IL CONFINE DELLA FOLLIA

IL CONFINE DELLA FOLLIA LA violenza, il terrore frequentano ab aeterno il Medio Oriente. L'anti terrorismo era in allarme oramai da giorni e in Israele e in Egitto e naturalmente a Gaza. Il fantasma dei massacri volti a sabotare il cosiddetto processo di pace: 200 morti dal 1994 al 1996, in seguito agli imprevedibili attentati-suicidi degli islamisti; e che certamente favorirono l'improvvida vittoria di «Bibi» Netanyahu, quel fantasma che si identifica so- Erattutto nell'assassinio di Rain, continua a tormentare la realtà mediorientale. E questo perché, coniugandosi con il millenario mistero della follia, sfugge ad ogni analisi razionale. E' sempre stato così, in quella che chiamiamo anche Terra Santa. Il terrorista Abraham Stern, uno dei capi storici, con Wladimir Jabotinsky, dell'Irgun Zvai Leumi, in una sua storica poesia cantò Gerusalemme «città di poeti e di Biryonim, ir nevi'im vebiryonim». I Biryonim, al pari dei Sikarikin, sono da considerarsi i precursori di quei «sionisti revisionisti» che praticarono il terrorismo nella Palestina mandataria. I terroristi arabo-palestinesi degli Anni 30 che attaccavano gli insediamenti ebraici si autodefinivano fìidain (dedicati) rifacendosi agli Assassini così chiamati perché si imbottivano di hashish prima di uccidere, agli ordini del Grande Vecchio della Montagna, califfi e prefetti in Siria «per affermare il primato dell'islam». Questo nel secolo XI. Gli assassini di Sadat erano intellettuali moderni sennonché i loro «precetti» ricalcavano il «fanatismo ragionato» degli Assassini. Ora l'attentato (è il terzo) a Mubarak («opera d'uno squilibrato») e le autobombe in Israele dei nuovi terroristi usciti dal ghetto psicologico della minoranza arabo-israeliana, ripercorrono remoti sentieri. «Il terrorismo è follia», disse Ben Gurion, invocando le manette per Begin. Ma lui era un laico, mezzo Cavour, mezzo Garibaldi, leggeva Voltaire. Epperò la follia spesso è lucida, razionale, come nel caso del pio giovinetto che uccise Rabin perché, giusta la Torà, era un rejef, rinnegato, avendo ceduto la Terra data da Dio a Israele. E tuttavia sul crinale della follia maritata con l'odio, prima o poi si abbatterà la furia lustrale della pace. E il Vicino Levante, come dice David Grossman, diverrà «normale». «Insegnaci a contare i nostri giorni così che acquistiamo un cuore sapiente» (Sai. 90-12) IL CONFINE DELLA FOLLIA « Rischio di genocidio» Timor Est è in balia delle milizie filoindonesiane: l'esercito di Giakarta non fa nulla per fermare le stragi e le deportazioni. E' la denuncia delle Nazioni Unite. Ieri i miliziani hanno devastato la casa del vescovo di Dili, monsignor Belo, Nobel per la pace. I seimila timoresi che si erano rifugiati attorno alla residenza sono stati caricati a forza su camion e trasferiti a Timor Ovest, li vescovo è stato salvato in elicottero. Il Portogallo chiede un intervento internazionale (che gli Usa non escludono). E non si spegne l'allarme in Daghestan dove i ribelli islamici sono passati al contrattacco uccidendo molti soldati russi. Chiesa, Franklin, Panlarelli e Zalasova ALLE PAG. 6 E 7 Una coltellata al Raìss Momenti di terrore per il presidente egiziano Hosni Mubarak: mentre salutava dall'auto la folla a Porto Said un uomo si è lanciato contro di lui cercando di accoltellarlo. Le guardie del corpo hanno reagito uccidendo l'attentatore che è riuscito comunque a ferire di striscio a una mano il Presidente e il capo della sicurezza. Dopo la firma dell'accordo tra israeliani e palestinesi è il terzo attacco terroristico (anche se si nutrono dubbi sull'attentatore di Porto Said, che sembra un esaltato). E comunque 1! ferimento del moderato Mubarak fa temere una recrudescenza del terrorismo islamico in tutto il Medio Oriente. Nlrenslein e Retai A PAGINA 5 IL CONFINE DELLA FOLLIA