Abbandonarono compagno condannati due alpinisti
Abbandonarono compagno condannati due alpinisti Chamonix: 60 giorni di carcere con la condizionale Abbandonarono compagno condannati due alpinisti AOSTA «In montagna se si parte Insieme, si torna insieme. Questa, fatte le dovute eccezioni, non è soltanto una regola del buon alpinista, ma del buon sonso». Così Giuliano Trucco, responsabile del Soccorso alpino valdostano, commenta la decisione del tribunale di Lione che ha condannato a due mesi di carcere con la condizionale due alpinisti francesi accusati di omicidio involontario per aver lasciato indietro un compagno in difficoltà che, nel tentativo di tornare a valle da solo, è precipitato e morto. I due alpinisti, Sebastien Meyer e Fabien Antolinos, erano stati denunciati dai genitori della vittima, Bertrand Michat, anch'egli francese, nell'estate del 1997. Era il 10 giugno quando i tre erano partiti insieme da Chamonix per un'ascensione alTAiguille Verte, nella catena del Monte Bianco. Durante la salita Bertrand Michat aveva perso un rampone. In quello condizioni per lui era risultato impossibile proseguire il cammino. Invece di tornare a valle insieme i suoi compagni avevano deciso di continuare l'ascensione fino alla vetta. Forse Michat li aveva assicurati che avrebbe atteso il loro ritorno, o forse aveva manifestato l'intenzione di scendere a valle da solo. In aula, durante l'udienza che si è tenuta il 21 giugno scorso, i due imputati hanno sostenuto di aver lasciato solo il compagno perché fin dall'inizio avevano deciso di comune accordo che ognuno di loro avrebbe raggiunto la vetta in solitaria. Una spiegazione che non ha convinto 1 giudici francesi secondo i quali la perdita del rampone avrebbe dovuto obbligare i due alpinisti «a sforzi supplementari» e ad una «maggiore vigilanza» per aiutare il compagno in difficoltà. I b.m. 1
Persone citate: Bertrand Michat, Fabien Antolinos, Giuliano Trucco, Meyer
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