Al bando un altro quotidiano progressista

Al bando un altro quotidiano progressista Al bando un altro quotidiano progressista TEHERAN.La scure della giustizia iraniana si è nuovamente abbattuta sulla stampa progressista mettendo all'indice il quotidiano «Neshat» (Gioia), dopo che due mesi fa la chiusura di «Saloni» aveva scatenato la più vasta protesta popolare nell'Iran post-rivoluzionario. Neshat, il giornale che più di ogni altro incarnava la maggiore libertà d'espressione voluta dal presidente Mohammad Khatami, è accusato di aver contestato la pena di morte e la legge del taglione, due pilastri del regime teocratico, e di aver diffamato la Guida suprema, l'ayatollah Ali Khamenei. La presa di posizione del giornale, che ha provocato l'ira degli oltranzisti, era contenuta in due articoli e in una lettera aperta a Khamenei pubblicati nei giorni scorsi. La chiusura di Neshat, decretata da un tribunale speciale per la stampa, giunge dopo un feroce attacco di Khamenei a «coloro che contestano i princìpi islamici, inclusa la legge del taglione (Qesas), e che sono passibili della pena di morte come apostati». Tuttavia, il vice-ministro della cultura con delega per l'informazione, Shaban Shahidi, ha definito ieri «illegale» il provvedimento e il suo dicastero, retto da un fedelissimo di Khatami, Ataollah Mohajerani, si è limitato a rivolgere un tardivo «avvertimento» ai responsabili del quotidiano. |Anso]

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