Dall'India all'Africa un nuovo realismo magico

Dall'India all'Africa un nuovo realismo magico Dall'India all'Africa un nuovo realismo magico RECENSIONE Claudio . Gorlier UNA delle etichette applicate alla narrativa degli ultimi decenni e ripetuta spesso per automatismo è quella del «realismo magico». Nata in riferimento alle arti figurative del primo Novecento (De Chirico et olii), convalidata in letteratura da noi attorno agli anni Trenta da Massimo Bontempelli - scrittore che sollecita una seria rivalutazione - è divenuta ormai fastidiosamente di moda soprattutto in riferimento a romanzieri sudamericani e dei Caraibi, in primo luogo Marquez. Sta a indicare, grosso modo, la dilatazione del reale o della storia nel surreale, nel fantastico e, appunto, nel magico. Il lettore può incontrarne un esempio fondamentale nel romanzo appena pubblicato in italiano, curato con la consueta perizia da Angelo Morino, del cubano Alejo Carpentier (1904-1980), II secolo dei lumi (Sellerio, pp.373, L. 28.000). Carpentier è tra i numi tutelari del realismo magico. Inventata, come spesso accade, dai critici, la formula sta diventando assai logora e la si può tirare da tutte le parti come un impasto per la cucina. Meglio, allora, lasciare da parte i critici e rivolgersi agli scrittori. Alcuni eccellenti esempi ci vengono dall'India e dall'Africa, due nella nuova, stimolante collana di Giunti, «Antipodi», Un elefante per Malgudi di R. K. Narayan e II venditore di sogni di Ben Okri, un ottuagenario e un quarantenne; il terzo esempio, ancora di Narayan, è 12 Chiacchierone, pubblicato da Guanda. Per loro la dimensione magica è di per sé stessa realistica, onde il chiaro superamento della formula (Okri mi ha recentemente espresso il suo rifiuto della deli ni /ioni ; in sé). Con Narayan siamo nella imma- RECENCla. Go IONE dio er ginaria Malgudi - in realtà Mysore, la sua città, nell'India meridionale - dove la tranquilla vita di un gruppo di amici, in particolare un tipografo, viene sconvolta dalla comparsa di un individuo prepotente, anche fisicamente aggressivo, visto che è stato campione di lotta, e peraltro non sprovveduto, visto che ha tanto di laurea. Questo signor Vasu, un impagliatore di animali, si installa in casa di Nataraj, il tipografo, e provoca una vera strage di animali, tra cui una temuta e rispettata tigre, ai propri fini bassamente commerciali. Ma il culmine deU'abominazione si raggiunge quando Vasu non fa mistero LA DILATAZIONE DELLA STORNEL FANTASTICO: LE VOCI DIVANNO OLTRE LA TRADIZIONdella sua intenzione di uccidere un elefante sacro, per di più malato. Quando ogni speranza sembra caduta, Vasu libererà Malgudi dalla sua presenza uccidendosi in modo grottesco, sfondandosi il cranio nel tentativo di schiacciare un fastidioso insetto che vi si è posato. Spetta a uno dei personaggi minori, alla fine del romanzo, di spiegare che in pratica Vasu era un asura, il malvagio del grande classico sanscrito Bhagavad Gita, uno dei libri canonici dell'induismo. Lo asura è, in sostanza, un demone, e Vishnu lo induce a uccidersi proprio nello stesso modo di Vasu. A questo punto appare chiaro che l'elemento magico si trova introiettato nella realtà, fuori del tempo e delle circostanze, a conferma che Narayan, a somiglianza di altri scrittori indiani, attinge a una dimensione per la quale nessuna formula si applica e che fa parte integrante della narrativa indiana contemporanea.In misu- ra più divertita ma non meno evidente l'operazione si coglie meglio in II chiacchierone. Il narratore in prima persona è un giornalista di scarsa fortuna ma grande affabulatore e il protagonista della storia un eccentrico futurologo. Scopriamo che il chiacchierone si ispira a Narada, figlio di Brahma, mentre l'episodio finale riporta ironicamente a una famosa coppia del mito, la principessa Sa vi tri e il suo sposo Satyavan. La chiave di lettura, dunque, rifiuta ogni etichetta sovrapposta e ci riconduce a una matrice quasi millenaria, pur nella sua natu rale contemporaneità. Okri, già con il suo notevolissimo romanzo La via della fame, pubblicato a suo tempo da Bompiani, ci aveva per così dire iniziato a un A NEL SURREALE E NARAYAN E OKRI E SUDAMERICANA mondo nel quale la visione animistica, o come bene osserva uno studioso italiano, Renato Oliva, sciamanica, permea la realtà anche più degradata, in uno scambio senza soluzione di continuità. Da un lato, Okri ci porta nel pieno della guerra civile della sua Nigeria, con scene aspramente realistiche di bimbi resi orfani e abbandonati, di donne stuprate, di speculatori senza scrupoli, attorno a una vicenda familiare vista proprio attraverso gli occhi di un adolescente, Ma il suo realismo non è mai fine a se stesso, e al contrario il tessuto narrativo si carica di presenze inquietanti, di apporti onirici, per cui lo stesso principio di realta viene profondamente rimodellato, in certo senso rovesciato e intriso di mistero quotidiano, concreto quanto inspiegabile alla ragione e tale da creare un modo diverso, unico di raccontare, che nessuna formula può illudersi di catturare. Madurei (India): per rendere onore al suo dio Shiwa, questa donna si perfora la lingua con un ago LA DILATAZIONE DELLA STORIA NEL SURREALE E NEL FANTASTICO: LE VOCI DI NARAYAN E OKRI VANNO OLTRE LA TRADIZIONE SUDAMERICANA Un giornalista chiacchierone e un eccentrico futurologo La vita di un tipografo sconvolta da un individuo prepotente Il tempo della guerra civile in Nigeria R. K. Narayan II chiacchierone Guanda, pp. 138, L.24.000 R. K. Narayan Un elefante per Malgudi, Giunti, pp. 240, L. 20.000 Ben Okri II venditore di sogni. Giunti, pp. 342, L. 28.000 ROMANZI

Luoghi citati: Africa, Guanda, India, Nigeria