Dannose alla salute? Per ora solo sospetti

Dannose alla salute? Per ora solo sospetti ONDE ELETTROMAGNETICHE Dannose alla salute? Per ora solo sospetti Nessuna delle indagini epidemiologiche ha finorafornito dati certi DA quando Wartheimer e Leepernel 1979 riportarono un aumentato rischio di leucemia e tumori cerebrali in bambini residenti nelle vicinanze di linee ad alta tensione, gli studi sulle radiazioni elettromagnetiche non ionizzanti si sono moltiplicati. Si sono osservate sia la capacità di interferire con varie funzioni de! corpo umano, sia la possibilità di causare malattie nel campo tumorale, neurologico, oculistico, ma le osservazioni fatte non si sono dimostrate, nella maggior parte dei casi, ripetibili in condizioni diverse. E' probabile che la supposta relazione causale esposizionemalattia non sia così forte come per altri fattori ambientali (fumo, alcol). I possibili danni non sono stati determinati con certezza, ma neppure l'innocuità è stata dimostrata. Come per il medico vale il principio fondamentale «primum non nocere», anche l'evoluzione tecnologica dovrebbe poter escludere danni all'uomo. Qui il problema diventa giuridico e politico: quale e quanto rischio per l'uomo può essere accettato di fronte all'introduzione di un nuovo inquinante ambientale? Questo ha indotto molti Paesi a controllare e regola- mentare tale forma di inquinamento. A differenza delle radiazioni ionizzanti (raggi X e gamma), capaci di modificare il Dna e causare tumori e malformazioni, le radiazioni non ionizzanti si limitano ad interferire con le membrane cellulari ed effetti sul Dna sono solo ipotizzati; solo gli effetti termici sui tessuti e gli effetti da contatto (shock elettrico) sono ben noti. La maggioranza dei dati disponibili deriva da indagini epidemiologiche. Queste studiano la popolazione confrontando individui malati e sani, o individui esposti e non esposti a un fattore di rischio. Il nesso fra fattore di rischio e malattia è stabilito mediante il concetto di rischio relativo: il rapporto tra la probabilità di comparsa della malattia in individui a rischio e non. Molti ricercatori hanno valutato la frequenza di tumori in relazione all'esposizione residenziale a campi a frequenza bassa (da apparecchi elettrici o linee dell'alta tensione), ma i risultati nel complesso sono difficili da interpretare: una associazione si- Sificativa tra esposizione e maria non è sempre presente, ed a maggiore esposizione non conisponde maggiore frequenza di casi. Anche la forza dell'associazione non è molto elevata: il rischio per gli individui esposti è doppio o triplo rispetto ai non esposti, con una maggiore evidenza nei bambini, bioltre i metodi di valutazione del rischio, ed il metodo epidemiologico stesso sono disomogenei e talora discutibili. Anche alcune funzioni come il ritmo cardiaco e la pressione arteriosa sono modificate dai campi a bassa frequenza: una ridotta variazione giorno-notte rivela una disfunzione del sistema nervoso autonomo. Altri autori hanno indagato gli effetti sul feto, o gli effetti sulla struttura e sulle funzioni dell'occhio ma l'associazione è inconsistente. L'esposizione a radiazioni a frequenza superiore (da radiotelecomunicazioni, nel mirino del magistrato di Torino Guariniello), è stata meno studiata, ma una ricerca condotta in Inghilterra presso le emittenti di Sutton Coldfield ha dimostrato nella po¬ polazione residente una maggiore frequenza di leucemie dell'adulto e di tumori cutanei e vescicab: il rischio relativo è moderato ma aumenta con l'avvicinarsi dei ripetitori. Studi eseguiti sempre in Inghilterra su altre emittenti non hanno tuttavia confermato le osservazioni. Se l'attenzione è oggi diretta per lo più sulla popolazione,l'evoluzione della tecnologia tende continuamente ad aumentare l'esposizione dei lavoratori ed in diversi studi su questi gruppi è stata osservata l'insorgenza di tumori soprattutto encefalici e di malattie neurologiche come la sclerosi leterale amiotrofica (malattia del neurone motore) nel personale addetto ad impianti elettrici, e la malattia di Alzheimer, negli addetti alle telecomunicazioni. L'esposizione ai campi prodotti dai telefoni cellulari è ancora poco studiata e soprattutto gli effetti a lungo termine sono ignoti. L'aumento della temperatura dei tessuti in vicinanza della fonte, in particolare il cervello, richiede tempi lunghi e non ha chiare conseguenze. L'esposizione sperimentale ha causato una induzione del sonno ed una riduzione della fase di sonno «rem», la fase in cui si sogna, importante per le funzioni di memoria ed apprendimento, peraltro non confermate da successive ricerche, ed una anomalia nei ritmi gio ni al ie ri di produzione di alcuni ormoni (cortisolo) di portata e conseguenze incerte. Di particolare delicatezza sono le interazioni con i pacemaker cardiaci: una interferenza è stata dimostrata nel 20% dei casi studiati, con sintomi nel 6,6%, solo se il cellulare era tenuto a meno di 15 centimetri dall'apparecchio. Per questo alcuni Paesi (es. Olanda) hanno emanato linee guida di comportamento per l'uso dei telefonini. Guido Calieri Ancora ignoti gli effetti dell'esposizione ai campi prodotti dai telefoni cellulari Densità massima di flusso magnetico espressa in microtesla e riferita ad una corrente di 60 Hz. I valori forniscono la grandezza dei campi prodotti e il loro rapporto con la distanza. Si tratto dei valori massimi rilevati, ma si registrano anche valori inferiori, variabili a seconda del tipo di apparecchio. Elottrodomostico a 3 cm a 30 cm aim, Asciugacapelli 750 10 0,3 | Aspirapolvere 800 20 2 Ferrodastiro 30 0,3 0,025 Fornello elettrico grande 150 45 0,02 Fornello elettrico piccolo 80 4 0,2 Forno 3 0,5 0,4 Forno a microondo 200 8 0,6 Frigorifero 1,7 0,25 0,01 Lampada fluorescente 200 3 0,06 Lavostoviglie 7 1 0,08 Lavatrice 50 3 0,15 Macchino per il caffe 7 0,25 Mixer 450 4 0,02 Rasoio 1500 9 0,3 Television* 50 2 0,15 Tostapane 18 0,7 0,01 , | 5 Dati tratti da «Campi elettromagnetici» di Margherita Fronte, Edizioni «Avverbi» - - - - -.. -..

Persone citate: Calieri, Guariniello, Margherita Fronte, Sutton

Luoghi citati: Inghilterra, Olanda, Torino