«SIAMO FIGLI DI UNA STESSA PASSIONE»

«SIAMO FIGLI DI UNA STESSA PASSIONE» FESTNAL GEMELLI «SIAMO FIGLI DI UNA STESSA PASSIONE» Stefano Della Casa, oggi direttore del Torino Film Festival, ne è stato il vicedirettore quando al timone della rassegna c'era Alberto Barbera. In questo articolo, Della Casa augura «in bocca al lupo» al vecchio complice: con qualche riflessione sulla «torinesizzazione» di Venezia. QUANDO i lettori di «TorinoSette» avranno sott'occhio queste righe' il festival di Venezia sarà già iniziato da tre giorni e il mio amico Alberto Barbera avrà già sparato una delle sue cartucce più rumorose, la prima internazionale dell'ultimo film di Stanley Kubrick accompagnato dalla coppia dello scandalo, Tom emise e Nicole Kidman. Spenti i fasti dell'unanimismo su «Eyes Wide Shut» (per unanimismo in Italia si intende una generale deferenza un po' ipocrita accompagnata da qualche voce programmaticamente controcorrente), comincerà il tiro al bersaglio. Per intenderci: ma perché ha scelto per il concorso film italiani così dichiaratamente indipendenti? e come mai c'è meno mondanità di Cannes? perché così poche commedie? e, al tempo stesso, perché il Leone alla carriera è toccato a un comico come Jerry Lewis? Naturalmente Barbera si saprà difendere da solo: gli amici più intimi lo chiamano «Il Sean Con nery dei poveri» in virtù di un'indubbia somiglianza ironicamente sottolineata ma anche per la calma fermezza che lo permea quando è sotto pressione. Non ha bisogno dei nostri auguri: il miglior augurio se lo è già fatto da solo con un bel programma. Resta la seconda sfida, fare un bel festival nel luogo più inospitale e meno adatto del mondo, il Lido di Venezia, dove panino più acqua minerale produce una somma raramente inferiore a quindicimila (lire), dove mancano le sale e ci si arrangia con le tensostrutture: ma qualcosa è già cambiato, e in questo caso direi che è più giusto giudicarlo a fine mandato (quattro anni). Visto che non ne ha bisogno, gli auguri facciamoli a noi stessi. Per sedici anni siamo stati insieme al Festival di Torino: e adesso, come è ovvio, il nostro festival non sarà più lo stesso. Occhio però alle false contrapposizioni tipo: Venezia propone Philippe Garrel (oggetto di una memorabile retrospettiva torinese) in concorso, Torino risponde con la personale di John Carpen te r (che nelle mezzenotti veneziane ci sarebbe stato proprio bene). L'idea è che Carpenter e Garrel sono entrambi campioni del cinema contemporaneo: l'anomalia è che Venezia ante-Barbera non se ne fosse troppo accorta, Garrel era stato anche premiato ma un po' in sordina. Le passioni possono divergere, la matrice è la stessa: il 110 e lode era'arrivato sia per la tesi sulla rivista di estremismo semiologico «Cinethique» sia per quella sull'artigiano western Budd Boetticher... Stefano Della Casa

Luoghi citati: Cannes, Italia, Lido Di Venezia, Torino, Venezia