Bertinotti: «Il premier fa solo propaganda» di Ugo Magri
Bertinotti: «Il premier fa solo propaganda» Bertinotti: «Il premier fa solo propaganda» intervista Ugo Magri ROMA ASSIMO D'Alema ha chiesto agli italiani: "Vi siete accorti che nella prossima Finanziaria il governo ha intenzione non più di prendere, ma di dare?". Certamente a lei, onorevole Bertinotti, la novità non è sfuggita... «Io mi sono accorto soltanto che siamo al paradosso. Da una parte sento queste dichiarazioni. Dall'altra vedo i fatti, cioè l'agenda concreta del governo». E sopra l'agenda cosa c'è scritto? «Alla prima pagina leggo: interventi sullo Stato sociale e tagli della spesa pensionistica. Non si vuol dare, come dice il presidente del Consiglio, ma togliere». Però c'è anche scritto: restituzione del Tfr ai lavoratori... «E' vero. Ma non per impedire che gli industriali continuino a fare investimenti a basso costo con il salario differito dei lavoratori. No: il governo lo fa per compensare con i soldi del Tfr la riduzione del rendimento delle pensioni conseguente ai tagli». Insomma, per prendere meglio. E come mai? «Perché l'impostazione economica del governo ha nel patto europeo di stabilità la sua stella polare. Guardi il Dpef: è tutto all'insegna di una riduzione del deficit, cioè la stessa politica restrittive che serviva per entrare nell'Euro e che si vuole continuare anche adesso che siamo nella moneta unica». Davvero, secondo lei, D'Alema potrebbe ripudiare il patto di stabilità? «Non lo diciamo soltanto noi di Rifondazione comunista. Lo sostiene tutto lo schieramento che vorrebbe una "fase due" di politica espansiva, da Romiti, a Modigliani, a Savona... Su questa linea c'è il governo francese. E la questione fu posta da Lafontaine prima che venisse escluso dal governo tedesco». D'Alema, invece? Niente. Il governo ha duramente rifiutato questa prospettiva, ribadendo la linea del rigore e portando avanti l'attacco alle pensioni». Ammetterà almeno che l'occupazione cresce. D'Alema punta al milione di posti di lavoro. «Questa poteva evitarla». E perché? «Perché allora, al confronto, Aznar è un dio... Ci si vanta dimenticando che l'Italia conserva il più alto tasso di disoccupazione giovanile in Europa. E poi D'Alema, al pari di Aznar, sorvola sulla qualità della nuova occupazione. Trattasi, lo ricordo, di lavoro povero e precario, figlio di un tasso di crescita ridicolo, 1 ' 1,3 percento». Eppure il presidente del Consiglio sostiene che la legge finanziaria può cominciare a distribuire... «Ma figuriamoci. Finché ci si ispirerà al patto di stabilità, una politica distributiva sarà impossibile. Questa e propaganda». Propaganda? «Ma scusi, gli italiani tornano dalle vacanze e che cosa trovano nella buca della posta? Tutte le bollette in aumento, gas, luce, acqua. La classica "stangata" tipica dei governi democristiani dei Rumor, dei Colombo...». Non è un governo de, onorevole Bertinotti. Anzi, da Palazzo Chigi partono segnali collaborativi nei vostri confronti. «Io sono fautore di un confronto con la sinistra moderata, ma senza equivoci. E un serio dialogo passa per la sconfitta di questo governo. Noi puntiamo a far crescere un'alternativa». Allora come si spiega la vostra idea di fare accordi con la maggioranza alle prossime elezioni regionali? «Non giochiamo, la prego, sull'equivoco. Sono questioni diverse. Non è la prova generale di un riavvicinamento al governo, ma il tentativo di studiare forme originali di governo del territorio. Partendo dai programmi». Se oggi si votasse per le elezioni politiche, farebbe patti di desistenza con la maggioranza? «No. Perché la politica di questo governo ci condannerebbe alla sconfitta. Si veda Bologna, pensiamo al Brandeburgo: la sinistra perde quando fa politiche di destra. Per pensare a una convergenza programmatica, deve prima andare in crisi questa politica». fi & L'agenda concreta di questo governo parla di tagli alle pensioni e di interventi sullo Stato sociale Ormai nell'Euro ci siamo possiamo farla finita y j
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