«Troppi gli antibiotici e vengono usati male» di Daniela Daniele

«Troppi gli antibiotici e vengono usati male» L'ALLARME DEL VIROLOGO «Troppi gli antibiotici e vengono usati male» intervista Daniela Daniele Di ROMA OPO l'Aids, un nuovo nemico si rivela ai microscopi in questa fine di millennio? Esiste davvero un superbatterio pronto per i nostri incubi? L'allarmismo, ci rassicurano gli esperti, in questo caso non è giustificato. «Resta, però, la necessità di vigilare sul fenomeno della resistenza ai farmaci», osserva Donato Greco, direttore dell'Epidemiologia all'Istituto Superiore di Sanità. Professor Greco, a quanto pare a Genova hanno isolato un nuovo batterio. E così nasce un'altra paura... «Mettiamo una cosa in chiaro: non hanno isolato alcun nuovo batterio. Quello di cui si parla è sempre esistito. In realtà hanno scoperto nuove resistenze in un batterio già noto. Ovvero, nuove forme di antibioticoresistenza. Ma questa purtroppo non è, per noi addetti ai lavori, una gran novità». Perchè gli antibiotici, che per anni sono sembrati la panacea per tutti i mali, oggi ci diventano nemici? «Proprio perchè sono stati usati per tutti i mali: stiamo pagando l'abuso e il cattivo uso che s'è fatto in passato e che, malgrado i ripetuti appelli e i molti studi pubblicati, si continua a fare». Per colpa di chi? «La prima causa, bisogna riconoscerlo, è l'incompetenza di molti medici. Spesso, tra l'altro, si prescrive 1 antibiotico per garantirsi, per evitare grane con le assicurazioni. Alcuni medici, poi, sommini strano ancora gli antibiotici a pazienti con infezioni virali, quando è ben noto che questi farmaci agiscono soltanto contro i batteri. La colpa è, naturalmente, anche delle industrie e della pressione che esercitano sui medici: alle case farmaceutiche, è ovvio, conviene sfornare prodotti sempre nuovi. Poi, non dimentichiamo anche le responsabilità dei pazienti». In che senso? «Quando si deve assumere un antibiotico per sei giorni, ma lo si sospende dopo due perchè ci si sente meglio, si contribuisce a creare un. batterio che non è stato debellato però, in compenso, è diventato antibiotico resistente». Si dice che l'uso improprio sia d'abitudine anche negli ospedali. E' così? «Purtroppo, è così. L'uso abbondante di antibiotici legato agli interventi chirurgici, per esempio, non sempre è giustificato. E' anche vero, però, che finalmente molti ospedali si stanno adeguando alle linee guida che, ormai da anni, l'Istituto Superiore di Sanità ha fornito e che fanno parte di un importante progetto nazionale di ricerca sull'antibioticoresistenza e sulla farmacovigilanza». Ma gli antibiotici entrano anche nella catena alimentare, in particolare nella carne, non è vero? «L'argomento è di grande attualità e motivo di serrato dibattito in sede di Unione Europea. Com'è noto gli antibiotici vengono impiegati nell'allevamento dei bovini, per aumentarne il peso». In alcuni Paesi europei, come la Svezia, infatti, ne hanno vietato l'impiego nei mangimi. Ma possono danneggiare l'uomo? «Beh, certamente tali sostanze circolano nel sangue e un residuo di esse rimane sempre nelle carni e nel latte. Ma non è tanto questo il problema, quanto lo sconvolgimento che ne deriva alla nicchia ecologica dei batteri che, anche attraverso l'allevamento del bestiame con certi criteri, diventano sempre più resistenti ai farmaci e, dunque, sempre più difficili da debellare». Donato Greco,direttore dell'Epidemiologia all'Istituto della Sanità «I medici prescrivono farmaci spesso senza alcuna necessità e i pazienti smettono di prenderli prima del tempo Ma così si rafforzano i germi» A fianco, l'infettivologo Dante Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive dell'Università di Genova. In alto, un ricercatore mostra una coltivazione del superbatterio resistente a tutti gli antibiotici

Persone citate: Dante Bassetti, Donato Greco, Professor Greco

Luoghi citati: Genova, Roma, Svezia