unica volta in cui il leader del Polo è stato evocato. Il ministro dei Rapporti col Parlamento Guido Folloni ha insistito che bisognava dar tempo a Forza Italia di presentare i suoi emendamenti. Altri hanno obiettato che laisettimana richiesta da Fi è solo una manovra dilatoria, perché si sa che al Senato i tempi sono stretti (il 15 ottobre inizia la sessione di Bilancio). Risultato finale: la riunione ò aggiornata a martedì prossimo, per dar modo a tutti di presentare emendamenti scritti al testo del governo. Ma il senatore verde Semenzato non è affatto pessimista: «Un accordo in realtà non è lontano. La soluzione sarà probabilmente quella di consentire gli spot durante la campagna elettorale, regolamentando spazi e tetti di spesa. Ma inserendoli in "finestre" apposite, distinte dagli spot commerciali. Anche per non creare sperequazioni nella collocazione di ciascuno nei palinseti». «Se è per questo, basterebbe stabilire dei criteri di rotazione», ribatte indefesso Piscitene Il ministro Cardinale «Oggettiva l'esigenza di vietare gli spot a un mese dal voto» In alto il leader del Polo Silvio Berlusconi A sinistra il ministrò -S Saltatore " Cardinale

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