Daghestan/ un giorno nero per i rossi
Daghestan/ un giorno nero per i rossi Il presidente ceceno ai ribelli: fermatevi o porterete solo disgrazie al mio Paese. Due caucasici fermati per la bomba di Mosca Daghestan/ un giorno nero per i rossi Uccisi quaranta soldati nella battaglia per un'altura AnnaZafesoua MOSCA Quaranta soldati russi morti ii 24 ore, e il bilancio finale potrei) be crescere ancora. Questo e i risultato di una battaglia feroce a Novolak, nel Daghestan, e che vedi- i russi impotenti contro gli islamisti ceceni. Da cinque giorni i militari stanno cercando inutilmente di espugnare un'altura strategica senza la quale non potranno continuare l'avanzata, ma sembra quasi impossibile. «Non possiamo più mandare soldati laggiù, non ritornano», dicono i comandanti russi guardando con rabbia la collina, che porta sulle carte militari il nome in codice di «altura 713,5». E' un punto chiave: domina la zona e da li si possono bombardare le posizioni degli islamisti. Senza impadronirsene è impossibile liberare il distretto di Novolak dai fondamentalisti che l'hanno invaso una settimana fa. Ma finora lutti i tentativi si sono rivelati inutili. I guerriglieri trincerati sulla collina scatenano una tempesta di fuoco contro chiunque si avvicini. Soltanto nelle ultime ore sono riusciti a distruggere un carro armato, cinque blindati e addirittura abbattere un elicottero. 1 piloti sono riusciti ad abbandonare il velivolo, ma uno solo è stato ritrovato dai compagni. Oli altri due mancano all'appello e si teme che siano finiti prigionieri dei ceceni. Altri due nomi che si sono aggiunti alla già lunghissima lista delle vittime della nuova guerra caucasica. L'esercito sta subendo perdite pesantissime. Il comando russo ha ammesso ieri di aver perso 40 uomini in un solo giorno. Ma ufficiali anonimi dicono che il numero dei caduti potrebbe essere molto più alto, (lièi nei giorni scorsi si è notata una significativa discrepanza tra i comunicati ufficiali e il numero dei morti e dei feriti arrivati negli obitori e negli ospedali del Caucaso. Ufficialmente, dall'inizio della guerra i russi hanno perso 255 uomini. Altri 771 sono rimasti feriti e 37 sono considerati scomparsi. Ma dall'esperienza di tutti i conflitti degli ultimi anni si sa che di regola le perdite reali sono almeno il triplo di quelle ammesse. E qualche giorno fa il capo dello Stato Maggiore Anatolij Kvashnin ha inviato ai suoi subordinati una direttiva con l'ordine di nascondere al pubblico le cifre reali dei caduti. I russi rispondono bombardando il territorio ceceno, dove secondo Grozny hanno già fatto almeno 200 morti. E la Cecenia si prepara ad uno scontro aperto: ieri il presidente Aslan Maskhadov si è dichiarato «costretto» a proclamare una mobilita/ione di tutta la popolazione maschile per difendere «la madre patria». Una soluzione che Maskhadov ha tentato fino all'ultimo di evitare. Ieri ha fatto un ultimo appello ai fondamentalisti che hanno invaso il Daghestan: «Hitornate a casa, altrimenti porterete disgrazia a tutti noi». E poi si è rivolto all'uomo che aveva fermato la guerra nel '96, Alexandr Lebed, invitandolo a un incontro nel Daghestan per porre fine a questa «follia». A Mosca nel frattempo si è aperta la caccia al ceceno. Il numero dei morti nell'esplosione di giovedì notte ha raggiunto la spaventosa cifra di 94. Per quanto le autorità non abbiano ancora confermato definitivamente che si tratti di un atto terroristico, la polizia sta già seguendo la «pista cecena». Le indagini hanno portato a un ceceno che era proprietario del negozio al piano terreno del palazzo distrutto, e che ora viene visto come il principale indiziato. E ieri la polizia ha arrestato due uomini sospettati di aver partecipato all'attentato. La paura della bomba ha invaso la capitale e si sta impadronendo del resto della Russia. Nei giorni scorsi i centralini della polizia sono stali sommersi da telefonate che segnalava¬ no borse della spesa abbandonate e scatoloni sospetti nei cassonetti dei rifiuti. Ieri la sua mezz'ora di terrore l'ha vissuta San Pietroburgo: durante una partita di calcio vicino allo stadio è stata trovata un'automobile che il cane poliziotto aveva segnalato come piena di esplosivo. Ma pochi munuti dopo si ò scoperto che il cane si era sbagliato. Soldati russi fanno fuoco contro le posizioni dei guerriglieri a Chabanmakh
Persone citate: Alexandr Lebed, Anatolij Kvashnin, Aslan Maskhadov, Maskhadov
Luoghi citati: Cecenia, Daghestan, Grozny, Mosca, Russia, San Pietroburgo
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