«Lavoro, meglio precario che niente » di Francesco Manacorda
«Lavoro, meglio precario che niente » «Lavoro, meglio precario che niente » Fazio: adesso la ripresa è una realtà Vlscopromette nuovi tagli alle tasse Francesco Manacorda inviato a TURKU (Finlandia) La crescita che ormai è più di una speranza, il lavoro che deve diventare più flessibile, il fisco che promette di essere meno pesante. Dalla Puglia alla Finlandia il messaggio è lo stesso. Mentre Massimo D'Alema lancia a Bari la sua sfida agli industriali, a Turku il governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio ((benedice» la ripresa e promuove gli interventi fatti sul mercato del lavoro, mentre il ministro delle Finanze Vincenzo Visco assicura riduzioni delle imposte. «La congiuntura si è invertita. In Italia la produzione industriale dopo un anno e mezzo di calo . sta crescendo», spiega Fazio, per il quale la ripresa tricolore è in linea con quella dell'Unione europea dove «si è invertito il punto di minimo toccato a maggio». . ) «Non è questione di èssere pessimisti o ottimisti -. dice il Governatore tornando all'Italia questi sono i numeri». E allora eccoli i numeri, che Fazio - in Finlandia per il consiglio informale dell'Ile che riunisce i suoi colleghi e i ministri finanziari dei Quindici - compulsa in una delle ultime pubblicazioni di Bankitalia: «Nel secondo trimestre dell'anno l'indice della produzione industriale era stabile a quota 102, a giugno sta già a 102,5%, a luglio sembra stare a 103». E' un punto di crescita percentuale in due mesi è un «boom - proprio così lo definisce il Governatore ma temo che non continui così, questo avviene soprattutto quando si inverte il ciclo». Oltre ai numeri, anche l'atteggiamento psicologico degli italiani sta volgendo verso il sereno: «I dati che abbiamo sulle aspettative delle imprese e delle famiglie sono un po' migliori» rispetto ai mesi scorsi. La ripresa di questi ultimi mesi - avverte comunque Fazio non cambierà la crescita debole dell'intero '99. Nel Dpef il governo aveva previsto un aumento del Pil pari all'1,3% e adesso lui conferma: «Se il ritmo di crescita è il 3%, potremo fare l'I,2 o 1' 1,3%» nell'anno. E allo stesso modo, spiega ancora, la crescita non autorizza ad abbassare la guardia su un deficit e un debito che vanno ridotti, anche attraverso «riforme strutturali sui mercati del lavoro, dei beni e dei servizi e attraverso le privatizzazioni». E proprio le riforme del mercato del lavoro fatte negli ultimi anni guadagnano il plauso del Governatore: «Mi sembrano molto positive. E' chiaro che con questi interventi i posti di lavoro a tempo pieno e indeterminato vengono sostituiti da quelli a tempo parziale e determinato, ma se non ci fosse stato questo fenomeno non ci sarebbe stata nemmeno la crescita dell'occupazione» e poi «è meglio avere un lavoro precario che non averlo». Adesso la nuova sfida, spiega, è inserire questa flessibilità «in un sistema che cresce» dove diventerà «forza dell'economia». L'Italia.che.„migliora -i jsuoi conti" - ancora ieri il commissario europeo Yves-Thibault de Silguy ha insistito sulle nostre possibilità di portare il deficit '99 vicino al 2%Wl Pil invece che al 2,4% previsto dal governo - promette anche di abbassare le tasse. E' il ministro Visco a dirlo, commentando proprio l'inaspettato boom delle entrate fiscali che fa sperare la Commissione: «Sulle entrate troppa euforia ò sempre fuori luogo. Diciamo che abbiamo le risorse per fare le cose che avevamo promesso e speriamo di farne anche delle altre». Assicura, anche perché la crescita del gettito verrà orientata verso un calo della pressione piuttosto che verso l'aumento delle spese. Ma a quali misure in concreto pensa il governo? Su questo Visco non si sbilancia e soprattutto non spiega se davvero già a dicembre le tredicesime potranno essere un po' più ricche, con un calo dell' aliquota Irpef dal 27 al 26%. Da cambiare di sicuro, invece, secondo il ministro, l'imposta di successione «che oggi viene pagata solo dai ceti medi con redditi da lavoro dipendente sugli immobili, mentre il resto la elude o la evade», mentre «bisogna fare in modo che quelli che oggi non pagano nulla paghino qualcosa».
Persone citate: Antonio Fazio, D'alema, Thibault, Vincenzo Visco, Visco
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