II Tesoro stringe sul Mediocredito «Privatizzato entro il 4 dicembre»

II Tesoro stringe sul Mediocredito «Privatizzato entro il 4 dicembre» Dalle cessioni Amato conta di incassare 15 mila miliardi nel '99 II Tesoro stringe sul Mediocredito «Privatizzato entro il 4 dicembre» ROMA L'operazione di privatizzazione del Mediocredito Centrale dovrà avvenire entro il 4 dicembre. Questa la decisione presa dal comitato Draghi perle privatizzazioni riunitosi ieri. La riunione ò servita ad aprire ufficialmente le procedure di privatizzazione che dovranno ora concretizzarsi con la pubblicazione del bando di gara e l'accesso dei potenziali acquirenti alla «data room». Tecnicamente il comitato non ha preso decisione su come vendere la partecipazione del Mediocredito, l'istituto guidato da Gianfranco Imperatori, che secondo alcune stime vale dai 3 ai 4 mila miliardi. Restano dunque aperte entrambe le opzioni di una cessione in blocco o di una cessione di una quota, presumibilmente il 30% del capitale, accompagnata da un'offerta pubblica di vendita. Il dossier Mediocredito centrale, essendo in ogni caso il comitato Draghi un organo consultivo, è ora sul tavolo del ministro del Tesoro Amato per il definitivo via libera. A brevissimo giro di posta dunque, già nei prossimi giorni, potrebbe essere reso noto e pubblicalo il bando di gara preliminare all'invio delle manifestazioni di interesse da parte delle cordate bancarie italiane ed estere. A presentarsi alla data room sarebbero in molti: Unicredito, Monte dei Paschi, la cordata delle popolari guidata da Vicenza e Novara, ma anche il gruppo francese Paribas che tramite Cardif ha stretto alleanza con il Banco di Sicilia. Non è escluso che altri operatori italiani e esteri possano essere della partita. Spetta ora al Tesoro chiarire in via definitiva il timing dell'operazione che si punta a chiudere entro l'anno. Questo vale certamente per l'eventuale costituzione del nucleo stabile di azionisti (Vicenza e Novara sarebbero candidate a rilevare il 30% del capitale), mentre per l'offerta pubblica di vendita la situazione è più fluida e non ancora determinata. Anche per l'opv l'obiettivo è farla entro l'anno, ma questo aspetto dovrà essere valutato dal momento che sul mercato stanno per confluire i pacchetti azionari del 15%-18% dell'Enel e tra fine novembre e prima decade di dicembre partirà anche l'offerta Autostrade. Ma il tavoo di Amato è sempre più affollato. Il governo ha indicato in 15 mila miliardi le entrate da privatizzazioni per il 1999. In rampa di lancio sono la prima tronche dell'Enel, la Società Autostrade e il Mediocredito centrale, con l'«annesso» Banco di Sicilia. A seguire, nei primi mesi del 2000, partiranno le dismissioni di Adr, Cofiri, Finmeccanica e Alitalia. Ma in cassa ci sono già 7.500 miliardi «extra» versati dall'Enel al suo azionista. Il collocamento di una quota del 15-18% dell'Enel, come detto, dovrebbe awe nire entro fine ottobre, quella di Autostrade entro fine novembre, per evi tare di arrivare a ridosso dell'appuntamen todi fine milieu nio con opera zioni finanziarie ancora aperte. Resta il fatto che il governo conta sull'incasso di 15 mila mi liardi, come indicato nel Dpef, e la sola vendita dell'Enel potrebbe non essere sufficiente. Il ricavato della dismissione di Autostrade infatti, - una cifra vicina ai 18 mila miliardi - andrà nelle casse dell'Iri, che solo nel 2000 potrà staccare una sostanziosa cedola a favore del suo azionista, il Tesoro, Da sinistra Mario Draghi direttore generale del Tesoro con Gianfranco Imperatori. presidente del Mediocredito

Persone citate: Cardif, Gianfranco Imperatori, Mario Draghi, Tesoro Amato

Luoghi citati: Novara, Roma, Vicenza