Giovani sema lavoro, Italia record di Marco Sartorelli

Giovani sema lavoro, Italia record Cala la disoccupa2ione in Europa. Alessandria «maglia nera»: in due anni l'occupa2ione scesa di 10 mila unità Giovani sema lavoro, Italia record Ragusa crea nuovi posti con il «ciliegino» Marco Sartorelli ROMA A luglio, dopo mesi di stallo, e tornata a diminuire la disoccupazione nella zona dell'euro e in tutta l'Ue, All'Italia resta però (pur sulla base di dati relativi ad aprile), il non invidiato record della disoccupazione giovanile (32,0%), e il secondo posto dietro alla Spagna per quella femminile (16,7%). L'Istituto di statistica europeo, Eurostat, ha evidenziato che il dato destagionalizzato della disoccupazione nei paesi Ue è sceso a luglio al 10,2%. Tra marzo e giugno era rimasto bloccato al 10,3%. Nello stesso mese dell'anno scorso il tasso era ancora più alto, 10,9%. Identico l'andamento nei 15 paesi dell'Ue, dove il tasso di senza lavoro rispetto alla popolazione attiva è sceso in luglio al 9,3%, dopo il 9,4% di giugno e il 10,0% di un anno prima. La minore disoccupazione e stata registrata, oltre che in Lussemburgo, soprattutto in Olanda (3,2%) e in Austria (4,3%); la maggiore in Spagna (15,9%) dove però si è avuta la più forte diminuzione su base annua (nel luglio '98 era del 18,8%). In aprile la disoccupazione italiana era del 12,0%; a luglio quella statunitense era del 4,3 e quella giapponese del 4,9%. Il tasso di disoccupazione della Germania (relativo ad agosto), sarà reso noto soltanto oggi a Norimberga dall'Ufficio federale per il lavoro, ma secondo un'anticipazione sarebbe rimasto pressocchè invariato rispetto a luglio, quando i senza lavoro registrati erano 4,03 milioni (10,3%). Altre cifre, sulla situazione italiana, sono arrivate grazie a una indagine del quotidiano «Il sole 24 ore» sulla creazione di lavoro tra 103 province italiane. Ragusa grazie all'effetto trainante del turismo e del «ciliegino», piccolo pomodoro dolce «cne ha rivoluzionato il modo di consumare il pomodoro nel mondo» (parole del sindaco di Vittoria, paese del Ragusano, Ciccio Amilo) - si è piazzata al primo posto: in quest'area, tra il '97 e il '98, c'è stata una crescita dell' 11,4%; ultimo posto per Alessandria, dove i posti di lavoro sono diminuiti del 6,3% (pari a 10 mila unità). Dall' inchiesta appare una situazione occupazionale in leggerissima «ripresa»: 54 Provincie hanno creato più posti di lavoro, ma la metà di queste ha avuto andamenti di crescita inferiori al 2% annuo, altre 41 hanno registrato ancora dati negativi mentre in 8 il risultato è stato pari allo zero. I casi di «stagnazione» riguardano zone «classiche» come Avellino o Isernia, ma anche città come Aosta e Sondrio. 11 segno negativo si trova invece in realtà «storiche» della disoccupazione come Enna, Catanzaro e Crotone, ma anche a Livorno o Alessandria.L' indagine segnala anche un basso tasso di occupazione percentuale. Questo parametro è superiore al 50% solo in 10 province del Nord-Nordest, allargato ai centri del tessile come Biella e Prato. All'opposto, con una percentuale uguale o inferiore al 32%, dieci città comprese nel «quadrilatero» che unisce Caserta, Palermo, Siracusa e Crotone. Il quotidiano, citando una ricerca di Unioncamere, afferma che nel Mezzogiorno sono localizzale le province dove anche nel prossimo futuro sono maggiori le previsioni di creazione di nuovi posti di lavoro: in testa c'è Vibo Valentia (+8,3% di occupati rispetto a quelli accertati in base ai dati Inps u fine '97), Enna e Crotone (con crescite rispettive del 7 e del 7,1%) ma anche Isernia e Campobasso (entrambe +5,1%). Alessandria ha immediatamente contestato la «maglia nera». «Non ci sorprende il segno negativo - ha commentato il direttore dell' Unione Industriale, Dario Fornaro -, ma non ci riconosciamo nella drammatica perdita di posti di lavoro che ci viene attribuita. Non ci resta che pensare a distorsioni di tipo statistico». Concorda il presidente della Provincia, Fabrizio Palenzona: «La situazione provinciale non ò florida, il calo demografico è noto. Piuttosto è da rimarcare come la Regione continui a penalizzare lo nostre aree svantaggiate». La classifica non convince neppure Carlo Taverna, direttore dell' Api, 1' associazione della piccola industria: «Trattandosi di stime è bene procedere con cautela. Preoccupa invece la tendenza al ribasso alla luce delle limitate prospettive di sviluppo». I DISOCCUPATI IN EUROPA i tassi di disoccupazione diffusi da eurostat, relativi al mese di luglio 1999 (per alcuni paesi sono indicati gli ultimi 11,0 dati disponibili] 12,0 [apr99]

Persone citate: Carlo Taverna, Ciccio Amilo, Dario Fornaro, Fabrizio Palenzona, Isernia