Rivolta in Iran, quattro condanne a morte

Rivolta in Iran, quattro condanne a morte «Sono loro i principali istigatori, devono essere puniti come nemici di Dio e corrotti sulla terra» Rivolta in Iran, quattro condanne a morte I giudici ignorano la richiesta di clemenza del presidente moderato TEHERAN Quattro persone accusate di essere i principali «istigatori» dei violenti disordini scoppiati nel luglio scorso in Iran sono state condannate a morte da un tribunale rivoluzionario, come chiesto a gran voce dai «falchi» del regime teocratico. Le condanne, che potrebbero essere le prime di una serie, sono state annunciate dal espo dei tribunali rivoluzionari, il religioso oltranzista Gholmahossein Rahbarpur, in un'intervista «esclusiva» pubblicata ieri dal quotidiano ultraconservatore «Jonhuri-e Islami». Il giudice non ha rivelato l'identità dei condannati, né la natura esatta delle accuse, ma ha precisato che due delle sentenze, emesse dal tribunale di Teheran, sono già state approvate dalla Corte suprema. «I fascicoli riguardanti gli altri due casi sono all'esame della Corte suprema», ha ag¬ giunto Rahbarpur, secondo cui i quattro «avevano legami organizzati con alcuni gruppi politici, motivo per cui le sentenze non erano ancora state rese note». Tra le 1500 persone arrestate con l'accusa di aver fomentato la rivolta vi sono un numero imprecisato di studenti e quattro dirigenti dell'opposizione laico-nazionalista, tutti sospettati di legami con «agenti controrivoluzionari» all'estero. Uno dei principali imputati, Manuchehr Mohammadi, un giovane attivista per i diritti umani, era stato costretto a rendere una drammatica confessione in tv. Nei giorni scorsi il padre di Mohammadi aveva implorato il perdono per il figlio, in una lettera alla Guida suprema, l'ayatollah Ali Khamenei. L'8 luglio una dimostrazione studentesca contro la chiusura del quotidiano moderato «Salam» era stata repressa nel san¬ gue dalla polizia, affiancata da miliziani appartenenti a un'organizzazione integralista islamica. L'assalto aveva scatenato nei giorni successivi una rivolta popolare senza precedenti nell' Iran post-rivoluzionario. Negli incidenti, dilagati anche in provincia, sono morte due persone, secondo fonti ufficiali, almeno cinque secondo altre fonti. Il presidente del tribunale ha detto che 500 dei 1500 arrestati sono stati rilasciati dietro cauzione, mentre per altri 200 il verdetto è imminente e i casi di altri 800 sono all'esame dei giudici ri voi Azionari. È questa la prima volta che viene reso noto ufficialmente un verdetto contro i presunti istigatori dei tumulti. Nei giorni scorsi un giornale pubblicato da un'organizzazione integralista islamica aveva preannunciato una condanna all'ergastolo per Mohammadi. «La pena di morte è stata commutata dietro pressioni dell'ufficio del presidente» Mohammad Khatami, aveva affermato. Sabato un settimanale su posizioni moderate aveva invece annunciato una condanna a nove anni di detenzione per l'oppositore nazionalista Mehran Mir Abdol-Baghi. L'impiccagione dei «rivoltosi» era stata invocata da diversi esponenti conservatori, tra cui il presidente Ali Akbar NateqNuri, il grande rivale di Khatami, sconfitto nelle elezioni del 1997. «Devono essere puniti come nemici di Dio e corrotti sulla terra», le peggiori accuse formulate dal codice penale iraniano, secondo Nateq-Nuri. Khatami aveva invece chiesto «clemenza» per gli arrestati, e aveva istituito una commissione d'inchiesta in seno al Supremo consiglio per la sicurezza, da lui presieduto. In agosto il capo della polizia di Teheran era stato silurato dopo che la commissione aveva indicato sette alti ufficiali e un numero imprecisato di miliziani tra i responsabili dell'assalto che scatenò la rivolta. Ma il giudice Rahbarpur ha bollato ieri l'inchiesta di «rapporto privo di basi legali», aprendo la via ad un ennesimo braccio di ferro tra riformatori e conservatori. Sempre ieri il presidente del Tribunale rivoluzionario di Teheran ha annunciato che «sono state provate con documenti folti e sufficienti le accuse di spionaggio» contro una ventina di persone arrestate a Shiraz, tra cui 13 ebrei. Questi ultimi, tutti iraniani, erano stati arrestati nella primavera scorsa con l'accusa di essere spie al soldo di Israele. Anche l'accusa di spionaggio può comportare la pena di morte in Iran. (Ansa-Afpi Il tribunale annuncia anche di aver trovato le prove della colpevolezza dei tredici ebrei arrestati con l'accusa di essere spie pagate da Israele Un'immagine dei disordini scoppiati nel luglio scorso a Teheran in seguito alla violenta t epi essione di una protesta studentesca dopo la chiusura del quotidiano moderato Salam

Persone citate: Abdol, Ali Akbar Nateqnuri, Ali Khamenei, Baghi, Islami, Khatami, Mehran, Mohammad Khatami