Terremoto olla Beloit di Pinerolo

Terremoto olla Beloit di Pinerolo I sindacati: la multinazionale minaccia il licenziamento di 250 dipendenti Terremoto olla Beloit di Pinerolo // sindaco Alberto Barbero chiede spiegazioni all'azienda Magli amministratori non confermano né smentiscono Antonio Giaimo PINEROLO Ijuecentocinquanta lettere di licenziamento starebbero por essere spedite a oltre metà dei dipendenti della Beloit Italia, azienda che fa capo ad una multinazionale americana specializzata nella produzione delle macchine per la carta. Lo sostiene L'Alp (un sindacato di base pinerolese), e la notizia ha fatto piombare la città in un clima di angoscia e preoccupazione. Non ò un fulmine a ciel sereno: la produzione dei macchinari era già stata spostata in Polonia, mentre la struttura pinerolese sarebbe servita come come ufficio commerciale. Ma quella di ieri, se confermata, è una novità che nessuno si aspettava. Il sindaco di Pinerolo, Alberto Barbero, e l'assessore al Lavoro Antonio Bruno hanno inviato una lettera all'amministratore delegato della Beloit, Umberto Bollani, nella quale esprimono la preoccupazione di tutta l'amministrazione comunale per le conseguenze di questi licenziamenti sul piano occupazionale. Dicono: «Riteniamo opportuno e necessario che, tramite un tempestivo rapporto fra le parti interessate, si esaminino tutte le proposte e le possibili!.,! volte a mantenere occupazione ed attività nella Beloit Italia Occorre agire tempestivamente, anche perché la linea di attesa delle decisioni elio altri assumono sulla sede di Pinerolo non pare che condurre in un vicolo cieco». Tre sono le iniziative che l'Alp propone: «Bisogna immediatamente bloccare le lettere di licenziamento - dice Enrico Lanza, il segretario - chiedere la proroga della cassa integrazione che scade a novembre ed un piano industriale per il rilancio dell'occupazione. Un'idea noi l'avrem¬ mo: mantenere la presenza dell'azienda nel settore della carta, cercando un interlocutore esterno alla Beloit e fare pressioni affinché il ministero dell'Industria ci affianchi in questo progetto». La preoccupazione diffusa è quella che la casa madre non abbia più grossi interessi ad investire in Italia e che sia troppo lontana per essere coinvolta dalle pressioni esercitate dagli am- ministratori locali e daDo stesso ministero. Una delle ipotesi è quella che la multinazionale punti ad una vendita dell'intera area, con un progetto di urbanizzazione residenziale, cosa che sta già avvenendo là dove vi era la fonderia della Beloit. L'azienda per il momento né conferma né smentisce. Spiega il dottor Marco Deguidi, responsabile del personale della Beloit Italia: «Non sono state presentate le lettere di licenziamento, la legge infatti ce lo vieta in quanto non abbiamo ancora notificato ai sindacati la volontà di procedere ad ima mobilità. Il futuro di questa azienda è legato alle decisioni che verranno prese dalla capogruppo e non si può escludere che le procedure potrebbero interessare soltanto alcune decine di dipendenti». Chiesta la proroga della cassa integrazione I lavoratori temono la vendita dell'area in vista di una speculazione edilizia La produzione della Beloit era già stata trasferita in Polonia