Vigne più care di una villa di Sergio Miravalle

Vigne più care di una villa Vigne più care di una villa Vendemmie record e i prezzi lievitano Sergio Miravalle inviato ad ALBA Benedetto sole. E' tornato ieri ad illuminare con la sua calda luce di fine estate le colline di Langa e Monferrato. Benedetto perché asciuga le vigne, inzuppate da troppi giorni di pioggia, é fa maturare ì grappoli. Se continuerà ilbel tempo da queste parti si porterà in cantina la quinta vendemmia consecutiva di grande qualità. Una splendida «scala reale» a suggello di questo scorcio di fine millennio, che ha visto un crescendo di annate a cominciare dall'anno dopo l'alluvione, il 1995 e poi via salendo, fino al '98. E man mano, che si inanellavano le vendemmie positive è cresciuta la febbre dei prezzi. Oggi sulle colline nel cuore della zona di produzione del barolo non c'è più un «sorì» libero. Le vigne più ambite hanno quotazioni da appartamenti in città. Si mormora di sei filari comperati a cinquanta milioni e un ettaro ormai, se si trovasse, vale almeno 200, 300 e oltre. E anche l'uva non è stata da meno. Il miglior nebbiolo, padre e materia prima di barolo e barbaresco, l'anno scorso ha sfondato il tetto delle centomila lire al miriagrammo, ovvero 10 mila lire al chilo. Prezzi non ufficiali, sia chiaro, perché in questo mondo, dove il computer è entrato anche in cantina e i cellulari trillano nelle vigne, non c'è un borsino ufficiale delle quotazioni. I vecchi mercuriali delle Camere di commercio fotografano, senza mettere a fuoco, un ambiente dove al contratto scritto si preferisce la stretta di mano. Diecimila lire al chilo, si è detto, e da un chilo d'uva si ottiene praticamente il vino per una bottiglia, ma bisogna aggiungerci i costi di trasformazione e gli anni di invecchiamento, almeno 3 per il barolo, due per il barbaresco. Ecco spiegati i prezzi che rimbalzano sugli scaffali delle enoteche e nelle carte dei vini dei ristoranti. Ma tutto questo fa parte del mito e la conferma che il mito c'è è il gaudente pellegrinaggio degli enoturisti. Arrivano dalla Svizzera, dalla Germania, ma anche dal Giappone e dagli Usa, con voli speciali. Ieri era la prima domenica di settembre, una sorta di data di apertura della stagione di «caccia al tajarin» e alla bottiglia buona in attesa che arrivi l'afrore dei tartufi. Sulla piazza di Barbaresco è arrivata una carovana di camper francesi alla ricerca delle cantine di «monsieur Gajà». Erano di Bordeaux. Cose impensabili fino a qualche anno fa. Così come era impensabile pensare che bottiglie di Barolo del secondo Dopoguerra fossero vendute all'asta con prenotazioni via Internet. Gianni Gagliardo, dalla sua tenuta di La Morra a Serra dei Turchi, ci ha creduto e ieri si è tenuto questo rito alla ricerca delle radici di un grande vino. Etichette dai nomi importanti che hanno fatto la storia del barolo da Bartolo Mascarello a Pio Cesare, da Giacomo Conterno ai fratelli Oddero, battute all'asta come opere d'arte. Chi ha comperato per collezionismo, chi per un brindisi indimenticabile di fine millennio. Riti e suggestioni. E a pochi chilometri di distanza, sotto lo stesso sole, un altro rito. Si festeggiavano ieri le prime quaranta vendemmie della cantina sociale «Terre del Barolo». L'unica cooperativa della zona, nata superando i dubbi, le perplessità gli individualismi nel 1958. Oggi conta 450 soci e ha un fatturato di oltre 15 miliardi. C'è anche il suo barolo tra le etichette più esportate: ha conquistato il mercato danese. Dalla prossima vendemmia, i soci accompagneranno ì visitatori anche nelle vigne per seguire le fasi del raccolto e poi in cantina dove invecchia il vino nelle grandi botti di legno lucido, con il bordo rosso. C'è l'enoteca interna per gli acquisti e si può comperare ancora il vino sfuso «perché come ci insegnano i macellai non tutto può essere filetto, e noi siamo per la qualità quotidiana a prezzi accessibili» precisa il presidente Matteo Bosco. Due aspetti dello stesso mondo. Due filosofie che convivono.

Persone citate: Alba Benedetto, Bartolo Mascarello, Giacomo Conterno, Gianni Gagliardo, Matteo Bosco, Oddero, Pio Cesare, Turchi, Vigne

Luoghi citati: Barolo, Bordeaux, Germania, Giappone, La Morra, Monferrato, Svizzera, Usa