D'Alami: la stagione del lavoro fisso è finita di Roberto Ippolito

D'Alami: la stagione del lavoro fisso è finita «Basta con le diffidenze, il governo sta facendo la sua parte e cammina nella giusta direzione» D'Alami: la stagione del lavoro fisso è finita «Ma industriali e sindacati devono avere più coraggio» Roberto Ippolito inviato a BARI Serve una scossa. Alle imprese e ai sindacati chiede più coraggio il presidente del consiglio Massimo D'Alema. Più coraggio per favorire lo sviluppo e creare occupazione. Più coraggio per investire, ma anche per rendersi conto che la stagione del posto fisso è finita. Inaugurando a Bari la Fiera del Levante, D'Alema non parla dei temi caldi del momento, pensioni e trattamento di fine rapporto. E sfiora solo la legge finanziaria in preparazione. Ma, sotto gli occhi del vicepresidente della Confindustria Carlo Callieri e di Gian Maria Gros-Pietro (Iri), Roberto Zaccaria (Rai), Franco Tato e Chicco Testa (Enel), fa presente che ognuno deve fare la sua parte, puntualizzando: «Non dico queste cose con spirito animoso o polemico. Tutt'altro». Ma è evidente che ogni cosa diventa più difficile «se subentra un clima di diffidenza, se le forze sociali, le imprese, rinunciano all'idea che ci siamo posti insieme, di fronte a una sfida che riguarda l'avvenire del paese, la sua vocazione, il ruolo che avremo in Europa e nel mondo». Tutto il discorso del presidente del consiglio è impregnato di orgoglio per i progressi compiuti negli ultimi anni. D'Alema rivendica anche molti passi avanti per il Mezzogiorno nonostante il divario ancora esistente con le aree più avanzate: «Stiamo facendo la nostra parte» dice. E ancora: «Stiano camminando nella direzione giusta». E ora «alle forze sociali e al sistema delle autonomie si chiede di partecipare, con senso di responsabilità, alle decisioni che riguardano gli investi¬ menti pubblici da realizzare». Alle imprese, in particolare, viene sollecitato il massimo sforzo per un grande cambiamento: «Certo, è necessario riqualificare l'azione pubblica, ma al tempo stesso, il nostro sistema deve porsi complessivamente il problema di un aggiornamento delle nostre specializzazioni, di una capacità maggiore di riqualificazione e riconversione delle imprese, di una più coraggiosa spinta e propensione all'innovazione dell'offerta e dei prodotti». Garantendo di non aver alcun intento polemico facendo queste osservazioni, D'Alema afferma di aver «apprezzato la gran¬ de onestà intellettuale dell'avvocato Agnelli nel segnalare la scarsa propensione delle imprese a investire nella ricerca e nell'innovazione». • Occorre investire. Ma occor¬ re anche, sostiene il capo del governo, più flessibilità nei rapporti di lavoro. E D'Alema è convinto dell'ottimo risultato delle prime misure introdotte: insiste ancora sul fatto che negli ultimi tre anni sono stati creati 523 mila posti di lavoro. A chi obietta che l'aumento dell'occupazione deriva in realtà dalla crescita del lavoro precario, il presidente del consiglio fa presente che «il tasso di crescita e lo sviluppo devono garantire che da un'esperienza temporanea si possa passare a un'altra, non dare l'illusione che si possa trovare il posto fisso». La flessibilità è considerata decisiva. E D'Alema lancia una porovocazione invitando a guardare ciò che accade negli altri paesi: «Se defalcassimo dalle statistiche americane i lavori precari allora gli Usa avrebbero lo stesso tasso di disoccupazione di Reggio Calabria». Per l'economia, il premier dichiara di approvare le indicazioni date venerdì tlal presidente della repubblica a Napoli che ha coniugato la stabilità politica alla ripresa economica, la creazione di lavoro alle riforme: «Trovo nelle parole di Ciampi la continuità dell'impegno meridionalista, una visione innovativa del ruolo dello Stato; non più uno Stato che assiste e provvede, ma uno Stato che stimola e favorisce la nascita delle imprese, investe in infrastrutture e sicurezza, aiuta a creare lavoro vero e non assistito». Adesso la stagione del risanamento deve «tradursi in una stagione di crescita, intensa, duratura, diffusa». D'Alema ricorda, però, che il forti» deficit pubblico italiano impedisce una rapida diminuzione della pressione fiscale, come pure sarebbe auspicabile: le tasse scenderanno «progressivamente, con prudenza, come siamo obbligati a faro-. 11 problema «dunque è come elevare la competitività del paese senza venir meno a quel rientro del debito che rappresenta un vincolo della nostra azione». D'Alema, comunque, si mostra sereno: «Credo, sinceramente, che possiamo guardare avanti con fiducia e ottimismo». «Senza il precariato l'America avrebbe il tasso di disoccupazione di Reggio Calabria» ONIA INAUGUR Il presidente del Consiglio Massimo D'Alema all'inaugurazione della Fiera del Levante

Luoghi citati: America, Bari, Europa, Napoli, Reggio Calabria, Usa