Da oggi il rischio asteroidi si misura con la Scala Torino
Da oggi il rischio asteroidi si misura con la Scala Torino accordo internazionale Da oggi il rischio asteroidi si misura con la Scala Torino AL pari della scala Mercalli o Richter per i terremoti, è stata recentemente introdotta una scala per definire il rischio di impatto di un asteroide o di una cometa con la Terra. La scala è stata proposta alla valutazione degli specialisti durante il workshop Impact, tenutosi a Torino in giugno. La sua formulazione è opera di Rick Binzel del Massachusetts Institute of technology di Boston, la messa a punto si deve al comitato del workshop Impact. Il 22 luglio vi è stata l'approvazione e la presentazione a tutte le maggiori istituzioni internazionali sia scientifiche che politiche, Onu inclusa. A parte l'indubbio interesse scientifico, l'introduzione di questa scala ha avuto un risvolto del tutto particolare (e piacevole) per gli specialisti del settore operanti presso l'Osservatorio Astronomico di Torino e per molte altre realtà piemontesi (Alenia Aerospazio, Regione Piemonte, Protezione Civile) che negli ultimi anni hanno contribuito a studi su questa modernissima tematica. Il nome «Torino» è stato proposto dall'ideatóre proprio come riconoscimento del lavoro di alto livello svolto da diversi decenni presso l'Osservatorio cittadino grazie alla sensibilità che le istituzioni regionali hanno mostrato, permettendo lo svolgimento di studi accurati e l'organizzazione di congressi di risonanza internazionale. Non a caso Impact è anche il nome di un progetto di ricerca avanzata che è stato promosso dalla Regione e ha visto l'Osservatorio e l'Alenia come principali artefici. La Scala Torino è basata su due parametri fondamentali per la definizione del rischio di impatto di un corpo planetario: le dimensioni del coqio che «potrebbe» impattare (che permette di definire le conseguenze dell'urto) e la probabilità che un tale evento ha di accadere nel prossimo secolo. Le conseguenze dell'urto permettono di dividere gli eventi in tre categorie: locali, regionali e globali. La prima si riferisce a potenziali impattori inferiori ai 100 metri, la seconda a oggetti non superiori al chilometro, la terza ai corpi maggiori. Quando un evento ha una probabilità superiore al 99 per cento di accadere, si considera la colli■ sione come certa. Quando è superiore all'1 percento, l'even-' to merita un'attenzione del tutto particolare e si devono iniziare studi accurati per eventuali azioni di difesa. Si tenga presente che la probabilità «media» per un oggetto che ha le potenzialità di impattare la Terra nei prossimi cento anni è solo di una su qualche milione. Suddividendo opportunamente gli eventi sulla base dei vari parametri è stato possibile costruire 10 classi di rischio. Si definisce inoltre classe «0» quella relativa a eventi che abbiano una probabilità praticamente nulla di accadere e/o che abbiano conseguenze insignifi¬ canti (ad esempio, oggetti completamente distrutti nell'attraversamento dell'alta atmosfera). La classe 1 si riferisce a oggetti con probabilità di tipo «medio»: essi vanno studiati con particolare attenzione e tenuti sotto osservazione continua per migliorarne la conoscenza dei parametri orbitali. Dalla classe 2 alla 4 le probabilità aumentano, ma normalmente gli effetti sono solo di tipo locale. Le classi da 5 a 7 si riferiscono invece ad oggetti con alta probabilità e con effetti devastanti su scala regionale e globale. Infine le classi 8, 9 e 10 danno la certezza che l'evento accada e si riferiscono rispettivamente a casi locali, regionali e globali. Ovviamente, tutti sperano che i prossimi oggetti che si scopriranno non vadano mai al di là della classe 0 o al limite della 1. Può anche accadere però che un oggetto, al momento della sua scoperta e con una determinazione di orbita molto approssimativa, si inserisca in una classe più elevata. Ulteriori osservazioni potranno poi farlo rientrare nelle classi iniziali, prive di rischio effettivo. E' stato questo il caso di alcuni famosi oggetti, come il recente 1999 AN10, che seno •' diventato «innocui» dopo che le t onnLvttmmsprnspT •' t osservazioni continuative hanno permesso una migliore definizione della loro traiettoria. L'adozione della Scala Torino va oltre la definizione puramente «scientifica» di un certo evento. Essa è stata anche particolarmente studiata per servire come fonte di comunicazione verso i «mass media» e l'opinione pubblica in genere. Sicuramente aiuterà a evitare malintesi, deformazioni di notizie e falsi allarmismi, che spesso hanno accompagnato il problema delle collisioni tra Terra e corpi minori. Vincenzo Zappala Osservatorio di Torino classe descrizione OLo probabilità di collisione è zero, o molto ol di sotto di quella di un oggetto occasionale qualsiasi non conosciuto. Questa dasse si applica anche a oggetti talmente piccoli da non riuscire a raggiungere la superficie terrestre. ©La probabi lità di collisione è estremamente bassa, circa la stessa di un oggetto occasionale non conosciuto. Obi probabilità di un incontro ravvicinato è leggermente superiore alla media, ma la probabilità di collisione è molto bassa. 0L'incontro è sicuramente ravvicinato. La probabilità di impatto è di almeno l'uno per cento. La collisione puà causare solo distruzioni locati. Come la 3, ma le distruzioni sarebbero su scala regionale. O L'incontro è sicuramente ravvicinato. La probabilità di impatto è elevata e la distruzione è su scala regionale. Come il 5, ma le distruzioni sarebbero su scala globale. La a i altissima. Le distruzioni sarebbero su scala globale. OLa collisione è sicura ma le distruzioni sarebbero su scola locale. Questi eventi accadono mediamente tra 1 e 50 volte per migliaio di anni. OLa collisione è sicura ma con distruzioni su scala regionale. Questi eventi accadono mediamente tra 1 volta ogni 1000 anni e una volta ogni 100.000 anni. La collisione è sicura ma con distruzioni su scala globale. Questi eventi accadono f in media non più di una volta ogni 100.000 anni Il grado 0 non comporta alcuna conseguenza Il grado 1 necessita un controllo continuo dell'oggetto I gradi 2-4 necessitano attenzioni particolari e possibili studi di intervento II gradi 5-7 sono da considerare allarmanti e necessitano preparazione di interventi 11 gradi 8-10 rappresentano collisioni sicure «necessitano interventi ,,, mww■« ii lui.'HiH'»'ii'«ij"iM"iiii".n.miiii)irfi. oitu orini M'ir l ni ili etpoqruoo o? Gli In analogia con le Scale Mercalli e Richter per i terremoti, gli astronomi hanno elaborato un proprio strumento di valutazione Servirà non soltanto alla comunità scienziati ma anche per dare una corretta informazione l'opinione pubblica ale Mercalli moti, gli astronomi proprio one éééì Servirà non soltascienziati muna corrl'oTROIANI isinclasse descrizione OLo probabilità di collisione è zero, o molto ooccasionale qualsiasi non conosciuto. Questatalmente piccoli da non riuscire a raggiung Nel disegno, la fascia principale degli asteroidi; nella foto, la traccia di un pianetino che ha sfiorato la Terra SCALA TORINO per la valutazione del rischio di impatto con la Terra di un singolo asteroide e/o cometa.
Persone citate: La Scala, Mercalli, Richter, Rick Binzel, Vincenzo Zappala Osservatorio
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