Corsi prematrimoniali ai bambini di Fabio Galvano

Corsi prematrimoniali ai bambini Sin dalle elementari per prevenire il boom delle gravidanze minorili: «Un errore a quattordici anni si paga per tutta la vita» Corsi prematrimoniali ai bambini Blair mette in pratica la sua «rivoluzione etica» Fabio Galvano corrispondente da LONDRA Lezioni sulla famiglia già a sette anni, nella scuola elementare. Per finire, a 14, con i problemi su che cosa significhi diventare papà o mamma. Innestata sulle recenti vicende di due mamme di 12 anni, emblematiche delle crisi sociali che percorrono la Gran Bretagna, la «campagna morale» di Tony Blair approda nelle scuole. 11 ministro per l'Istruzione David Blunkett presenterà domani queste nuove iniziative del governo; ma il «Daily Telegraph» ha già dato ieri un assaggio di quello che i bambini inglesi dovranno sorbire nelle classi di Pshe (Personal Social and Health Education) e che il leader conservatore William lingue ha già liquidato come «aria fritta», sostenendo che ò inutile fare a scuola i) panegirico della famiglia e dei suoi vulori quando poi il governo danneggia sul piano fiscale la famiglia tradizionale. Di fronte all'altissimo tasso britannico - di gran lunga il più alto in Europa - di gravidanze minorili, Blair ritiene che questo sia un passo da compiere. E poco lo interessa di essere accusato dai conservatori di avere «scimmiottato» un'analoga iniziativa dell'ex primo ministro John Major, il quale fu protagonista di una campagna - disastrosa, visti i risultati - all'insegna del «back to basics», il ritorno alle origini, il ritorno ai concetti buonisti di una società che riporta in prima fila famiglia, istruzione, sanità. Un portavoce di Downing Street si è tuttavia curato ieri di precisare che questa «non è una predica per gli adulti», che «ognuno è libero di vivere la propria vita», che «l'importante è mettere l'ultima generazione nelle condizioni di scegliere». Ecco allora le nuove direttive scolastiche. Fra 7 e 11 anni i bambini dovranno «essere resi coscienti dei diversi tipi di rapporto, compreso il matrimonio, e della differenza fra amici e famiglia». Tra gli 11 e i 14 anni dovranno invece imparare «l'importanza del matrimonio per i rapporti familiari», cioè il benessere e la felicità che quel legame può apportare rispetto a relazioni più «moder¬ ne» ma anche più provvisorie. Fra i Mei 16 anni i ragazzi impareranno «la natura e l'importanza del matrimonio per la vita familiare e per allevare i bambini», ma anche i diritti e le responsabilità dei genitori, nonché le difficoltà di tirar su una famiglia. Tutte cose che, evidentemente, i ragazzi inglesi non imparano a casa. O almeno così ritiene Blair. Ieri il ministro Blunkett ha spiegato che la nuova enfasi sui concetti di matrimonio e di famiglia vuole essere un tentativo del governo di responsabilizzare i giovani; non di ritornare, come qualcuno ha suggerito, a una «moralità sessuale vittoriana». Il vero bersaglio, gli ha fatto eco il ministro degli Interni Jack Straw, è sconfiggere il comportamento antisociale così diffuso fra i giovani d'oggi. «Un errore a 14 anni - è la tesi del premier britannico - si paga per il resto della vita». Ieri un suo portavoce ha sottolineato che anche ai padri minorenni verrà chiesto di contribuire finanziariamente alla crescita della prole. E' tuttavia difficile capire come un ragazzo di 14 anni - quale è il padre di una delle dodicenni al centrò delle cronache socialmorali che hanno spinto Blair all'azione - possa pagare il dovuto alla Child Support Agency, l'ente creato da Maggie Thatcher per rintracciare i padri assenti e costringerli a mantenere i figli. Il primo ministro britannico Tony Blair annuncia la sua campagna morale nelle scuole

Persone citate: Blunkett, Child, David Blunkett, Jack Straw, John Major, Maggie Thatcher, Mei, Tony Blair

Luoghi citati: Europa, Gran Bretagna, Londra