Fini su Ustica: «Politici colpevoli»

Fini su Ustica: «Politici colpevoli» Il leader di An: non si può scaricare tutto sui vertici dell'Aeronautica Fini su Ustica: «Politici colpevoli» «Regionali senza Segni» Ustica? «Bisogna corcare le responsabilità tra i politici». La Nato? «Deve essere ridisegnata, per troppo tempo siamo stati un paese a sovranità limitala...». Gianfranco Pini a tutto campo e anche vagamente spiazzante. Ieri a Roma, alla festa di Azione giovani a Roma, ha preso la parola e si è a lungo lanciato in critiche al governo, ma anche a se stesso e al proprio partito. Ha cominciato da list ica, irrisolto mistero d'Italia, e sull'argomento ha pronunciato parole nient'affatto scontate per il leader di un partito di centrodestra: «Non ci si può limitare a chiedere informazioni alla Nato, occorro individuare le responsabilità politiche e scavare nel rapporto tra chi gestiva il potere e i fatti di stragismo». Una sorpresa? In verità, l'obiettivo di l'Ini ora soprattutto quello di difendere l'Aeronautica (messa di recente sott'accusa dal giudice Rosario Priore, appunto a causa dei depistuggi), e così ha detto: «Non si può scaricare tutto sulle spalle dei militari. Se ci sono stati dei traditori, vuol dire che qualcuno ha ordinato loro di tradire». Quanto alla Nato, ha spiegato: «Per troppi anni abbiamo dato le chiavi di casa nostra ad altri», e però subito ha precisato: «Questo non significa dire no alla Nato o all'alleanza con gli Siali Uniti. Ci vuole una Nato basata su due pilastri: gli Usa e l'Europa. L'Italia deve assumere più responsabilità, non possiamo essere perennemente un paese di serie B». Il presidente di An è poi passato alle questioni più «interne», a cominciare dalla sua fugace e sfortunata esperienza in compagnia di Mario Segni. Fini già da tempo aveva chiarito che quell'alleanza era da considerarsi finita. Ieri, si è spinto un po' più in là, dicendo: «Ho commesso un grave errore, un errore da licenziamento dell'allenatore». E ha spiegato: «Abbiamo sbagliato nel proporre un'alleanza in una elezione proporzionale (le europee di giugno, ndr), in cui serviva il massimo della visibilità. Caso mai quello era un progetto politico del sistema maggioritario». Ma poiché è meglio non insistere nei propri errori, alle regionali che si terranno nel prossimo mese di marzo An correrà in modo autonomo, soltanto con il proprio simbolo. La cosa ha poi suscitato una piccola reazione a catena. Prima, è giunta la replica dell'Elefante, il movimento di Segni. Per nulla polemica, la nota in sintesi diceva: prendiamo atto della decisione di An, ma serve un chiarimento perché il progetto in sé resta valido. A quel punto, si è fatta risentire Alleanza nazionale: le ragioni che ci hanno spinto a quell'alleanza non sono venute meno, lavoreremo insieme contro il proporzionale e sicuramente ci saranno altre occasioni di collaborazione... Fini è poi passato ad altro e sul governo è scesa una raffica di critiche. L'abolizione della leva: «Venditori di fumo». Il caso Baraldini: «E' legittimo il sospetto che ci sia stato un baratto sul Cermis». Le riforme: «Basta con i minuetti sul dialogo. Quanto alle legge elettorale, non ci sono barricate da fare. Io ero, e resto, contro il doppio turno di collegio, perché sarebbe una legge fatta su misura per la maggioranza». L'ultima battuta è stata per la Unione europea: «Bisogna rendere più flessibili i parametri di Maastricht...». Ir. i.) Il presidente di Alleanza nazionale Gianfranco Fini

Persone citate: Baraldini, Gianfranco Fini, Gianfranco Pini, Mario Segni, Rosario Priore, Segni

Luoghi citati: Europa, Italia, Roma, Siali, Usa, Ustica