«La ripresa c'è, non dobbiamo sprecarla» di Francesco Manacorda

«La ripresa c'è, non dobbiamo sprecarla» La Commissione europea e la Banca Centrale lanciano lo stesso messaggio al vertice dei ministri economici «La ripresa c'è, non dobbiamo sprecarla» Cresce l'ottimismo sui conti italiani, ma Roma resta prudente Francesco Manacorda invialo a TURKU (FINLANDIA) «La ripresa c'è. Adesso usiamola per risanare i conti pubblici». La Commissione europea e la Banca centrale di Francoforto lanciano lo stesso messaggio ai ministri economici della zona Euro riuniti in Finlandia. E anche dal fronte italiano, dove la ripresa ancora quasi non si vede, arrivano segnali positivi. «C'è maggiore ottimismo sul deficit italiano», commenta il ministro delle Finanze spagnolo Rodrigo de Rato. Ma è un ottimismo che la nostra delegazione - il ministro delle Finanze Vincenzo Visco e il direttore generale del Tesoro Mario Draghi preferisce smorzare. Da noi - è stato ieri il loro discorso - la ripresa economica non è ancora una realtà, i miglioramenti sul fronte dei conti pubblici dipendono soprattutto da un inaspettato aumento delle entrate fiscali e non ci sono garanzie di raggiunge- re a fine anno un deficit pari al 2% del Pil che Bruxelles ritiene ormai possibile. Il caso italiano è quasi paradossale. Dopo anni in cui si sottoponevano alle autorità comunitarie previsioni di deficit ritenute troppo ottimistiche, adesso è la Commissione a vedere le cose in modo più roseo delle autorità nazionali. Il «la» lo ha dato giovedì il portavoce del Commissario agli Affari monetari Yves Thibault de Silguy, spiegando che in base agli ultimi contatti tra il Tesoro e i tecnici della Commissione l'obiettivo di un deficit vicino al 2% del Pil appariva più probabile e che quindi era stata quasi inutile la richiesta fatta a giugno da Giulia¬ no Amato ai partner europei di consentire all'Italia di porsi un obiettivo di deficit pari al 2,4% invece che al 2% inizialmente previsto. E ieri è toccato anche ai partner dell'euro guardare con più fiducia alle nostre prospettive. Ma qui in Finlandia gb ambienti del governo italiano continuano a mantenere la linea cauta: per ora - è il discoiso che fanno - le nostre previsioni per il '99 restano quelle contenute nel Dpef, cioè una crescita dell' 1,3% e un rapporto deficit/Pil pari, appunto, al 2,4%. Il miglioramento dei conti pubblici, che pure si intravede, non dipende allora dalla crescita, visto che per il momento non ci sono motivi di prevedere un suo aumento su base annua, ma dal miglior andamento delle entrate fiscali e in particolare dalla lotta all'evasione. E anche quelli fiscali - si sottolinea - relativi ai primi otto mesi dell'anno e per i quali non c'è garanzia in futuro. E pruden¬ za obbligata, quella dell'Italia, ma forse è anche desiderio di poter usare con una certa libertà di manovra eventuali margini che dovessero presentarsi, senza essere inchiodati a una rigidissima disciplina di bilancio. Nei confini degli Undici, infatti, si respira un'euforia da ripresa che le autorità politiche e monetarie europee vogliono subito trasformare in risanamento finanziario. Sul fronte economico la produzione riprende vigore e i prezzi rimangono tutto sommato «freddi». Insomma, come spiega Rato «c'è una chiara ripresa della crescita senza tensioni inflazionistiche». Così la Commissione, anche se ieri non ha presentato nessuna cifra, si prepara a rivedere al rialzo le sue previsioni economiche formulate a primavera: il 2,7% degli Undici previsto per il 2000 potrebbe presto essere ritoccato di qualche decimo di punto. Ma di fronte a questo panorama, ha detto ieri agli Undici il Com¬ missario europeo agli Affari monetari Yves-Thibault de Silguy, è vietato abbassare la guardia: «Non dilapidiamo i frutti della ripresa e utilizziamoli invece per raggiungere i traguardi previsti dal Patto di Stabilità», cioè bilanci in pareggio o addirittura in attivo entro il 2002. E parole dello stesso tenore sono venute anche dal presidente della Bce Wim Duisenberg che in mattinata, parlando a Zurigo, era stato molto esplicito: «La maggior parte degli Stati membri sono ancora lontani dal raggiungere nel medio termine il pareggio di bilancio inserito nel Patto di stabilità e di crescita e le misure attuali sono per lo più insufficienti a ridurre in maniera duratura i deficit strutturali». Il timore della Commissione e della Bce, insomma, è che la ripresa si trasferisca non sul risanamento dei bilanci, ma piuttosto su altre misure come le riduzioni della pressione fiscale che si progettano in Francia. Le nostre previsioni sono quelle del Dpef Ma tra gli Undici si respira un'euforia da risanamento. Obiettivo: bilanci in attivo nel 2002 Il ministro delle Finanze Vincenzo Visco

Persone citate: Mario Draghi, Rato, Rodrigo De Rato, Thibault, Vincenzo Visco, Wim Duisenberg, Yves Thibault

Luoghi citati: Bruxelles, Finlandia, Francia, Italia, Roma, Zurigo