Per le piccole francesi gorbie diventa Marie di Enrico Benedetto
Per le piccole francesi gorbie diventa Marie La bambola ha cambiato nome e look Per le piccole francesi gorbie diventa Marie Sarà pronta per Natale nelle vesti di una intellettuale «Rive Gauche» Enrico Benedetto corrispondente da PARIGI Ter sedurre le ragazzine francesi, Barbie cambia nome e look: diventerà Marie, teenager pittrice. Insomma, una pericolosa intellettuale Rive Gauche. L'inattesa metamorfosi della bambolina graziosa, ma scervellata esordirà nel periodo natalizio. E l'azienda produttrice - l'americana Mattel - le affida (complice un'estesa campagna pubblicitaria) il rilancio fra le bimbe sugli 8-10 anni. Per intenderci, quelle che ormai snobbano la Barbie classica ritenendola un balocco da piccini. Con Marie, il modello cambia. La futura moglie ideale (secondo i parametri Usa) si francesizza lasciando intuire un caratterino da enfant terrible. Chiamarsi come la Madonna non è che sia rivoluzionario, ma in compenso i suoi hobby artistici ne fanno una figlia tardiva del '68. Coltiverà l'astrattismo o la popart? Bisognerà attendere il kit annesso. Comunque vada, è una svolta non solo di costume. E che l'annunci un quotidiano finanziario come «Les Echos» testimonia la posta in gioco. La Barbie versione Sartre dovrebbe peraltro interagire con tre compagne nuove di zecca. L'australiana, che adora gli sport estremi. L'inglesina Chelsie con un debole per il rock (sui prototipi figurava timidamente il piercing, poi scomparso nella bambola definitiva: le mamme apprezzeranno). Infine la yankee, che vorrebbe divenire top model. Sono, beninteso, stereotipi. Chelsie riassume l'inconsolabile nostalgia di Spice-Girls, e la sua collega dell'emisfero australe le fantasie collettive su Sidney Duemila. Quanto a Marie, incarna la non meno caricaturale Francia post-68 ove il body-buil- Una Barbie clasAvrà tre cl'austrl'inge l'ame ca mpagne: aliana ese ricana ding dell'esprit sfornerebbe in serie artistoidi, romanzieri, fiosofi... Si direbbe manciù l'itaiana, ed è forse un privilegio. In ogni caso, le Magnifiche Quattro - già disponibili sul mercato Usa - si direbbero affiatatissime. Perché l'astuzia del produttore vorrebbe ndurci a comprarle insieme. Un melting pot formato Barbie, con gadget e avventure transnazionali da improvvisare. E se manca l'ispirazione, no problem: albi monografici per ciascuna ragazza ce ne illustreranno le caratteristiche. L'indimenticabile, ossigenata Barbie sopravviverà alla Banda delle 4. La Mattel si guarda bene dal ritirarla. Ma dinnanzi al packaging nero - fa «tendenza» - che avviluppa Marie fr C, il rosa originario diviene ancor più stucchevole. Roba da asilo. Perché oggi Barbie spopola solo in età prescolare. Le madri cui toccò battersi per ottenere dai genitori europei quel sogno americano che infrangeva il ta bù della seduzio ne femminile la regalano con leggerezza talo ra eccessiva, tra sponendo sulle figlie una revanche antica. In termini economi ci, tuttavia, anticipare i tempi ro vina il business. La bimba piccola è passiva Ignora il know how del ricatto ai grandi («Dai, compramela le mie compagne ce l'hanno!» e non possiede neppure un piccolo salvadanaio. Bisognerebbe spremerla da grandicella. Ven dendole per esempio Marie'e le altre. In fondo, tuttavia, la svolta racchiude anche segnali positivi. Finora Barbie era un'icona standard, adattabile in base alla situazione. Ma queste hanno carattere. Ciascuna con la sua brava idea nella testolina e guai chi gliela tocca Monomaniache sì, ma pensanti. A quando il femminismo in scatola? Avrà tre compagne: l'australiana l'inglese e l'americana Una Barbie classica
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