Giovane disoccupati e in famiglili

Giovane disoccupati e in famiglili «Primato» al nostro Paese: maschi (72%) e femmine (51%) dai 25 ai 29 anni Giovane disoccupati e in famiglili Studio Ocse sui ragazzi che non lasciano i genitori ROMA Emergenza occupazione: l'Ocse rivela che l'Italia vanta il triste primato, tra i Paesi industrializzati, della più alta percentuale di giovani che continuano a vivere nella famiglia d'origine, anche in età avanzata, per la mancanza di un reddito proprio. E con il passare degli anni, secondo l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, la loro condizione è destinata a restare tale, poiché risulteranno, anche per ragioni anagrafiche, tagliati fuori dal mercato del lavoro ufficiale. Il rapporto è il risultato di una serie di studi dedicati alla fase di transizione post-scolastica, in vista dell'inserimento nel mondo lavorativo. Le statistiche rivelano che nella fascia di età compresa fra i 25 ed i 29 anni in Italia ben il 72,5% dei maschi e il 51,8% delle donne continua a vivere in famiglia, contro una media relativa a 14 Paesi industrializzati europei, che, rispettivamente nei due casi, è del 39,7 e del 24,8%. Ma un altro «record» che caratterizza la situazione del mondo giovanile in Italia è rappresentato dalla pressoché assoluta dipendenza dalla famiglia quanto a risorse finanziarie: nel nostro Paese, infatti, ben il 67,5% dei giovani fra i 15 ed i 24 anni dichiara di disporre soltanto del denaro dei parenti. Negli altri Paesi la situazione è molto differente. In Finlandia, ad esempio, appena il sette per cento dei giovani di sesso maschile fra i 25 e i 29 anni continua a vivere con i genitori, mentre questa percentuale si riduce al 2,3 nel caso delle donne. Anche Paesi mediterranei come Grecia e Portogallo si collocano su livelli più bassi dell'Italia, con percentuali al di sotto della «lunga sosta» in famiglia accreditata invece ai giovani del nostro Paese. Unica eccezione la Spagna, che appare per questo aspetto in linea con l'Italia, superandola anzi nei dati relativi alle donne. Quanto alla disponibilità di denaro, nella media europea ben il 41,5% dei giovani fra i 15 ed i 24 anni ha un lavoro regolare, contro il 26,2% appena del ! 'li alia (in Danimarca si arriva addirittura al 64,8% di occupati regolari in questa fascia di età). Un ultimo «grido d'allarme» sulla situazione socio-economica in cui si trovano i giovani del nostro Paese riguarda il tasso di disoccupati tra coloro che hanno un alto tasso di scolarizzazione, in particolare tra i laureati. In questo caso, infatti, per i maschi il livello di disoccupazione è del 27,3% contro una media dell'8,1%, mentre per le donne si arriva al 34% (rispetto a una media Ocse del 9,1). Ir.L]