Taiwan guasta il flirt tra Clinton e Jiang

Taiwan guasta il flirt tra Clinton e Jiang Incontro in Nuova Zelanda tra i due leader, torna il sereno dopo gli attriti per la guerra in Kosovo Taiwan guasta il flirt tra Clinton e Jiang Ma grossi passi avanti per l'ingresso della Cina nel Wto ottimisti dei cinesi sul buon esito della trattativa. Il consigliere per la sicurezza nazionale Sandy terger ha descritto l'incontro di un'ora fra i due leader come «molto produttivo, amichevole, non polemico e ad ampio spettro». Secondo Berger le relazioni bilaterali sono «di nuovo sul binario giusto». Il commento di Berger è tanto piti interessante perché, secondo fonti dell'amministrazione Usa, fu proprio lui ad aprile a dissuade¬ re Clinton dal firmare la proposta. Berger temeva che un accordo con la Cina avrebbe potuto irritare il Congresso, allora in piena polemica per presunti casi di spionaggio cinesi. Il portavoce cinese Zhu Bangzao invece è stato più cauto definendo l'incontro «costruttivo e positivo» e spiegando che la questione di Taiwan è al centro delle preoccupazioni di Pechino. Inoltre sul WTO ha spiegato che la Cina non accetterà condizioni che vadano oltre le capacità della sua economia. E' un cambiamento di 180 gradi rispetto ad aprile quando i cinesi erano ottimisti e gli americani guardinghi. Su Taiwan, l'isola considerata da Pechino una provincia ribelle, Jiang ha affermato di auspicare una soluzione pacifica ma non ha rinunciato al principio dell'uso della forza per arrivare alla riunificazione. Su questo punto permangono le differenze con gli Stati uniti. Clinton ha ammesso di riconoscere Pechino come legittimo governo della Cina ma ha avvertito che l'uso della forza contro Taiwan «avrebbe gravi conseguenze negli Usa». Tali differenze sono importanti, ma il semplice fatto che Zhu non abbia citato la questione del bombardamento di Belgrado indica come le relazioni bilaterali siano su una china positiva e che la questione del WTO sia in via di soluzione. Infatti, secondo funzionari americani presenti all'incontro, i due presidenti hanno passato la maggior parte del tempo a discutere del WTO, e Clinton ha dichiarato, pur senza fornire date, che la Cina dovrà entrare nell'organizzazione il più presto possibile. Alla fine di novembre a Seattle comincerà un nuovo giro di negoziazioni globali. Senza la Cina, popolata da quasi un quarto della popolazione mondiale, e con un economia in crescita rapidissima, tali negoziati rischiano di perdere di molto senso. Per la Cina non entrare adesso significa andare incontro a condizioni più dure fra qualche anno, tanto da poter spingere il Paese a rinunciare per sempre all'ingresso nell'organizzazione. Se, come è molto probabile da ieri, la Cina entrerà nel WTO ciò cambierà la natura dell'organizzazione. Fino a ieri tre erano i grandi protagonisti, Usa, Unione Europea e Giappone. Da domani potrà esserci anche la Cina, che concederà maggiori aperture e garanzie per l'ingresso di aziende straniere nel suo mercato ma chiederà anche un tornaconto in quote di mercato. Quest'ultimo punto interessa specialmente l'Europa dove esiste una aperta polemica con la Cina per questioni di presunto dumping commerciale anche nel settore tessile. Mentre a Washington la questione Cina, con cui gli Usa hanno un interscambio di oltre 80 miliardi di dollari, è sempre molto dibattuta, l'amministrazione ha chiara l'importanza strategica del Paese. Per Taipei Pechino ha detto di auspicare una soluzione pacifica, però non ha rinunciato al principio dell'uso della forza, irritando Washington: «In tal caso ci sarebbero gravi conseguenze» La stretta di mano ad Auckland tra Clinton e Jiang Zemin Luoyan Shen PECHINO L'entrata dulia Clina nell'Organizzazione (Ini commercio mondiale (WTO) è Oggi piu' vicina; e cosi sono più certi i cambiamenti radicali derivanti dalla sua presenza in delicati negoziati da cui dipendono milioni di posti di lavoro in ogni l'aese, anche in Italia. Ieri a Auckland, Nuova Zelanda, i presidenti americano e cinese Bill Clinton e Jiang Zemin hanno registrato linoni progressi per l'ingresso di l'echino nel WTO. In particolare Clinton ha detto di augurarsi un rapido ingresso di Pechino nell'organizzazione. L'afferma/.ione statunitense è particolarmente significativa perché ad aprile Clinton respinse l'offerta cinese non sui contenuti ma per ragioni di polemiche interni'. Allora le parti erano comunque convinte di riprendere presto i nego/iati e arrivare a un accordo per settembre. In realta il bombardamento americano dell'ambasciata cinese di Belgrado il 7 maggio fece precipitare i rapporti al livello più' basso dalla ripresa dei primi contatti diplomatici nel I r)7 I. I negoziati sono cosi ripresi solo in questo mese e ora hanno l'obiettivo di arrivare a un accordo entro la fine di novembre, prima dell'inizio di un nuovo difficile giro di negoziazioni nel WTO. Ieri gli americani sono apparsi più