I russi sparano ai «fratelli slavi»
I russi sparano ai «fratelli slavi» Il comando americano apre un'inchiesta ma sottolinea: hanno rispettato le regole d'ingaggio, erano stati attaccati I russi sparano ai «fratelli slavi» Kosovo, uccisi 3 serbi che infierivano sugli albanesi Ingrid Badurlna ZAGABRIA I soldati russi della Kfor, la Forza di pace internazionale nel Kosovo, hanno ucciso ieri mattina tre serbi che stavano picchiando due albanesi che erano stati appena feriti a colpi di arma da fuoco. L'incidente è accaduto nella zona di Gnjilane, nel settore controllato dal contingente americano della Kfor. I militari di Mosca sono intervenuti in seguito a una sparatoria nel villaggio di Korminjane: un gruppo di serbi aveva attaccato alcuni albanesi, uccidendone uno e ferendone altri due. Giunti sul posto i russi hanno visto che i serbi continuavano a infierire sui due albanesi feriti e hanno intimato loro di fermarsi. Ma i serbi hanno risposto aprendo il fuoco contro i soldati russi che a loro volta hanno sparato uccidendo i tre serbi. Dall'arrivo della Kfor nel Kosovo, si tratta del più grave episodio di violenza fra i soldati delle forze di pace e la popolazione locale. Paradossalmente a uccidere i serbi sono stati i soldati russi, che vengono considerati i protettori dei loro «fratelli slavi», e che erano stati accolti con entusiasmo dalla popolazione serba del Kosovo quando, ancora prima del- l'arrivo delle forze della Nato, avevano preso possesso dell'aeroporto di Pristina. Bandierine sventolanti, fiori sui carri armati, baci e saluti dei serbi hanno accompagnato le prime mosse dei soldati russi sul territorio kosovaro. Gli albanesi fin dall'inizio hanno duramente contrastato la presenza del contingente di Mosca nel Kosovo: i russi sono amici dei serbi, non li vogliamo a casa nostra, hanno continuato a ripetere. Per evitare che la loro protesta esplodesse, i comandi militari della Nato non hanno affidato ai soldati russi un intero settore da tenere sotto controllo, ma hanno deciso di schierare il contingente in varie parti della regione. In qualche modo le cose sembravano funzionare fino a tre settimane, fa quando i russi dovevano dare il cambio ai soldati olandesi e tedeschi stazionati nella località di Orahovac, nel Kosovo centrale. Gli albanesi hanno bloccato tutte le vie d' accesso alla città impedendo l'ingresso del convoglio militare russo. «I mercenari russi hanno combattuto a fianco delle milizie serbe e hanno preso parte ai massacri degli albanesi», affermano i rap- Erasentanti della delegazione alanese che sta ancora negoziando con i comandanti della Kfor. «I russi non entreranno mai a Orahovac» ripetono giorno dopo giorno, mentre il blocco stradale diventa sempre più impenetrabile. Malgrado le proteste di Mosca, i che accusa gli albanesi di violare gli accordi raggiunti con la comunità internazionale, la soluzione alla crisi sembra ancora lontana. Ma forse l'episodio di ieri potrebbe contribuire a sbloccarla. Uccidendo i tre serbi i soldati russi hanno dimostrato di non essere di parte, ma di svolgere professionalmente il loro ruolo di forza di pace. Un argomento sostenuto ieri anche dal segretario generale della Nato Xavier So lana, m visita ufficiale nel Kosovo: dopo aver incontrato a Prizren i vertici del contingente tedesco della Kfor, Solami si è recato a Orahovac per cercare di convincere i manifestanti albanesi a lasciar entrare i russi. Intanto il portavoce della Kfor ha annunciato che il contingente americano ha aperto un'inchiesta sull'incidente di Korminjane, ma che in base alle regole d'ingaggio le forze di pace hanno il diritto di usare la forza per difendersi, e i russi sono intervenuti quando sono stati attaccati. Il Segretario della Nato: questo episodio dimostra l'imparzialità del contingente Il Segretario della Nato Solatia Ieri era In visita nel Kosovo
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