Schroeder: dobbiamo restare uniti
Schroeder: dobbiamo restare uniti C'è già nel partito chi sussurra che la poltrona da Cancelliere potrebbe passare a Scharping Schroeder: dobbiamo restare uniti L'Spd sotto choc dopo la sconfitta nelle urne corrispondente da BERLINO «Dobbiamo recuperare ; fiducia della gente, ma per far questo dobbiamo restare uniti». Ventiquattrore dopo la nuova disfatta elettorali; in Turingia e in Renania, Gerhard Schroeder rompe il silenzio che lo aveva tenuto lontano dai microfoni la sera della débàcle e avvia una «campagna di ricomposizione»: ricomposizione del partito, nel quale le voci critiche contro il Cancelliere si rafforzano, soprattutto a sinistra; del popolo socialdemocratico, alla deriva e frustrato dai continui smacchi; e del più vasto e trasversale corpo elettorale - identificatosi nello slogan del «nuovo centro» - che un anno fa rese possibile il trionfo dell'Spd dopo sedici anni di «era Kohl», e oggi accusa il Cancelliere di non aver mantenuto le promesse di rinnovamento ma di procedere a zigzag. Non gli sarà facile, mentre già si annunciano nuove sconfitte - domenica prossima alle regionali in Sassonia, fra due settimane nei ballottaggi comunali del Nord-Reno Vestfalia, il 10 ottobre a Berlino - e i sondaggi confermano il calo di credibilità e autorità dello stesso Schroeder. Soprattutto le sconfitte delle due ultime settimane, molto più severe del previsto, hanno indebilito il Cancelliere all'interno del partito: Schroeder non deve ancora «guardarsi le spalle» nè temere un'aperta ribellione in casa, anche se si continua a parlare con insistenza della possibilità che Rudolf Scharping, attuale ministro della Difesa, lo sostituisca alla guida del governo. Ma se i prossimi appuntamenti elettorali andassero peggio di quanto fanno intravedere i sondaggi, la sua posizione continuerebbe a indebolirsi e il suo prestigio a logorarsi. Di fatto, il ricorso a parole d'ordine come «fiducia» e «unità», all'indomani di due pesantissime sconfitte, indica che al Cancelliere manca una risposta politica più netta e più robusta alla quale affidare il recupero del partito e del governo: nelle prossime settimane, Schroeder non potrà fare altro che mediare con l'opposizione cristiano - democratica per far passare il pacchetto di austerità messo a punto dal ministro delle Finanze Hans Heichel, e ancora una volta riconfermato ieri; e sperare in un rapido miglioramento della situazione economica generale e del mercato del lavoro. In proposito, tuttavia, le previsioni degli esperti non concordano, soprattutto per quanto riguarda l'entità e la velocità della ripresa: la situazione potrebbe diventare molto delicata - per Schroeder - se esaurita la tornata elettorale multipla d'autunno l'Spd fosse sconfitta anche nello SchleswigHolstein, in febbraio, dove il presidente Heide Simonis (Spd) è sfidato dall'ex ministro della Difesa Volker Ruehe, Cdu. E poi - a maggio - alle regionali in Renania, la storica fortezza socialdemocratica nella quale alle comunali di domenica il partito del Cancelliere ha subito sconfitte umilianti. Anche il tentativo di placare l'opposizione interna di sinistra chiamando al governo, in sostituzione di Franz Muentefering appena nominato Segretario generale del partito, il presidente regionale della Saar Reinhard Klimmt - vicino a Lafontaine e molto critico con il Cancelliere - ha alimentato nuove polemiche. Ieri sera, durante un incontro con Schroeder, un ampio gruppo di parlamentari socialdemocratici lo ha accusato di aver preso la decisione senza consultarsi con il gruppo Spd al Bundestag. Molto delicato, dal punto di vista interno, si annuncia l'appuntamento elettorale di domenica prossima in Sassonia. Domenica scorsa, alle regionali in Turingia, l'Spd non è stata superata soltanto dalla Cdu ma per la prima volta anche dai post- comunisti della Pds, diventati il secondo partito dopo i cristiano-democratici di Wolfgang Schaeuble: un segnale eloquente e drammatico della crisi che i socialdemocratici attraversano nelle regioni dell'list, che dieci anni dopo la caduta del Muro proferiscono affidarsi all'erede diretto del passato, la Pds serbatoio dei malumori orientali, o alla Cdu: un partito sempre penalizzato, nella ex Ddr, perche accusato di aver tradito le promesse della riunificazione. Se il sorpasso di ripetes¬ se in Sassonia i malumori all'interno dell'Spd contro la linea Schroeder - soprattutto quelli provenienti da sinistra avrebbero un altro ottimo motivo per manife starsi. Su questo sfondo carico di incognite, si annuncia infine un ritorno imbarazzante. All'inizio di ottobre, Oskar Lafontaine presente rà alla Fiera di Francoforte un libro di veleni. Si intitola «Il cuore batte a sinistra», le ultime parole pronunciate in pubblico da Lafontaine prima di sbattere1 la porta in faccia a Schroeder. [e.n.] Soprattutto a sinistra si fa esplicito il malcontento contro la politica del «nuovo centro» voluta dal leader Se i socialdemocratici non mostreranno segni di ripresa in autunno la dirigenza potrebbe essere travolta Il governo ora dovrà mediare con l'opposizione democristiana per fare passare le riforme promesse in campagna elettorale Il cancelliere tedesco Gerhard Schroeder
Luoghi citati: Berlino, Ddr, Francoforte, Renania, Sassonia
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