Elementari e medie, anno d'addio

Elementari e medie, anno d'addio SITORNASU1 BANCHI IN ALTRE 5 REGIONI, MENTRE LE RIFORME RIAPPRODANO IN PARLAMENTO Elementari e medie, anno d'addio Da oggi alla Camera la rivoluzione dei cicli La maggioranza propone un periodo di base di 7 anni e la conclusione delle superiori a 18 anni (anziché 19) Stage nelle aziende e apprendistato in bottega artigiana Il Polo dà battaglia: «Nessun regalo a questo ministro» inchiesta Mario Tortello UOVO anno scolastico ai nastri di partenza (dopo Emilia, Marche, Abruzzo e provincia di Trento, domani tornano sui banchi gli studenti di Piemonte, Valle d'Aosta, Lombardia, Toscana e Umbria), ma subito l'attenzione si sposta alla scuola del Duemila e alle grandi riforme all'esame delle Camere. Osserva Rosario Drago, già esperto giuridico dell'Associazione nazionale presidi e direttori didattici: «In tutta la lunga storia della scuola italiana, mai si era visto un impegno cosi massiccio e concentrato. Nell'arco di poco più d'un biennio, tutti i fronti delle riforme scolastiche sono stati aggrediti e hanno dato vita a leggi, decreti, direttive, documenti, progetti, piani di sperimentazione e attuazione». Si torna in classe, e la scuola italiana ritorna in Parlamento. Con un doppio appuntamento a Montecitorio; oggi, l'assemblea riprende l'esame della riforma dei cicli (una vera e propria rivoluzione del sistema scolastico italiano), entrando nel vivo del confronto; domani, la commissione Istruzione inizia a discutere il disegno di legge sulla parità, già licenziato da Palazzo Madama. E' molto probabile che entro fine anno l'intero impianto del nostro sistema formativo cambi radicalmente volto; nuovi ordinamenti e nuova scuola, pronta al rendez vous con l'autonomia dei singoli istituti, fissato per il 2000-2001. Se cosi sarà, jjg se il testo della riforma resterà sostanzialmente quello consegnato dalla commissione Istruzione all'assemblea di Montecitori >, l'anno scolastico che comincia in questi giorni passerà alla storio come l'ultimo di avvio degli attuali cicli di scuola elementare, scuola media e secondaria supcriore. Il legislatore prepara nuove articolazioni del percorso formativo, dai 3 ai 17 anni. «La Camera ci deve faro un regalo, la riforma dei cicli invoca il ministro Luigi Berlinguer -; così potremo mettere mano alla revisione dei programmi e delle materie, per costruire una scuola più qualificata e più severa, ma anche meno rigida e più aperta». Incalza l'Eurispes, puntando il dito sulle «due Italie» dell'Istruzione e sulla piaga degli «abbandoni» bocciata dall'Europa (su 1000 ragazzi che si iscrivono al primo anno di scuola media, 47 gettano la spugna senza aver conseguito la licenza): dopo aver lasciato la scuola, solo un giovane italiano su 3 trova un'occupazione stabile; in Germania succede a 4 giovani su 5. Ma è ancora l'Eurispes a promuovere le riforme modello-Berlinguer. «Uno pseudo miracolo insiste l'istituto di ricerca -. Un vero e proprio vortice che sta scuotendo un mondo intorpidito e assopito da decenni». Sarà pollice alzato anche da deputati e senatori? Il governo lo spera e mobilita in massa i suoi ministri per un vero e proprio «school day». Giovedì 16, il Premier, Massimo D'Alema, incontra gli studenti del liceo Visconti di Roma; il vicepresidente del Consiglio, Sergio Mattarella, è all'istituto professionale Miano di Napoli; il ministro del Tesoro, Giuliano Amato, è al tecnico Curie di Ceniusco sul Naviglio; il ministro Berlinguer inaugura la media Domenico Savio, in borgata Finocchi, ancora nella capitale. Tanto attivismo troverà riscontro nel capitolo-scuola della Finanziaria per il Duemila? Si diceva della riforma dei cicli: un disegno ardito, un terremoto. A partire dalla conclusione. Se l'ipotesi diventa legge, gli studenti resteranno sui banchi un anno in meno: 12 anni e non 13 com'è oggi; con un esame di Stato non più a 19 anni, ma a 18. Poi, via libera alle specializzazioni post-diploma, alle lauree bre- vi, all'Università (che sarà anch'essa riformata). Scuola materna a parte (dai 3 ai 5 anni; ribattezzata «scuola dell'infanzia»; non d'obbligo, ma incoraggiata nella frequenza, anche per «ridurre ogni forma di svantaggio iniziale»), la riforma vorrebbe mandare in pensione l'attuale scuola sia elementare che media. Stop ai cinque anni piti tre, arriverebbero i nuovi cicli dell'istituzione obbligatoria: una «scuola di base», articolata in tre cicli di due anni ciascuno, e un anno conclusivo di «orientamento» verso la superiore. Poi, cinque anni di seconda ria, art icolati a loro volta in un biennio (ancora fortemente orientativo) e in un triennio, con cinque indirizzi: umanistico, scientifico, tecnico-tecnologico, artistico, musicale. Tutti gli istituti di istruzione di secondo grado assumerebbero il nome di «licei». Segni particolari: grande flessibilità, anche in collegamento con il mondo del lavoro. E sbocchi diversificati, non solo tra aree e indirizzi, ma anche Ira canali d'apprendimento molto differenziati, come la formazione professionale e l'apprendistato, che da un lato renderebbero credibile il prolungamento dell'obbligo di formazione fino a 18 anni e dall'altro arricchirebbero tutta la secondaria di esperienze spesso relegati1 ai inargini. La parola passa al legislatore. E il Polo promette battaglia. Sia perché l'atluale scuola media perderebbe la sua «autonomia» relativa e conclusiva (con l'esigenza di ricollocare gli attuali insegnanti nella nuova e diversa strutturazione dei cicli); sia perché, individuati i contenitori, bisognerà pensare ai contenuti. %ùA(rfu$iò*te dee cecie Mataùitct SCUOLA SECONDARIA L'Eurispes punta il dito contro gli abbandoni: l'Europa ci boccia Ma promuove il «terremoto» delle novità: sono un quasi-miracolo

Persone citate: Berlinguer, Domenico Savio, Finocchi, Giuliano Amato, Luigi Berlinguer, Mario Tortello, Massimo D'alema, Rosario Drago, Sergio Mattarella, Visconti