Albanese rapita fugge e denuncia gii aguzzini

Albanese rapita fugge e denuncia gii aguzzini Portata in Italia per farla prostituire, si rifiutava: violentata e immersa in una vasca di acqua gelata Albanese rapita fugge e denuncia gii aguzzini Da Milano a Brìndisi in treno, poi racconta tutto alla polizia MILANO La immergevano in vasche d'acqua gelata, la lasciavano per interminabili secondi nell'acqua bollente; la picchiavano con calci e pugni, l'hanno violentata per costringerla a prostituirsi: lei, albanese di Korca, 19 anni, ma già vedova e madre di una bambina di duo anni, ha trovato la forza di fuggire dalla casa-prigione di Milano dove era tenuta segregata ed ha raggiunto Brindisi per raccontare tutto alla polizia. Il drammatico racconto è stato raccolto dalla squadra mobile brindisina, che ha cominciato lo indagini e ha inviato alcuni ispettori a Milano alla ricorca di riscontri: dopo aver accertato che le indicazioni della ragazza erano vere, i poliziotti hanno fatto irruzione in un appartamento e hanno arrestato i suoi presunti carcerieri, due uomini e due donne, tutti albanesi. Lei è stata rapita a Korca. L'hanno picchiata, portata a Valona, scaraventata su un gommone approdato sul litorale brindisino. La ragazza è stata violentata: poi, dopo un lungo viaggio in treno, si è ritrovata nell' appartamento di Milano, dove veniva sottoposta a vere e proprie torture fisiche e psicologiche. «Volevano che mi prostituissi ha raccontato la ragazza ai poliziotti brindisini - e pretendevano che portassi un milione di lire al giorno: se tornavo con qualche soldo di meno erano botte». Per costringerla a obbedire, gli aguzzini la minacciavano: «Devi fare come ti diciamo o uccidiamo la tua bambina», le ripetevano. Poi la sottoponevano a sevizie, scaraventandola in una vasca a volte piena di acqua gelida, altre volle bollente. «Un giorno - ha detto la ragazza alla polizia - ho trovato la forza di fuggire: sono uscita, sono andata di filato alla stazione e ho preso il primo treno per la Puglia». La fuga si è conclusa a Brindisi, dove era cominciata la prima parte del suo inferno italiano. Ma in precedenza c' era già stato il sequestro di persona in Albania, la traversata di notte in gommone. I suoi aguzzini sono stati arrestati, ma lei ha ancora paura. «Teme per la sua famiglia, ha paura di ritorsioni in Albania», dicono gli investigatori. Proprio ieri il procuratore nazionale antimafia, Piero Luigi Vigna, ha lanciato l'allarme sui rapitori di donne in Albania. «Abbiamo fatto un'indagine conoscitiva sulla criminalità albanese, i nostri magistrati della Puglia si sono recati in quel Paese: preoccupa l'estrema ferocia di questi criminali, dimostrata - spiega Vigna - da come costringono le donne alla prostituzione. Si va dal rapimento dei figli alle lesioni procurate con sevizie come lo spegnimento di sigarette sui corpi, all'impossessamento dei documenti. Il tutto fino a quando non accettino di prostituirsi». [s. t.l

Persone citate: Da Milano, Piero Luigi Vigna, Vigna