MA TIMOR NON E' IL KOSOVO di Boris Biancheri

MA TIMOR NON E' IL KOSOVO L'OCCIDENTE E LE STRAGI MA TIMOR NON E' IL KOSOVO Boris Biancheri QJ UELLO che sta avvenendo a Timor Est è tragicamente indicativo dei mali di questa disordinata fine secolo. C'è lo scontro di due religioni e di due modi di intendere la vita. C'è il cinismo dello Stato indonesiano che ha sempre considerato Timor Est più come una colonia insubordinata che come una porzione del suo territorio. C'è anche il timore che l'indipendenza della metà orientale dell'isola faccia deflagrare altre ambizioni di autonomia o di indipendenza in una regione, quella dell'Asia insulare, dove religioni, razze e culture hanno saputo convivere abbastanza pacificamente ma dove non mancano occasioni di frizione e contrasto. C'è infine il declino dell'autorità e della capacità decisionale delle Nazioni Unite e l'assenza di un equilibrio politico tra due superpotenze che tenga luogo di un online mondiale. La prima cosa da fare, credo, è di evitare di usare Timor per fare populismo a fini interni accusando, per esempio. Stati Uniti e Occidente di corresponsabilità per essere passivi oggi quando furono attivi ieri in Kosovo. Che fra la situazione del Kosovo e quella di Timor vi siano somiglianze è certo. Si tratta di due etnie oppresse maggioritarie nella loro regione e largamente minoritarie nel Paese, vittime entrambe di gravi violazioni degli elementari diritti umani. Ma basterebbero proprio le enonni difficoltà politiche e strategiche incontrate nell'intervento in Kosovo a dimostrare quanto irrealistiche sarebbero delle operazioni militari di combattimento a Timor; e gli indonesiani sono i primi a saperlo. 0 chi fa questo paragone intende dire che se si fa la guerra a Milosevic in Jugoslavia la si deve fare a Ecevit in Turchia per i curdi e a Habitué in Indonesia per Timor? 0, al contrario, che non si deve intervenire mai? Chi lia a cuore la tutela dei diritti umani non può non comprendere che essi vanno difesi intervenendo con la forza quando è nei limiti in cui ciò è possibile e non avventurandosi in qualsiasi impresa anche se di per sé fallimentare. Quanto alla soluzione dell'attuale crisi essa comporta inevitabilmente la collaborazione dell'Indonesia: se Habibie avesse veramente voluto sfidare la comunità internazionale sarebbe stato più facile non fare affatto un referendum a Timor, anziché farne uno per poi violarne i risultati. Nell'attuale situazione di debolezza dell'Onu, che non ha né gli strumenti né l'autorità per imporre una soluzione e ha appena quella di mettere un ombrello su una soluzione fatta da altri, le vie della pacificazione passano per l'ambito regionale e per quei Paesi che hanno la volontà di agire, come fu in Albania, in Kosovo e ora a Timor, dove un gnippo di Stati, con Australia e Usa in testa, si accinge a creare, con il beneplacito indonesiano, una modesta forza di interposizione multilaterale. L'attuale stato dell'ordine mondiale non è in grado di darci più di (mesto.

Persone citate: Ecevit, Habibie, Milosevic