«Combatterla con i farmaci è una partita subito persa» di Daniela Daniele

«Combatterla con i farmaci è una partita subito persa» «Combatterla con i farmaci è una partita subito persa» Daniela Daniele ROMA C'è quella da week-end e quella da lunedì. Ma anche quella da rabbia repressa o da ciclo mestruale o da abbuffata. Per non parlare di quella derivata da una malattia o da altre cause biologiche. Da qualsiasi fonte provenga, un fatto è certo: la cefalea manda in black-out milioni di italiani. «E non ha senso dare cifre esatte, perchè è altissimo il numero delle persone che, almeno una volta nella vita, l'hanno sperimentata», dice il professor Mauro Porta, direttore del Centro Cefalee del Policlinico San Matteo di Bergamo. Dopo nove anni di lavoro a Parigi, a fianco di Marie Jermaine Bousser, caposcuola degli specialisti francesi in questo campo, ha una certa esperienza di mal di testa, al di qua e al di là delle Alpi. «E il fenomeno si presenta uguale dappertutto», garantisce. Volendo dare un' occhiata alle statistiche, per esempio, notiamo che un 10-12 per cento delle cefalee ha origine muscolo tensiva e che soltanto nel 5 per cento dei casi è sintomo di una patologia organica. In percentuale, poi, le femmine «vinco¬ no» (si fa per dire) sui maschi per 3 a 1 : siccome il mal di testa ha spesso cause ormonali, basta pensare alla tempesta che si scatena nell'organismo femminile durante il ciclo mestruale, per capire il motivo di questa per niente invidiabile supremazia. Tant'è vero che la donna in gravidanza non soffre mai di cefalea, proprio come accade alla donna in menopausa. Ma il dato più interessante sta prendendo corpo con sempre maggiore evidenza per chi si occupa di questo problema. «Il 15 per cento dei cefalalgici osserva Porta - sviluppa cefalee croniche quotidiane con l'abuso di farmaci». Sotto accusa sono le specialità sintomatiche, ovvero gli analgesici in senso lato. Si scatena la cefalea cronica quando si fa un uso smodato di un prodotto che andrebbe usato con grande parsimonia. «Si è parlato troppo di cefalea, negli ultimi tempi - accusa il professor Porta -, ma soprattutto si è parlato troppo di queste specialità medicinali, soprattutto in campo pubblicitario. Mentre non si accenna mai alla prevenzione, nè come igiene di vita, nè come ricorso a vere terapie a base di farmaci». Altra causa dello svilupparsi di cefalee croniche è il fatto che troppi medici si sono improvvisati esperti di questa patologia. «Il trattamento inadeguato e spesso schizoide di certi colleghi - assicura il medico - trascina il paziente in un labirinto senza fine di esami, spesso inutili, che hanno come risultato di far stare sempre peggio il cefalalgico e di aumentare a dismisura la spesa sanitaria». Il professor Porta ha spiegato questi meccanismi perversi nel suo più recente lavoro 'Il mal di testa' dove spiega, tra l'altro, l'importanza del rapporto tra medico e paziente. C'è poi il mal di testa dei bambini che, osserva lo specialista, nella maggior parte dei casi è di tipo tensivo. «Di solito spiega Porta - il trattamento migliore è il bio-feedback con il quale s'insegna ai bimbi a rilassarsi di fronte ai problemi di scuola o di famiglia». Riguarda il 5-6 per cento dei piccoli. Ma c'è anche chi cura la cefalea indagando a fondo nel vasto e spesso oscuro mondo delle emozioni. «Intendiamoci avverte lo psichiatra Piero Parietti -: ci sono forme che possono essere trattate soltanto con i farmaci. E ci sono cefalee che hanno origine da altre patolo- gie». Poi, se ogni possibilità di causa biologica è stata esclusa, occorre esplorare il vissuto del cefalalgico e aiutarlo a portare alla luce la sofferenza interiore. «Ragionando in termini simbolici - continua Parietti -, la testa è la sede dei pensieri. Spesso il cefalalgico vive un conflitto tra la parte istintuale e quella razionale. Si tratta di aiutarlo a ritrovare l'equilibrio». Narra il mito che Zeus, re degli dei, aveva un terribile mal di testa e quando Efesto gli assestò un colpo sul capo così forte da provocargli una profonda ferita, da quella uscì Athena. La dea del Pensiero. Come a dire, meglio non «covare» tarli nella mente: meglio liberare i nostri pensieri. Anche se non ci piacciono. La cefalea ha origini ereditarie

Persone citate: Marie Jermaine Bousser, Mauro Porta, Parietti, Piero Parietti

Luoghi citati: Bergamo, Parigi, Roma