I FILM NEL DESERTO
I FILM NEL DESERTO I FILM NEL DESERTO Opere di registi marocchini per un pubblico non solo arabo ■ A rassegna s'intitola «Il L cinema del Maghreb»: cinHHque film marocchini, tunisini ed algerini che saranno proiettati in arabo, con i sottotitoli in italiano, martedì 7, 14, 21 e 28 settembre, e il 5 ottobre (sempre alle ore 21) al cinema Monterosa di via Brandizzo 65. La sala aprirà le porte gratuitamente agli extracomunitari che vorranno ritrovare, con i loro registi più amati, un pezzo delle loro terre d'origine. Ma sono invitati ad intervenire anche gli italiani: perchè lo scopo del ciclo di pellicole è soprattutto quello di fungere da cemento tra due culture, di tentare di gettare un ponte per avvicinare mondi che faticano a dialogare. Organizza l'Università della Terza età: «Un film - dice Gianfranco Billotti, tesoriere dell'Unitre - è certo più accattivante ed immediato di una lezione accademica: ma non è meno efficace per conoscere la storia e la cultura di un popolo». La scelta della versione in lingua originale vuole essere anche una forma di cortesia, un segno d'amicizia, verso gli stranieri. Sergio Nicola, che organizza la rassegna insieme a Luigi Navone, spiega che le cinque aerate rientrano in un progetto più ampio: «Quello di offrire ai torinesi qualche strumento di comprensione in più sul comportamento dei maghrebini nel nostro Paese, ma nello stesso tempo di spiegare a chi è nato in terre tanto lontane la nostra mentalità, le nostre radici. Per questo, al termine di ogni film, ci sarà un dibattito con critici e giornalisti, che metteranno a confronto le due culture». I lungometraggi raccontano la complicata vita di un harem marocchino («A la recherche du mari de ma femme», di Mohamed Abderrahmane Tazi, martedì 7 settembre); due fratelli al lavoro in una ditta di imballaggio di datteri all'indomani della guerra («Louss-Roses de sables», di Mohamed Rachid Benhadj, il 14 settembre); Romeo e Giulietta algerini, travolti dalla violenza integralista («L'arche du deserto, di Mohamed Chouikh, il 21); una storia di donne e di bimbi nel palazzo degli ultimi re tunisini («Les silences du palaia», di Moufida Tlatli, il 28); e infine il , dramma di una ragazza madre pronta ad uccidere e a sfidare i pregiudizi per difendere il suo nimbo («La plage des enfants perdus», di Jillali Ferhati, il 5 ottobre). «L'Unitre - aggiunge Billotti - è da tempo impegnata, con il gruppo "Camminare insieme", e con il progetto "Marco Polo" su temi legati all'integrazione degli extracomunitari: vogliamo creare per loro anche specifici programmi di inserimento nel lavoro. Ma occorrono grossi passi avanti sul piano delle proposte culturali. Troppo spesso gli stranieri immigrati in città conducono una vita completamente separata, rispetto a quella degli italiani: vivono e lavorano fianco a fianco con i torinesi, ma non s'incontrano mai realmente con noi». La rassegna rientra anche in un'altra «strategia» lanciata dall'Università della Terza età: quella di decentrare il maggior numero possibile di inizative, per andare incontro a chi fatica a spostarsi nel centro cittadino. Per la prima volta, infatti, oltre al cinema ci sarà nella Circoscrizione VI (che ne finanzia una parte) anche un ciclo di corsi: partiranno ad ottobre nella biblioteca civica di Falcherà (piazza Falcherà 9/10), e riguarderanno la storia di Torino e del Piemonte, ma anche disgno, poesia, musica, astronomia. E persino l'egittologia e i «viaggi m poltrona», per scoprire cultura, popoli e civiltà extra-europei restando in città, [g.fav.) Mohamed Hacliid Benliadj, il regista del film «Louss-Roses de sah/e» die verrà proiettato al cinema Monterosa il 14 settembre
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