«Confindustria parla apposta d'altro» di Guido Tiberga

«Confindustria parla apposta d'altro» «Confindustria parla apposta d'altro» Cofferati: gli sgravi ci sono, ma le aziende non investono Guido Tiberga inviato a MODENA «E' un modo per parlare d'altro. E neppure troppo originale...». Alla festa dell'Unità assediata dal concerto di Vasco Rossi, Sergio Cofferati arriva per cena, con qualcosa da dire a Giorgio Fossa e alla sua proposta di cancellare i vincoli contrattuali al Sud. «Il presidente di Confindustria era a Crotone dice il leader della Cgil - nel territorio che per primo è stato soggetto ai contratti d'area. A Crotone la flessibilità è già prevista dagli accordi che noi abbiamo firmato: gli sgravi contributivi sono già contemplati, le condizioni sono migliori di quelle tanto decantate del Galles e dell'Irlanda. Eppure gli imprenditori italiani non investono. Piuttosto che ammetterlo, il presidente di Confindustria preferisce parlare d'altro...». Cofferati è a Modena per discutere di Welfare e pensioni con Giuliano Amato, Carlo Callieri e Gavino Angius. Ma le dichiarazioni di Fossa e D'Alema devierar.no il tema centrale del dibattito. Sul vialetto che porta ai ristoranti, il segretario parla a tutto campo. Prima regala una frecciata a Sergio D'Antoni: «La Cisl come Solidarnosc? A me pare un percorso impraticabile. Ma vedo che qualche dirigente della Cisl ci crede davvero...». Poi svicola con chi gli chiede un commento su D'Alema che invita al coraggio. Ma agli industriali «che rifiutano di prendersi le pro¬ prie responsabilità», manda a dire che rispondere in quel modo al presidente del Consiglio «è un modo per cambiare discorso». Con il leader degli industriali è gelido: lo colpisce a distanza senza neppure pronunciarne il nome. Fossa è «il presidente della Confindustria» e basta. Il «presidente della Confindustria» che ha delle «dimenticanze». Il «presidente della Confindustria» che avanza delle proposte balzane. Il «presidente di una Confindustria» che non sembra avere nessuna intenzione di rilanciare gli investimenti: «Sospenderegli effetti legislativi - insiste Cofferati - è un'idea peregrina: si tratta piuttosto di rafforzare strumenti come il part Urne. Ma anche il part time dà vantaggi soltanto quando ci sono gli investimenti. Fingere di dimenticarsene proprio a Crotone è un fatto che si commenta da sé...». Più tardi andrà oltre: «Voi non volete più flessibilità per agire sulle entrate, pensate soltanto a facilitare le uscite», dirà a un Carlo Callieri interrotto dai fischi: quasi travolto quando risponde che «chi accusa le imprese di volere il via libera ai licenziamenti antisindacali dimostra di non conoscere lo Statuto dei lavoratori». Amato, al suo arrivo alla Festa, non risparmia l'ironia: «Ho letto che la Finanziaria sarebbe passata da 15 a 17 mila miliardi. Ignoro chi abbia provocato la crescita, forse il lievito Bertolini...». «Modificare l'Irap? L'ho letto, ma non l'ho mai pensato». «Io leader del nuovo cen¬ tro? Ho letto anche questo, si imparano tante cose leggendo i giornali...». Dal palco, il ministro del Tesoro sembra quasi sollevato dal non dover parlare subito di pensioni (anche se nel finale definirà «gigantescamente stupido» lasciare le cose come stanno). La flessibilità è un tema che lo avvicina a Cofferati: «Noi siamo per rendere più agile il mondo del lavoro», inizia. Poi vira con forza, ed è lui a porre una domanda a Callieri: «Se vogliamo l'impresa innovativa dice - l'obiettivo dell'azienda dovrebbe essere quello di assumere, formare e tenere. Ma se investo nel lavoratore, perché dovrei essere interessato a licenziarlo?». Quanto al Sud dei disoccupati, Amato, cita uno studio da cui emerge che «sono le cause del sottosviluppo» a rendere la rigidità un ostacolo. «Quando vedo un Cristo messo in croce dice -, la mia prima reazione è pensare che la colpa non sia proprio tutta sua». Il ministro si guadagna un'ovazione che blocca con un sorriso: .jono ragionamenti, come direbbe De Mita. E i ragionamenti si ascoltani >, non si applaudono...». Il numero dui» di Confindustria, in minorai:!*» e con un aereo in partenza, va giù dure. «Voglio essere tignoso come i sindacati», replica secco a Cofferati che dal palco insiste sul ritornello di Crotone che agli incentivi non accoppia gh' investimenti. Gli ricorda «i trecento assunti nel cali center». Reagisce ai fischi ostentando indifferenza. Prima critica la politica che «fa leggi punitive, che non tutelano, che permettono solo agli eroi di fare impresa in certe zone. Quando un Paese che vuole sviluppare la propria economia ha bisogno di imprenditori normali...». Poi bastona la magistratura del lavoro, «lenta, inefficace, pregiudizialmente sfavorevole all'impresa». Parla di «pretori militanti» che producono «sentenze orripilanti dal punto di vista della civiltà». Parole pesanti, destinate, pare, ad allargare il fronte della polemica. li leader Cgil: «La Cisl come Solidarnosc?Ame pare impraticabile. Ma c'è chi ci crede davvero...» Il segretario della Cgil Sergio Cofferati

Luoghi citati: Crotone, Fossa, Galles, Irlanda, Modena