In Sicilia volevano Maria José regina

In Sicilia volevano Maria José regina In Sicilia volevano Maria José regina Macaluso: «Gli agrari erano pronti a tutto» EMANUELE Macaluso è una delle memoria storiche del Dopoguerra siciliano. Dirigente della Cgil dal 1947 diverme poi deputato, senatore del Pei, direttore dell'Unità ed oggi si occupa della sua rivista Le ragioni del Socialismo. Perchè gli analisti della Cia ritenevano che i comunisti avrebbero prevalso nelle città siciliane di Siracusa, Agrigento, Catania e Messina? «Nel 1948 la forza dei comunisti in Sicilia era nelle campagne, nelle zone minerarie non nelle città. Ad ispirare gli analisi della Cia devono essere slati i risultali delle elezioni regionali del 1947, vinte dalla stessa sinistra che aveva perso quelle politiche del 1946. Dopo la sconfitta del 1946 la Sicilia conobbe un grande movimento contadino per la riforma agraria e il 20 aprile 1947 il "Blocco del popolo" con l'effige di Garibaldi prese un ter/o dei voti, guadagnando 29 seggi all'Assemblea Siciliana contro i 20 della De, 20 dei monarchici e 10 dei separatisti. Dieci giorni dopo quella vittoria ci fu la strage di Portella della Ginestra: fu il segnale della riscossa agraria e mafiosa contro quel movimento di riforma. Cominciò proprio con Portella della Ginestra l'opera di ricomposizione del fronte padronale ed agrario attorno alla De, che preparò la vittoria del 1948». Nel rapporto della Cia del marzo 1948 il separatismo siciliano viene identificato come l'ultima estrema roccaforte contro la nascita di un'Italia co¬ munista. Quale era la forza effettiva di questo movimento? «Il vero tentativo separatista in Sicilia c'era stato nel 1946 all'epoca del referendum, quando perse la monarchia. Umberto di Savoia era venuto a Palermo, si era allacciato dal Palazzo Reale. Vi erano state delle manifestaziioni a suo sostegno, a cui partecipò in prima fila il cardinale Ruffini, Dopo la vittoria della repubblica si formò un movimento di generali, fra cui c'era anche Berardi, che pensava di utilizzare il separatismo siciliano per instaurare la monarchia in Sicilia. ! rotocalchi all'epoca avanzarono perfino l'ipotesi di un regno affidato a Maria José. Ma fra il 1946 ed il 1948 il movimento separatista si era andato progressivamente esau- rendo, tranne un filone minore quello di Antonino Barbaro che nel 1947 andò con le sinistre. Certo, nel 1948 il separatismo assieme alla mafia diede manforte alla De ma dopo la vittoria elettorale il movimento svani del tutto, venne assorbito dalla De. Sopravvisse solo la Banda Giuliano con la quale trafficarono alcuni uomini dei servizi americani come il capitano "Stern". il Bandito Giuliano non a caso fu preso solo nel 1950 quando fu la malia che lo consegnò ai carabinieri». Ma se nel 1948 il separatismo si andava oramai spegnendo perchè la Cia gli assegnava un ruolo di primo piano? «Per separatismo a mio avviso gli americani intendevano la sua vera anima, la vecchia classe dirigente agraria guidata all'epoca dal sindaco di Palermo Lucio Tasca. Fu lui che creò l'esercito dei volontari siciliani, che aveva la propria ala annata nel Bandito Giuliano e in Concetto Gallo. Bisogna tener presente che in Sicilia, come in tutto il sud, le forze agrarie e reazionarie nel 1948 erano disponibili a tutto. Su questo non c'è dubbio e il rapporto Cia lo conferma. Storicamente Iti classe dirigente siciliana, la vecchia aristocrazia è sempre staiti separatista - dai Borboni a Garibaldi - per poter continuare la difesa dei propri privilegi. Ix) ha fatto prima con le potenze straniere, poi con lo Stalo Sabaudo e quindi, nel dopoguerra, con gli americani e gli ingle si. Non mi stupisce che questa classe dirigente, fon e del blocco agrario, potesse pensare ad un'operazione congiunta con gli americani in casti di sconfìtta elettorale nell'aprile del 194H. Ma Togliatti, ben conscio degli equilibri di Yalta, avrebbe fatto di tutto per evitate la guerra civile: avrebbe potuto nominare a Presidente del Consiglio Vittorio Emanuele Orlando o perfino Alcide DeGasperi». [ni. mo.j «Se avesse vinto Togliatti avrebbe scelto come premier Orlando o De Gasperi» Sopra il bandito Giuliano, a destra la regina Maria José di Savoia