Mezzo Daghestan nelle mani di Bassaev

Mezzo Daghestan nelle mani di Bassaev Mosca risponde bombardando villaggi oltre il confine ceceno: «Sono covi dei terroristi» Mezzo Daghestan nelle mani di Bassaev I russi non riescono afermare i guerriglieri islamici Adesso i guerriglieri mantengono il controllo su otto centri abitati, di cui il più importante è Novolaksk. Per tutta la giornata di ieri nella città ha infuriato la battaglia tra gli invasori e una trentina di poliziotti russi che per 24 ore sono stati assediati nella sede della polizia locale. Una colonna corazzata mandata in loro aiuto è stata distrutta. Solo verso sera gli assediati sono riusciti a rompere l'accerchiamento e ricongiungersi con l'esercito russo, perdendo almeno un terzo dei loro uomini. L'artiglieria e l'aviazione russa stanno bombardando regolarmente le posizioni degli islamisti, mentre colonne di mezzi blindati e camion con soldati stanno arrivando nella zona del conflitto, mentre migliaia di profughi stanno scappando dalle loro case. Ma l'esercito russo è costretto a combattere su due fronti: nel distretto di Buinaksk da una settimana è in corso un'operazione contro un altro gruppo di estremisti, con risultati fino a ora nulli. I guerriglieri comunque stanno puntando alla città di Kbassaviuit, centro della zona e residenza di numerosi ceceni. Ieri notte hanno tentato un'altra infrazione di frontiera a nord della città, che dovrebbe diventare secondo i piani di Bassaev la capitale del suo «Stato islamico». L'esercito è riuscito a bloccarli, ma il fronte si sta avvicinando inesorabilmente a Khassaviurt, E i daghestani hanno cominciato controlli dei profughi, temendo infiltrazioni dei terroristi che poi potrebbero aprire un fronte interno nella città stessa. I russi hanno risposto all'offensiva bombardando ieri cinque villaggi sul territorio della Cecenia, dove ci sarebbero concentrazioni di guerriglieri pronti a irrompere nel vicino Daghestan. Grozny ha subito diffuso una videocassetta con le immagini dei bombardamenti: macerie e decine di cadaveri. Secondo i ceceni, le vittime sarebbero 73 e quasi 300 i feriti. Questa mossa della propagan- da cecena, rivelatasi estremamente efficace durante la guerra del '94-'96, stavolta però non ha volto l'opinione pubblica russa a suo favore. Sui teleschermi dei russi contemporaneamente sono apparse altre macerie: quelle dei tre palazzi distrutti due giorni fa a Buinaksk da una bomba dei terroristi. Il bilancio definitico è terrificante: 52 morti e 120 feriti, di qui il 90 per cento non avevano nulla a che vedere né con i russi, né con i militari. Si tratta comunque di una guerra strana e piena di enigmi. Da due settimane si sapeva che i guerriglieri si stavano concentrando al confine ceceno e gli stessi comandanti, Bassaev e il giordano Khattab, avevano annunciato un nuovo attacco. La straordinaria facilità con la quale 2000 terroristi sono penetrati in poche ore nel Daghestan non ha potuto non generare una quantità di interrogativi, ai quali le autorità russe hanno risposto in maniera poco convincente. E ieri la Novaja Gazeta ha rivelato un scandaloso retroscena dell'operazione dei giorni scor¬ ra** si, quando i guerriglieri sono stati cacciati - temporaneamente, come si è scoperto - dai villaggi di Ansalta a Rakhata. I profughi hanno raccontato che per tre giorni l'esercito russo ha bombardato - radendoli ai suolo due paesi completamente vuoti. I terroristi li avevano abbandonati con comodo e senza fretta, con la «jeep» di Bassaev in testa e quella di Khattab a chiudere il corteo. E prima di andarsene Bassaev aveva detto agli abitanti: «Non abbiate paura, questa è una guerra comprata». ra** Molti gli enigmi del nuovo conflitto Un giornale: l'esercito colpisce villaggi vuoti

Persone citate: Bassaev, Bassaev I, Khattab

Luoghi citati: Cecenia, Daghestan, Grozny, Mosca