Un ragazzo scopre il dolore di Israele

Un ragazzo scopre il dolore di Israele Un ragazzo scopre il dolore di Israele .RECENSIONE Roberto Denti DALLA tradizione del secolo scorso abbiamo ricevuto la consuetudine di far leggere ai ragazzi romanzi scritti per adulti {Robinson Crusoe, I viaggi di Gulliver, Davide Copperfield, Ilpiccolo principe, ecc.). Il libro Una pantera in cantina di Amos Oz invita a fare il contrario: è scritto per ragazzi ma può interessare e appassionare gli adulti. Scrittore di successo, Oz si rivolge ai ragazzi con estremo rispetto, considerando l'infanzia e l'inizio dell'adolescenza un'età che richiede livelli narrativi di grande impegno. Nel 1977 la Mondadori pubblicò Soumchi una storia che qualcuno paragonò a un Tom Sawyer contemporaneo. Una pantera in cantina (splendida la traduzione di Elena Loewenthal) racconta la storia di un ragazzo di dieci anni con il soprannome di Profi per le sue manie perfezionistiche - nel periodo immediatamente precedente alla costituzione dello Stato di Israele, quando i territori erano ancora sotto il mandato britannico e quindi l'Inghilterra era considerata il nemico da combattere. I giovanissimi giocano a imitare i grandi e fantasticano sulla costruzione di missili micidiali o di macchine da guerra che possono distruggere Buckingham Palare. Sulla sua casa il ragazzo trova scritto «Profi è un vile traditore» perché i compagni lo accusano di essere amico di un sergente della polizia inglese: imitando episodi visti al cinema imbastiscono un processo e lo condannano senza speranza. Il biasimo inappellabile è dovuto soprattutto ad un'accusa che non ammette repliche: «E' perché tu, Profi, vuoi bene al nemico. E voler bene al nemico, Profi, è peggio che passargli delle informazioni. Peggio .RECENRobDe IONE rto ti che tradire i partigiani. Peggio che spifferare. Peggio che vendergli le armi. Persino peggio che passare a coinbattere dall'altra parte. Voler bene al nemico, Profi, è il massimo del tradimento». Su un piano analogo (anche se soltanto suggerito) la memoria corre all'indimenticabile Il silenzio del mare di Vercors che rappresentò, alla fine del secondo conflitto mondiale, un apporto fondamentale alla comprensione di quanto una guerra può provocare nei rapporti col nemiro. Oz ha la particolarità di rappresentare con avvincente misura i rapporti umani mettendo in risalto le difficoltà che si incontrano con individui che rendono difficile una relazione amichevole: «Sia allora che adesso che sto scrivendo questo libro riscontro sempre un certo fascino toccante nelle persone smarrite, quelle che vagano per il mondo come se questo fosse un'anonima fermata dell'autobus di una città straniera, dove si è scesi per sbaglio senza avere la minima idea del perché e del come venirne a capo». Romanzo non facile per i ragazzi d'oggi che della nascita dello Stato di Israele conoscono poco o nulla, può suscitare profonda emozione negli adulti. Ai quali si può consigliare anche di leggerlo ad alta voce ai propri figli quando - in seconda o terza media - possono venire aiutati a capire qualcosa del recente passato. Amos Oz Una pantera in cantina Fabbri, collana «/ delfini», pp. 172, L. 24.000 ROMANZO

Persone citate: Amos Oz, Davide Copperfield, Elena Loewenthal, Roberto Denti, Robinson Crusoe, Tom Sawyer

Luoghi citati: Inghilterra, Israele