a. imam irnmvEim orni di Fulvio Milone

a. imam irnmvEim orni a. imam irnmvEim orni TIMOR-KOSOVO ILPESO DELLE DIFFERENZE Il premier chiede coraggio alle imprese. Assunzioni, polemica Fossa-Cofferati DTUema: il posto fisso non c'è più Berlusconi: la par condicio la chiediamo noi A SCUOIA ANCHE I GENITORI Ba SONO ormai molti giorni che l'amministrazione americana e non poche diplomazie europee ripetono, con voce flebile eppur ossessiva, la stessa identica frase: «Timor Est non è il Kosovo». Le due situazioni non sono comparabili - così lasciano intendere - e dunque anche le responsabilità sono diverse. Lo stesso vocabolario è stato nei primi giorni degli eccidi assai edulcorato, colmo di eufemismi. Si è ricorso spesso alla parola «tragedia», del tutto incongrua: non esiste logica fatale in quel che accade nell'estremo oriente dell'arcipelago indonesiano; non esiste rapporto causale di colpe né tantomeno finale catarsi. Si evitano termini pesanti, giuridicamente vincolanti: termini come crimine contro l'umanità, genocidio, che pochi usano ma con sempre maggiore insistenza. Solo chi ha occhi per vedere osa dare ai massacri perpetrati da milizie e generali indonesiani il nome semplice che meritano. Kofi Annan ha detto venerdì che il governo di Giakarta «sarà ritenuto responsabile di crimine contro l'umanità, qualora non accettasse l'invio, rapido, di una forza d'interposizione Onu». Gli ex colonizzatori di Timor Est parlano di genocidio, in Portogallo, e assieme ad essi il capo spirituale della regione massacrata e svuotata, il premio Nobel della pace e vescovo di Dili Carlos Belo. Egualmente espliciti sono nelle ultime ore il Papa, il Vaticano, indignati da un eccidio che colpisce in prima linea chiese e fedeli cattolici di questa frazione dell'isola. Dopo aver taciuto sul Kosovo, il cattolicesimo si erge possente contro i crimini a Timor Est, chiedendo che il massacro venga fermato al più presto. Finalmente il Pontefice ritrova le parole solenni, esigenti, che dimenticò per gli albanesi ma che seppe pronunciare nei bombardamenti di Vukovar e Sarajevo. Già qualche anno fa, nel '95, il Parlamento europeo accennò al «genocidio di Timor Est», ricordando come il crimine fosse cominciato sin dall'occupazione indonesiana nel '75 - dopo la decolonizzazione portoghese - e avesse già comportato l'eccidio di 200.000 uomini: un terzo della popolazione. Si estende dunque la presa di coscienza, ma ancora le cancellerie vacillano, respingono appun- CONTINUA A PAGINA 6 PRIMA COLONNA rbara Spinelli ILDABOCCASSINI ROMA. L'era del posto fisso è finita. Lo ha detto il premier D'Alema inaugurando a Bari la Fiera del Levante. Il presidente del Consiglio ha sottolineato che la flessibilità è una condizione decisiva per lo sviluppo e che il governo sta facendo la sua parte, ma ha chiesto più coraggio sia ai sindacati sia alle aziende. Intanto a Crotone Giorgio Fossa, a nome degli industriali, chiede una moratoria per fare investimenti al Sud, mentre sulle assunzioni si accende la polemica con Cofferati. Sulla necessità di investire si è soffermato anche il Nobel Modigliani che è d'accordo con Walter Veltroni nell'indicare nel fondo pensioni una soluzione al problema della previdenza. A Formia, alla festa del Ccd, Silvio Berlusconi è intervenuto su spot elettorali, riforme, governo, e popolari. Sulla propaganda televisiva, in particolare, ha sottolineato: «La Rai è prò sinistra: la par condicio la chiediamo noi». «I GIOVANI L'HANNO GUf CAPITO» Guidi: "Sono i cinquantenni che vogliono il lavoro garantito» D'Antoni-, 'la flessibilità non è un dogma" EL C LE INTERVISTE Roberto Ippolito A PAGINA 3 IL LEADER AZZURRO «IN RAI LA MAGGIORANZA HA SPAZIO TRIPLO» «Non sono contrario a discutere di riforma elettorale, ma pretendo che non favorisca il centrosinistra» Fabio Martini A PAGINA 4 Alessandria, confessa l'as Filippo Ceccarelli CHIEDE la mamma al papà: «Chi lo fa quest'anno il rappresentante di classe?». Perché in questi giorni di settembre, in realtà, tornano a scuola anche i genitori. E allora: c'è qualcuno, per caso — non dei soliti — che ha il tempo, il cuore, il coraggio di «rappresentare» qualcun altro, ma sul serio? Consiglio di classe, consi glio d'istituto, comunque in qualche modo «partecipare». Potrebbe essere un'esperienza; probabilmente BERLINGUER gazzi, ora potete rare mi mestiere «Ragazziimparare di Mario Tortel è un esempio; forse anche un impegno «di base», come si diceva orribilmente una volta. Tanto più prezioso, quanto pili generoso, umile e alla lunga conveniente. Per tutti. Anello per la scuola, pubblica o privata che sia. Non saranno i genitori a ingarbugliare ancora di più la più vetusta delle controversie ideologiche e confessionali. A loro tocca qualcosa di più semplice: esserci, vedere di persona, se¬ sassino della prostituta NGUER ora potete mi mestiere llo A PAGINA 6 guire, intervenire, anche rompere le scatole perché si tratta pur sempre di «cosa pubblica». Inutile illudersi o lasciare! confondere. La democrazia in Italia non passa un buon momento. La stessa parola non fa più rumore, suona sorda, svuotata, non tocca più i sentimenti, a volte ha un effetto perfino irritante. Ce ne fosse uno che non ne coltivi le virtù, che non se ne ^ senta il deposi¬ tario. Privatizzata dagli uomini dei paniti (che ci campano su tra finzioni elettorali e spartizioni bicamerali!, la democrazia, intesa come risorsa «dal basso», si è quasi spenta. Eppure ogni anno si riaprono le scuole E solo lì, tra le carte geografiche sui muri scrostati, pare di cogliere un'opportunità che miracolosamente riguarda tutti. Per una volta la democrazia si presenta legata a quanto i genitori hanno più a cuori?. «Lo faccio io o lo fai tu quest'anno il rappresentante di classe?». EBREI, IL GIALLO DEL LIBRO NERO Il volutne sui evitili ni antisemiti nei territori russi occupati dai nazisti fu commissionato da Staliti nel '•/_? e «cancellato» nel '47 Paolo Mieli A PAGINA 19 LA DOPPIA FESTA DI REGGIO CALABRIA Tutti in piazza e allo stadio perla Madonna della Consolazione e la prima partita casalinga della Reggina in A Fulvio Milone A PAGINA 28