1948, guerra civile a Roma

1948, guerra civile a Roma Il rapporto segreto della Cia al presidente Truman: ecco cosa accadrà in Italia se la De perde le elezioni del 18 aprile 1948, guerra civile a Roma Maurizio Sviolinati inviato a WASHINGTON" GUERRA civile, Roma contesa fra milizie «bianche» e «rosse», l'Italia spaccata in due I lungo una linea del fronte dal Lazio agli Abruzzi, intervento alleato a sostegno degli insorti nel Centro-Sud, moti separatisti in Sicilia e Sardegna come ultima carta per evitare la formazione di un governo filo-sovietico nel cuore del Mediterraneo ed a due passi dal Vaticano: ecco che cosa sarebbe potuto avvenire in Italia se il fronte delle sinistre avesse vinto le elezioni del 18 aprile 1948. La ricostruzione dello scenario seguente ad una sconfitta politica della De di Alcide de Gasperi emerge dalle 11 pagine del rapporto sulle «Consequenze della salita al potere in Italia dei comunisti con mezzi legali» che la Cia consegnò il 15 marzo 1948 al presidente Harry Truman ed ai membri del Consiglio di Sicurezza Nazionale e che adesso, dopo essere stato declassificato il 26 novembre 1993, è consultabile dai ricercatori negli archivi microfilmati della Biblioteca Gilman della George Washington University. Nella persistenza del veto americano alla declassificazione dei documenti Usa relativi ai giorni cruciali dell'aprile 1948 il rapporto della Cia descrive lo scenario a cui la Casa Bianca si preparava. La sequenza di «fatti possibili» assomiglia quasi alla sceneggiatura di un film e ruota attorno ad un postulato: «Passerà almeno un mese prima dell'insediamento del nuovo governo ed anche se il Fronte popolare dovesse ottenere la maggioranza dei seggi il suo arrivo al potere potrebbe essere evitato con una falsificazione dei risultati o con il ricorso all'uso della forza». Sull'ipotesi della'«falsificazioiie'dei risultati» in testo non torna più mentre seguono i dettagli su come la guerra civile fra italiani avrebbe potuto iniziare: «Il tentativo di prevenire con la forza il consolidamento al potere del governo dominato dai comunisti potrebbe essere favorito dall'impiego delle unità dell'Esercito e dei Carabinieri minacciati dalle epurazioni e godrebbe segretamente del sostegno del Vaticano, che potrebbe però arrivare a schierarsi apertamente in seguito ad attacchi contro proprietà o esponenti del clero». La Cia riteneva che la scintilla iniziale dopo la proclamazione della vittoria nelle urne sarebbe potuta venire da «scontri fra gruppi organizzati di militanti di estrema destra e sinistra» mentre i principali ostacoli all'«insurrezione anti-comunista» restavano «la mancanza di coesione e di leadership fra i militanti anti-comunisti» ed il rischio che il nuovo governo, subito dopo l'annuncio dei risultati, prendesse il controllo delle Forze Armate e dei Carabinieri epurandone i vertici «bianchi». Il «punto 4» del rapporto Cia va oltre e introduce la fase II della guerra civile vera e propria: la divisione del territorio nazionale in due con una vistosa affermazione militare delle milizie di sinistra, meglio guidate, preparate, organizzate e meglio armate. 1 «rossi» avrebbero assunto facilmente il totale controllo del paese a nord della dorsale Roma-Pescara e sarebbero inoltre riusciti a prendere la costa adriatica da Pescara a Bari (inclusa), la base navale di Taranto e le città siciliane di Messina, Catania, Siracusa ed Agrigento mentre «all'inizio nessuno avrebbe prevalso a Roma», dove si sarebbe svolto il vero braccio di ferro per la vittoria politica finale. Nel resto del Centro-Sud i «bianchi» in ritirata avrebbero potuto creare una roccaforte filo-occidentale, da dove preparare la riconquista del paese seguendo l'esempio franchista nella Guerra di Spagna, ma «a condizione di un immediato e sostanziale aiuto straniero». Come dire: solo un intervento diretto occidentale in Italia meridionale avrebbe impedito la totale affermazione delle milizie «rosse» su quelle «bianche» in breve tempo. Per questo, prevedeva la Cia, subito dopo l'inizio degli scontri l'Unione Soviet i< a avrebbe proposto alle potenze occidentali un accordo sul non-intervento iti Italia rilanciando la formula neutralista concordata durante la Guerra di Spagna. «Il Cremlino aiuterà i comunisti italiani a vincere' la guerra civile - recita il rapporto favorendo un clima di distensione con l'Occidente ed evitando in ogni modo il rischio di un conflitto su larga scala». Sempre per evitare o ritardare l'intervento alleato a sostegno dei «bianchi» la Cia si aspettava l'esplosione di una violenta campagna di sabotaggi, scioperi e disordini da parte dei comunisti francesi «per neutralizzine Parigi e distrarre l'attenzione dell'Occidente». Gli 007 americani erano convinti che il Pc francese fosse pronto a sacrificare la sua stessa esistenza per permettere ai comunisti di prendere le redini dell'Italia Se tuttavia anche il fronte Sud avesse ceduto l'ultima, estrema, carta su cui la Citi contava per fermare la salita al potere di comunisti e socialisti era «lo sviluppo di movimenti secessionisti in Sicilia e Sardegna». «Se i comunisti nelle citta siciliane fossero stati nel frattempo sopraffatti gli anti-comunisti potrebbero riuscire a tenere le duo isole» scrisse l'anonimo estensore del rapporto, tradendo una certa sicure/, za. Ma il 18 aprile del 1040 vinse De Gasperi e dei secessionisti siciliani e sardi l'Occidente non ebbe bisogno per tenere l'Annata Rossa lontano dalle rotte del Mediterraneo. Si prevedeva un Paese diviso in due: comunisti al Nord e «bianchii al Sud g2? Fase Èli Milizie Comuniste i bb dii l'Itli d l Ci l di itti it ll l Come si sarebbe divisa l'Italia, secondo la Cia, nel caso di vittoria comunista alle elezioni

Persone citate: Alcide De Gasperi, Come, De Gasperi, George Washington, Harry Truman