«Arcobaleno, un'operazione senza ombre» di Daniela Daniele

«Arcobaleno, un'operazione senza ombre» H sottosegretario Barberi: «Il cibo scaduto? 36 colli di tonno inviati dai tedeschi senza avvisarci» «Arcobaleno, un'operazione senza ombre» Il governo italiano replica alle accuse Daniela Daniele ROMA Missione Arcobaleno: fino all'ultimo container. Fino all'ultima coperta. Fino all'ultima lira versata per i profughi dei Balcani. La presidenza del Consiglio dei ministri ha messo in campo uno schieramento compatto per rispondere alle accuse di aver sperperato la solidarietà degli italiani. A marcire sulla banchina del porto di Bari c'era, è vero, del cibo, «ma era tedesco, mai preso in consegna dalla Protezione Civile»; tutto è stato fatto nel segno «della più assoluta trasparenza»; «ci eravamo ripromessi di aiutare 25 mila profughi, ne abbiamo assistiti 60 mila al giorno». Morale: Arcobaleno è stato un successo della solidarietà organizzata, un modello che gli altri Paesi ci invidiano e che stanno studiando. E se le bombe intelligenti hanno fatto cosi spesso cilecca, perchè scandalizzarsi per qualche scatoletta scaduta in una situazione che vedeva migliaia di profughi, impazziti di paura, in movimento da esodo biblico? Dal ministro Rosa Russo Jervolino (Interno) al ministro Livia Turco (Solidarietà Sociale), dal sottosegretario Franco Barberi (Protezione Civile) al commissario straordinario per la gestione dei fondi, Vitale, alla presidente della Commissione per le Pari Opportunità, Silvia Costa, il coro è stato unanime: non abbiamo nulla da rimproverarci. La procura antimafia di Tirana ha aperto un'inchiesta che coinvolgerebbe anche dirigenti e poliziotti italiani i quali avrebbero passato merci della missione Arcobaleno alla mafia albanese: come risponde il governo? ((Abbiamo grande rispetto per la magistratura albanese come per quella italiana - ribatte Rosa Russo Jervolino -. Facciano tutte le indagini che vogliono: noi offriremo tutto il materiale a nostra disposizione, ci mancherebbe altro!». In poche battute, il ministro dell'Interno descrive la situazione «assolutamente non programmabile» in cui la missione si è trovata a dover operare. «Abbiamo visto ricorda - che cosa significava porta¬ re aiuti umanitari da Tirana a Kukes e percorrere un tragitto che, normalmente, avrebbe richiesto due ore, in sette ore di non-strada, spesso sotto il tiro dei bombardamenti serbi». Franco Barberi, poi, risponde, dato su dato, alle accuse di aver abbandonato i container con gli aiuti, con merci in decomposizione. «Queste notizie scandalistiche - precisa - sono comparse, la prima volta, su un giornale tedesco: si diceva che a Bari c'erano viveri tedeschi, mandati alla nostra Protezione Civile, che stavano marcendo. Si trattava di 36 colli carichi di scatolette di tonno andate a male, ma sopratuttto, mai consegnate alla Protezione civile. Mercoledì sono state eliminate». E i medicinali scaduti? E il cibo mescolato ad altra merce? «In ogni situazione di emergenza - risponde Barberi - è fisiologico che il 15 per cento della merce si perda. Abbiamo calcolato che, nella peggiore delle ipotesi, avremmo perso il 13 per cento del materiale». E', comunque, in atto l'opera di catalogazione e revisione di quanto si trova nei container. E gli aiuti passati alla mafia albanese? «Se questo è avvenuto dichiara Barberi - non riguardava il nostro materiale. I convogli, così come i nostri depositi, erano sempre custoditi da una vigilanza armata». Può essere sfuggito qualche 'pezzo', ammettono i responsabili della missione, ma non certo in misura tale da alimentare un traffico clandestino. La stessa trasparenza, assicura il professor Vitale, è stata adottata nell'impiego del denaro raccolto a favore delle popolazioni colpite dalla guerra. E si produce in un dettagliato elenco dei progetti finanziati. Livia Turco non mette in campo le cifre, ma il suo personale ringraziamento al volontariato che ha integrato tutto il lavoro del governo. «Grazie ai volontari - dice grazie a quelle 32 mila telefonate giunte al nostro numero verde, s'è potuto piantare tende, cucinare pasti caldi, assistere feriti e far nascere bambini in condizioni di dramma¬ ticità inaudita». Staffan De Mistura, rappresentante dell'Onu in Italia, elogia quanto ha fatto il governo e chiede ai presenti di ricordare che «pur se salteranno fuori delle pecche, missione Arcobaleno è stata una straordinaria operazione di solidarietà salvavita». Indagini giudiziarie e nuove accuse a proposito di medicinali stoccati e mai palliti da Bari stanno a dimostrare che qualcuno sembra intenzionato a trovare proprio quelle «pecche». O TOTALE CONTAINER RACCOLTI: 2850 AL CENTRO DI SMISTAMENTO DI BARI: 2498 AL CENTRO DI ACCOGLIENZA DI COMISO: 352 9 CONTAINER SPEDITI DA BARI: 1829 0) CONTAINER RIMASTI A BARI: 914 9 STOCCATI AL PORTO: 669 9 RIENTRATI DALL'ALBANIA IL 2 AGOSTO: 235 O CONTAINER DELLA PROTEZIONE CIVILE: 10 (andranno in Turchia per il terremoto) 9 INVIATI A CENTRI DI ACCOGLIENZA ITALIANI: 16 9 CONTAINER VUOTI: 4 ARCOBALENO IN NUMERI rrrrr::—qpzss 9 FRIGO E FORNI: 12 [■.—.■^ n U»*—; ■- ■ IPfv^ Franco Barberi