Per te, risentito ascoltatore

Per te, risentito ascoltatore Un invito a «uscire dai club» Per te, risentito ascoltatore TALVOLTA, nel frequentare le sale da concerto, viene in mente quello straordinario tipo definito da Adorno «Ascoltatore risentito». Ce n'è in giro ancora un bel po' di ascoltatori «risentiti» ma una delle più tenaci speranze di Settembre Musica è far si che ce ne siano sempre di meno. Ma chi sono questi personaggi che coltivano il loro amore per la musica con volto spesso accigliato? «Risentito» è colui che ama un settore molto limitato del repertorio musicale e che in questo limite trova una garanzia di eccellenza condivisa da pochi altri. Bisognerebbe invece gettarsi dietro le spalle la tessera di appartenenza a club più o meno esclusivi e andare in giro per il mondo della musica passando dal «Clavicembalo ben temperato» di Bach nell'interpretazione del russo Koroliov alla Band chiassosa e patetica dello jugoslavo Goran Bregovic. Se conservate nelle vostre orecchie la memoria di certi spunti bandistici di Mahler e Sostakovic vi farà un gran bene: vedrete attraverso quali alchimie la materia sonora si fonde e si riplasma. Altri poli estremi dai quali partono formidabili circuiti li potrete trovare nel primo dei due concerti della Filarmonica della Scala diretta da Muti: le danze dai «Vespri siciliani» e «Aus Italien» di Richard Strauss centrifugano e ricreano materiali popolari che possedevano fin dall'inizio una straordinaria energia emotivo-vibratoria. L'ascoltatore capace di scoprire le affinità elettive che abitano nel profondo di musiche tra loro anche molto diverse, è non solo intelligente e sensibile ma addirittura creativo, nel senso che viene a trovarsi in una condizione simile a quella del punto da cui parte un compositore. Tutto sta infatti nella capacità di osservazione coniugata all'immaginazione, ma mi spiegherò meglio con un esempio. Una mattina dell'inverno 1910 Stravinsky a Beaulieu componeva con la finestra aperta; sentì dalla strada una melodia suonata da un pianino meccanico, l'acciuffò a volo e la infilò nella partitura di «Petruska» dove quella musichetta diventò la quintessenza delle musiche di strada. Tutte le buone musiche proiettano un'ombra che si allunga oltre il loro profilo e questa dimensione impalpabile può essere quella della fantasia e dell'immaginazione creatrice. Tutto quello detto fin qui vale per quella zona dell'arte musicale che corrisponde alla civiltà dell'Occidente ma sul globo ce ne sono altre che usano scale, intervalli, ritmi e architetture formali differenti. Quando queste musiche «altre» vengono a contatto con la nostra suscitano di solito indifferenza o shock benefìci e profondi. Naturalmente ci interessa di più la seconda reazione e su questa strada ci sostengono gli esempi di assimilazione di un Musorgskij, di un Debussy, di un Bartók, di un Messiaen o di un Berio. Siamo in buona compagnia dunque, ma non dobbiamo credere per questo che si tratti di un cammino facile. Cogliere l'essenza profonda del diverso è un'impresa che richiede il massimo impegno poiché ogni musica è manifestazione di un groviglio di pensieri che si espandono nelle più svariate direzioni andando a sollecitare tutti gli anfratti del sentire e dell'agire umano. Non c'è nulla di strano in tutto questo ed ogni buon ascoltatore sa che da un Lied di Schubert si può sprigionare la meditazione più profonda e appassionata sulla morte o sui sentimenti che si agitano nell'animo umano nel momento degli addii. Una invocazione agli spiriti in un rituale taoista o il suono di un'ancia che vibri attraverso la colonna d'aria di un saxofono, possono mettere in movimento orizzonti altrettanto vasti: bisogna solo saper ascoltare. Le occasioni di ascolto che offre questa ventiduesima edizione del «Settembre» nascono da una concezione della musica di questo genere; ma non dimentichiamoci che si tratta di un festival, ovvero di una serie di eventi in cui felicità, meditazione e svago sono momenti strettamente complementari, a somministrare i quali provvederanno alcuni dei più grandi musicisti oggi in circolazione. Tanti auguri dunque e buon ascolto ai tantissimi spettatori che con la loro intelligenza e assiduità hanno con gli anni costruito la reputazione internazionale del nostro festival. Enzo Restagno Comitato artistico di «Settembre Musica»