Cina: il panda salvato dall'estinzione

Cina: il panda salvato dall'estinzione NELSICHUAN Cina: il panda salvato dall'estinzione ■ L panda è saivo. Il perìcolo di ■ estinzione dell'orso cinese, I diventato il simbolo della difesa della natura su magliette e distintivi del WWF, sembra oggi scongiurato grazie al successo di un progetto di inseminazione artificiale che ha permesso nell'ultimo quinquennio la nascita in cattività di oltre cento cuccioli. Lo afferma il Chengdu Research Base of Giant Panda, il centro di ricerca cinese alla periferia della capitale del Sichuan che, dal 1987, è impegnato nella lotta per impedire la scomparsa del panda maggiore (Ailuropoda melanoleuca) e del panda minore (Ailurus fulgens), detto anche panda rosso per il colore del suo pelo, o orso gatto per l'incedere felino. Negli anni Settanta la sopravvivenza del panda maggiore fu seriamente minacciata dal disboscamento delle fitte foreste di bambù e conifere della Cina sud-occidentale, dove fin dal Pleistocene (circa 600.000 anni fa) questa specie vive a un'altitudine tra i 1500 e i tremila metri. Nelle regioni montuose di Sichuan, Yunnan e Shanxi, culla della specie, le foreste sono state progressivamente ridotte dai 780.000 chilometri quadrati originari ai 215.000 odierni. La deforestazione ha provocato l'isolamento dei gruppi di animali. E la distruzione del loro habitat - ridotto nel solo Sichuan (dove vive l'80 per cento del migliaio di panda rimasti) dai 21 mila chilometri quadrati del 1974 ai 10.400 del 1989 - ha reso loro sempre più difficile il rifornimento di cibo. Nonostante la struttura da carnivoro, il panda è vegetariano, si nutre di 40 diverse varietà di bambù, di cui mangia in estate i germogli (fino a 40 chili al giorno) e in inverno foglie e rami (fino a 14 chili al giorno): la ricerca e la masticazione del bambù assorbe due terzi del suo tempo. Al declino della specie ha contributo anche il basso livello riproduttivo: dopo l'accoppiamento in primavera, la femmina partorisce un solo cucciolo (raramente due) a fine agosto. "■"Percorrere ai ripari, ilgqveTno cinese trasformò la sopravvivenza del panda in una questione di prestigio nazionale. Più che da una improbabile vocazione ecologica, i dirigenti di Pechino erano spinti da una questione di orgoglio - il Panda è uno dei simboli della Cina nel mondo - e dall'interesse a sviluppare l'industria turistica. Vedere il Panda è il sogno dei milioni di occidentali che ogni anno visitano la Cina e il Chengdu Research Base of Giant Panda, aperto al pubblico, è la meta preferita di europei e americani in viaggio nel Sichuan. Cosi Pechino avviò, in collaborazione con il WWF, un progetto per la sua salvaguardia. Iniziò nel 1987 con l'allestimento di un'area di 5,5 ettari (più tardi estesa a 35,4 ettari) per l'accoglienza, l'alimentazione e la riproduzione della specie. La prima nascita di un panda in cattività fu registrata nel 1963 allo zoo di Pechino, tra quell'anno e il 1993 sono venuti alla luce 143 cuccioli sotto il controllo dell'uomo, grazie al miglioramento delle tecniche di inseminazione artificiale che - dopo : primi esperimenti nel 1978 dal 1980 impiega seme congelato. «I risultati positivi delle nascite in cattività sono soprattutto il frutto del migliorato scambio di informazioni tra gli scienziati cinesi e stranieri e nel caso del centro di Wolong, in Sichuan. della forte motivazione del personale addetto» spie- §a Chng Soh Koon, portavoce ella sezione asiatica del WWF International. «Il WWF ha smesso di sostenere la ricerca sulla riproduzione in cattività, spostando tutte le energie nella difesa della specie nel suo habitat naturale. Ciò comporta l'addestramento del personale delle riserve, un maggiore controllo sul territorio e la dimostrazione dell'esistenza di alternative alla deforestazione per le popolazioni che vivono nella regione» aggiunge Chng Soh Koon. Si tratta della seconda parte del progetto per salvare il panda - a cui collaborano gli zoo di Pechino e Chengdu e il centro di ricerca di Wolong (a cui da 15 anni collabora il WWF): prevede la creazione di 14 nuove riserve (oltre alle 13 già esistenti), di 17 corridoi protetti e di 32 "stazioni" di habitat su di un'area complessiva di 1 Binila chilometri quadrati (tra cui 6500 di habitat della specie) sparsi tra Sichuan, Shanxi e Gansu. Marco Moretti

Persone citate: Giant, Koon, Marco Moretti

Luoghi citati: Chengdu, Cina, Pechino