Una foresta in mezzo alle risaie

Una foresta in mezzo alle risaie TRINO VERCELLESE Una foresta in mezzo alle risaie pi OSSEDERE dati riguardanti un periodo di ben 200 anni sulla gestione di un bosco planiziale come accade per il Bosco delle Sorti o della Partecipanza di Trino (Vercelb) grazie al recente, imponente studio di Franco Crosio e Bruno Ferrarotti, pubblicato in due volumi riccamente illustrati dal Comune di Trino, è importante per la selvicoltura. Al Bosco, che si estende su oltre 500 ettari, si accede da quattro diversi ingressi a poco più di 2 km dall'abitato di Trino. Qualunque visitatore, sapendo che si tratta del più imponente rehtto di bosco planiziale esistente, si avvicina con una sorta di rispetto anche perché capisce ben presto di trovarsi in un prezioso serbatoio di specie vegetali e di animali selvatici: gh scoiattoli si rifugiano tra gli olmi, a primavera i mughetti e i narcisi ricoprono il sottobosco, insieme ai ranuncoli e all'anemone, in estate macchie di Epilobium dai fiori violetti colorano a tratti il paesaggio, ma sono soprattutto le imponenti, secolari querce che incutono quasi un senso di stupore, anche perché si ha la consapevolezza che sono ormai una rarità in una pianura completamente trasformata in risaie e campi di mais. Nel Bosco si incontrano anche numerose rogge che arricchiscono di vegetazione particolare l'ambiente. Inoltre essendo il Bosco composto da una parte completamente piana e da una rilevata si riscontrano due tipi di vegetazione il querco-carpineto con il carice (Carex brizioides), e il querco-carpineto con rovere che si mescola alla robinia e al nocciolo, agb asfodeli, alla borragine selvatica e alla gramigna pelosa dei boschi, la Luzula pilosa. Pochi sono gli esempi di alneto-frassineto. Il Bosco è diviso in dieci prese; i partecipanti, o soci partecipanti, usufruiscono ogni anno di una porzione di legno ceduo secondo regole vecchie di secob: ogni anno una delle dieci prese cade in. turno di taglio; essa è riquadrata, divisa in due parti utilizzando fessure praticate nel suolo da antichissima data, dette fosse. Questo Bosco è un archivio vivente che ci permette di capire quanto legname è stato prodotto nel tempo, come è stata effettuata la regimazione idraulica per favorire il querceto a scapito dell'ontano e del frassino, quali cure colturali sono state seguite, come è stata realizzata l'introduzione di specie esotiche e soprattutto come è avvenuto il rinfoltimento e il miglioramento della fustaia. Si comprende anche il valore del legname da opera e da fuoco: un tempo occorrevano centinaia di giornate di lavoro per racco ghere in fascine da forni e commerciaUzzare le ramaglie minute residue dei tagU e delle manuten zioni, negb anni del secondo dopoguerra tale materiale incominciò ad essere bruciato in bosco per venire smaltito, infine nello scorso decennio neppure il taglio di notevoli quantità di legname di querce da opera ha consentito di coprire le spese ordinarie della Partecipanza. La gestione del bosco è cambiata di pari passo al cambiamento della società. Il bo sco si autoregola, è lui stesso che suggerisce ad un selvicoltore attento e sensibile il modo in cui deve essere conservato evitando di soccombere sotto tagli sconsi derati. Per i Partecipanti è sempre stata essenziale la continuità del bosco, tanto che da dieci anni è divenuta area protetta regionale Alcune scelte gestionali hanno fornito risultati negativi, diversi da (nielli previsti: ad esempio la lotta pluridecennale contro gli arbusti spinosi invadenti (bianco spino e prugnolo), dei quali si giunse a prescrivere o sradica mento sistematico, ha dato luo go, al contrario, ad una densità di tali specie sicuramente superiore a quelle di altri boschi piani z.iali I tagli continui dell'arbusteto hanno determinato un ringiova mento, stimolando la propagazione per mezzo di polloni radicali, cosi che numerose specie fruttificano t al mento da fornire il seme utilizzabile nella vivaistica forestale, per rinaturalizzare aree degradate (cave e discariche). Infine, il fatto che ora il Bosco abbia sia un Piano di assestamento forestale sia un Piano naturalistico facilita il compito di chi vorrà occuparsi dell'attività selvicolturale del Bosco, essendo questi due strumenti propedeutici ad una gestione corretta. Elena Accati Università di Torino DA5dc4sqslltgpstt9mefclt

Persone citate: Bruno Ferrarotti, Elena Accati, Franco Crosio

Luoghi citati: Comune Di Trino, Torino, Trino