OTTO MESI DI FUOCO di Paolo Passarini

OTTO MESI DI FUOCO LA NOTA ROMAMA OTTO MESI DI FUOCO Paolo Passarini MASSIMO D'Alema ha convocato per domani mattina alle 9 una riunione dei capigruppo parlamentari della maggioranza. La convocazione è arrivata ieri pomeriggio sui tavoli delle segreterie del centrosinistra e, anche se l'ordine del giorno non era dettagliatamente specificalo, si sa che l'agenda della ripresa contiene due blocchi di questioni: riforme istituzionali e provvedimenti per il rilancio dell'occupazione al Sud. Sono i due filoni sui quali D'Alema intende concentrare l'azione del governo nei prossimi otto mesi, cioè fino alle regionali della primavera del 2000. Poiché a questa azione sono affidate le sorti future del centrosinistra, non sono tollerabili errori marchiani nella messa a punto del pacchetto, né nella sua gestione.—Mettere troppa carne al fuoco sarebbe pericoloso come e forse più che metterne troppo poiarprwwrtsmv USICTRATA. Ieri il presidente del Senato Nicola Mancino ha lanciato un appello ai parliti perché facciano le riforme «senza prendere ad alibi questo o quel provvedimento legislativo». Non c'è bisogno di un vocabolario di politichese per tradurre: il Polo la smetta di stare sull'Aventino per protesta contro la legge sulla «par condicio» e cominci a collaborare. Invece il Polo, per bocca del capogruppo di Forza Italia al Senato Enrico La Loggia e di altri, ha ripetuto la sua indisponibilità: lo sciopero del talamo delle mogli ateniesi continua. Niente di più di quanto approvato già in una Camera, ha detto La Loggia: vale a dire giusta causa e elezione diretta dei presidenti delle regioni. D'Alema, è ovvio, vorrebbe qualcosa di più: certamente un aggiornamento della legge elettorale regionale per armonizzarla con l'elezione diretta del presidente. E, in prospettiva D'Alema ha molto insistito su questo nell'incontro di giovedì scorso con Arturo Parisi -, una nuova legge elettorale nazionale. Dietro questo braccio di ferro strategico sembra essercene uno molto più concreto sul grado di durezza dell'annunciata legge sulla par condicio. Walter Veltroni teme che D'Alema conceda troppo, ma Silvio Berlusconi appare comunque agganciabile perché, dopo sette anni di Scalfaro, non ha nessuna intenzione di rompere con un Capo dello Stato che perlomeno lo rispetta e che è ansioso di incontrare. NUMERI IRREALI. Più complesso è il discorso sull'occupazione al Sud. Anche una ripresa economica forte ci mette molto tempo prima di produrre effetti sull'occupazione, e una ripresa forte in Italia non c'è. Bisogna spendere bene ì fondi stanziati per provocare qualche movimento percettibile nei numeri e non sarà facile senza barare. paopass@tin.it Dopo la ruggine dei tempi passati «Non si potrà più non tener conto dei Democratici»

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