Un errore scarcera 81 sicario delle cosche di Lirio Abbate
Un errore scarcera 81 sicario delle cosche Un errore scarcera 81 sicario delle cosche Lordine di custodia era scaduto, ma ce n 'era anche un altro Lirio Abbate CALTANISSETTA E' un killer delle cosche di Gela, imputato in due processi per omicidio, ma a causa di una svista la polizia penitenziaria lo ha liberato. Adesso Carmelo Tasca, 34 „ anni, è latitante. Le porte del carcere di Agrigento, in cui era detenuto, si sono aperte, seppur per errore, alla fine di luglio. Gli agenti dell'ufficio matricola dell'istituto di pena non si sono accorti che Tasca era detenuto in seguito a due provvedimenti, uno dei quali scaduto per decorrenza dei termini, per il quale doveva essere scarcerato, ma soltanto sulla carta. La sua detenzione doveva proseguire per il secondo ordine di arresto. Adesso la procura di Agrigento, guidata da Ignazio De Francisci, ha avviato un'in¬ chiesta per accertare le responsabilità. Tasca è imputato nel processo «vedova nera» che si svolge in questi giorni davanti ai giudici della corte d'assise di Caltanissetta. Ieri, alla ripresa delle udienze, è stato il giorno della requisitoria da parte del pubblico ministero Nino Patti, che ha chiesto per il sicario una condanna a trent'anni di carcere. La corte, presieduta da Ottavio Sferlazza, dopo aver segnalato l'episodio alla procura di Agrigento, per l'assenza di un detenuto, ha dichiarato Tasca assente in contumacia. La scarcerazione di Tasca è avvenuta nello stesso periodo in cui a Gela sono state assassinate quattro persone in due agguati, quando la città era assediata dalle forze dell'ordine a causa dello scontro fra le cosche, e la magistratura nissena era impegnata nella lotta alla criminalità. Il sicario che ha lasciato con tanta tranquillità il carcere ha un'esperienza criminale di tutto rispetto. I giudici lo hanno già condannato per associazione mafiosa e nel processo «vedova nera» doveva rispondere di omicidio. Secondo i collaboratori di giustizia, Carmelo Tasca avrebbe seminato il terrore a Gela fra l'87 ed il '92, nel corso della guerra di mafia in cui morirono oltre duecento affiliati a Cosa Nostra e alla «stidda». Carmelo Tasca, accusato di aver assassinato anche alcune donne, sarebbe stato uno dei più crudeli e spietati sicari alle dipendenze delle cosche affiliate alla mafia guidata da Provenzano, il quale aveva ordinato di sterminare tutti i «cani sciolti» degli «stid dari». Nel novembre di due anni fa, gli agenti della squadra % mobile di Caltanissetta, guidati da Carmelo Casabona, riuscirono ad arrestare il sicario. Su Tasca sono piovute numerose accuse e ordinanze di arresto. L'ultima è di pochi giorni fa. Fra le carte dell'inchiesta non ci sono soltanto gli affari per lucrosi subappalti a Gela. C'è pure il racconto della crudele e spietata ferocia di Tasca. A riferirlo è stato un suo ex compagno di morte, Crocifisso Ferrigno, adesso collaboratore di giustizia. Era il 12 settembre dell'88, ed entrambi avevano fallito il loro bersaglio a piazza Salanti ni a Gela. Fu allora che iniziarono a sparare all'impazzata, uccidendo una casalinga, Grazia Scimè, e ferendone altre tre. Adesso, a dieci anni di distanza, la polizia e la magistratura hanno fatto luce su quella strage, ma l'autore dell'agguato è stato scarcerato per errore. Caltanissetta: Carmelo Tasca è accusato di essere uno dei più feroci assassini del clan Provenzano
Luoghi citati: Agrigento, Caltanissetta, Gela
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